VARNHAGEN von ENSE, Karl August e Rahel
Diplomatico, biografo, novelliere e critico, nato a Düsseldorf il 21 febbraio 1785, morto a Berlino il 10 ottobre 1858. Studiò medicina a Berlino e filosofia e letteratura a Halle e Tubinga; servì poi nell'esercito austriaco e fu ferito alla battaglia di Wagram; nel 1813 entrò nell'esercito russo. Accompagnò poco dopo il generale Tettenborn ad Amburgo e a Parigi e, assunto dal governo prussiano nella carriera diplomatica, ebbe occasione di accompagnare il cancelliere Hardenberg al Congresso di Vienna, insieme con Rahel Levin, che aveva da poco sposata. Fu quindi, per tre anni ministro residente della Prussia a Karlsruhe, ma, sospettato di tendenze liberali, fu richiamato a Berlino, dove visse fino alla morte.
Ancora giovanissimo partecipò al movimento romantico e negli anni 1804-06 attese, con lo Chamisso, alla fondazione e redazione d'un nuovo Musenalmanach. Nel 1815 pubblicò le sue Deutsche Erzählungen, l'anno seguente i Vermischte Gedichte, le une e gli altri di scarso valore; fra le sue cose migliori sono invece da considerarsi i Biographische Denkmale (1820-30), le Denkwürdigkeiten und vermischte Schriften (1843-59), le Denkwürdigkeiten des eigenen Lebens e soprattutto gli schizzi biografici General Seidlitz (1834), General Winterfeld (1836), Königin Sophie Charlotte (1837), Feldmarschall Schwerin (1841), Feldmarschall Keith (1844), Hans v. Held (1845), General Bülow v. Dennewitz (1853), che gli procurarono l'appellativo di Plutarco della Germania, senza, tuttavia, ch'egli possedesse la semplicità e il vigore dello storiografo greco. Conservano ancora interesse i suoi saggi letterarî: Goethe in den Zeugnissen der Mitlebenden e Zur Geschichtschreibung und Literatur; il V. curò infine la pubblicazione delle poesie di L. Robert, degli scritti di W. Neumann e di quelle di H. Müller, e di molte lettere della moglie Rahel. Postumi furono pubblicati, a cura della nipote Ludmilla Assing, i suoi Tagebücher, i Blätter aus der preussischen Geschichte, i numerosi epistolarî con A. von Humboldt, Rahel, Oelsner, Carlyle, e i Briefe an eine Freundin (Am. Bolte), oltre a una quantità di lettere a lui dirette dalle più note personalità del suo tempo.
La multiforme attività del V. come scrittore, sempre terso e levigato, e specialmente i suoi scritti biografici, in cui egli sa con accorgimento raggruppare gli avvenimenti e cogliere quanto in essi v'è di essenziale e più significativo, gli procurarono una notevolissima reputazione fra i contemporanei; ma il suo nome è legato soprattutto all'influsso ch'egli esercitò per le sue numerose relazioni personali, formate in gran parte nel salotto di sua moglie Rahel, ritrovo ricercato e famosissimo di letterati e artisti.
Rahel Varnhagen, nata Levin (1771-1833), fu una delle donne più intellettuali del suo tempo. Convertita al cristianesimo, sposò nel '14 il Varnhagen. Senza essere dotata di profonda cultura e aliena da ogni tradizione, ella aveva un raffinato sentimento della poesia e dell'arte. Sconfinata era la sua ammirazione per il genio del Goethe. In lui, come in ogni poeta, ella apprezzava soprattutto la personalità, e con questa misura giudicava i contemporanei. Le sue relazioni comprendevano i più bei nomi del tempo: Schleiermacher, Fichte, Fouqué, Chamisso, i due Schlegel, G. di Humboldt, Gentz e più tardi Heine che chiamò l'amica "die geistreichste Frau des Universums"; come tutto il movimento letterario del suo tempo si trova riflesso nella sua ricchissima corrispondenza, la quale ebbe su di esso un assai notevole influsso.
Bibl.: Varnhagens Ausgewählte Schriften, voll. 19, Lipsia 1871-76; O. Walzel, in Allgem. deutsch. Biographie, XXXIX, 1895; K. Misch, V. in Beruf u. Politik, Gotha 1925.
Per Rahel si vedano: R., ein Buch Andenkens (1834) e Galerie von Bildnissen aus Rahels Umgang u. Briefwechsel (1836), curati dal V.; più tardi furono pubblicati da Ludmilla Assing gli epistolarî di Rahel con David Veit; della stessa è anche l'opera Aus Rahels Herzensleben, Lipsia 1877. V. anche: R. V. ein Lebensbild aus ihren Briefen, a cura di C. Moreck, Monaco 1923; E. Schmidt Weissenfels, Rahel u. ihre Zeit, Lipsia 1857; O. Walzel, in Allg. deut. Biographie, XXXIX (1895); O. Berdrow, R. V., Stoccarda 1902; E. Graf, R. V. und die Romantik, Berlino 1903; L. Feist, R. V., Elberfeld 1927.