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VARNHAGEN von ENSE, Karl August e Rahel

di Rodolfo Bottacchiari - Enciclopedia Italiana (1937)
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VARNHAGEN von ENSE, Karl August e Rahel

Rodolfo Bottacchiari

Diplomatico, biografo, novelliere e critico, nato a Düsseldorf il 21 febbraio 1785, morto a Berlino il 10 ottobre 1858. Studiò medicina a Berlino e filosofia e letteratura a Halle e Tubinga; servì poi nell'esercito austriaco e fu ferito alla battaglia di Wagram; nel 1813 entrò nell'esercito russo. Accompagnò poco dopo il generale Tettenborn ad Amburgo e a Parigi e, assunto dal governo prussiano nella carriera diplomatica, ebbe occasione di accompagnare il cancelliere Hardenberg al Congresso di Vienna, insieme con Rahel Levin, che aveva da poco sposata. Fu quindi, per tre anni ministro residente della Prussia a Karlsruhe, ma, sospettato di tendenze liberali, fu richiamato a Berlino, dove visse fino alla morte.

Ancora giovanissimo partecipò al movimento romantico e negli anni 1804-06 attese, con lo Chamisso, alla fondazione e redazione d'un nuovo Musenalmanach. Nel 1815 pubblicò le sue Deutsche Erzählungen, l'anno seguente i Vermischte Gedichte, le une e gli altri di scarso valore; fra le sue cose migliori sono invece da considerarsi i Biographische Denkmale (1820-30), le Denkwürdigkeiten und vermischte Schriften (1843-59), le Denkwürdigkeiten des eigenen Lebens e soprattutto gli schizzi biografici General Seidlitz (1834), General Winterfeld (1836), Königin Sophie Charlotte (1837), Feldmarschall Schwerin (1841), Feldmarschall Keith (1844), Hans v. Held (1845), General Bülow v. Dennewitz (1853), che gli procurarono l'appellativo di Plutarco della Germania, senza, tuttavia, ch'egli possedesse la semplicità e il vigore dello storiografo greco. Conservano ancora interesse i suoi saggi letterarî: Goethe in den Zeugnissen der Mitlebenden e Zur Geschichtschreibung und Literatur; il V. curò infine la pubblicazione delle poesie di L. Robert, degli scritti di W. Neumann e di quelle di H. Müller, e di molte lettere della moglie Rahel. Postumi furono pubblicati, a cura della nipote Ludmilla Assing, i suoi Tagebücher, i Blätter aus der preussischen Geschichte, i numerosi epistolarî con A. von Humboldt, Rahel, Oelsner, Carlyle, e i Briefe an eine Freundin (Am. Bolte), oltre a una quantità di lettere a lui dirette dalle più note personalità del suo tempo.

La multiforme attività del V. come scrittore, sempre terso e levigato, e specialmente i suoi scritti biografici, in cui egli sa con accorgimento raggruppare gli avvenimenti e cogliere quanto in essi v'è di essenziale e più significativo, gli procurarono una notevolissima reputazione fra i contemporanei; ma il suo nome è legato soprattutto all'influsso ch'egli esercitò per le sue numerose relazioni personali, formate in gran parte nel salotto di sua moglie Rahel, ritrovo ricercato e famosissimo di letterati e artisti.

Rahel Varnhagen, nata Levin (1771-1833), fu una delle donne più intellettuali del suo tempo. Convertita al cristianesimo, sposò nel '14 il Varnhagen. Senza essere dotata di profonda cultura e aliena da ogni tradizione, ella aveva un raffinato sentimento della poesia e dell'arte. Sconfinata era la sua ammirazione per il genio del Goethe. In lui, come in ogni poeta, ella apprezzava soprattutto la personalità, e con questa misura giudicava i contemporanei. Le sue relazioni comprendevano i più bei nomi del tempo: Schleiermacher, Fichte, Fouqué, Chamisso, i due Schlegel, G. di Humboldt, Gentz e più tardi Heine che chiamò l'amica "die geistreichste Frau des Universums"; come tutto il movimento letterario del suo tempo si trova riflesso nella sua ricchissima corrispondenza, la quale ebbe su di esso un assai notevole influsso.

Bibl.: Varnhagens Ausgewählte Schriften, voll. 19, Lipsia 1871-76; O. Walzel, in Allgem. deutsch. Biographie, XXXIX, 1895; K. Misch, V. in Beruf u. Politik, Gotha 1925.

Per Rahel si vedano: R., ein Buch Andenkens (1834) e Galerie von Bildnissen aus Rahels Umgang u. Briefwechsel (1836), curati dal V.; più tardi furono pubblicati da Ludmilla Assing gli epistolarî di Rahel con David Veit; della stessa è anche l'opera Aus Rahels Herzensleben, Lipsia 1877. V. anche: R. V. ein Lebensbild aus ihren Briefen, a cura di C. Moreck, Monaco 1923; E. Schmidt Weissenfels, Rahel u. ihre Zeit, Lipsia 1857; O. Walzel, in Allg. deut. Biographie, XXXIX (1895); O. Berdrow, R. V., Stoccarda 1902; E. Graf, R. V. und die Romantik, Berlino 1903; L. Feist, R. V., Elberfeld 1927.

Vedi anche
letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... poesia Arte di produrre composizioni verbali in versi, cioè secondo determinate leggi metriche, o secondo altri tipi di restrizione; con una certa approssimazione si può dire che il significato di poesia è individuabile, nell’uso corrente e tradizionale, nella sua contrapposizione a prosa, in quanto i due termini ... Santa Alleanza Dichiarazione politica, poi sistema politico che regolò la vita dei principali Stati europei dal 1815 al 1830. La dichiarazione, firmata a Parigi il 26 settembre 1815 da Alessandro I di Russia, Federico Guglielmo III di Prussia e Francesco II d’Austria, fu voluta dallo zar e affermò il principio che ... Plutarco (gr. Πλούταρχος, lat. Plutarchus). - Scrittore greco (Cheronea, Beozia, 50 d. C. - ivi dopo il 120). Studiò ad Atene presso il platonico Ammonio, e dopo alcuni viaggi tornò nella sua città, donde però si allontanò ripetutamente per incarichi politici. Fu più volte a Roma, dove ebbe amici illustri tra ...
Vocabolario
von
von ‹fòn› prep. ted. – Preposizione corrispondente all’ital. «di». In Germania e in Austria è frequente in nomi di antiche famiglie nobili indicate per mezzo del loro feudo, e anche come predicato nobiliare (premesso a cognomi di qualunque...
augustare
augustare v. tr. [dal lat. tardo augustare], letter. raro. – Rendere augusto, nobilitare; come intr. pron., augustarsi, divenire augusto o più augusto, crescere in maestà e solennità: in nome della Patria, la quale vie più cresce e s’augusta...
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