VARRONE Atacino (P. Terentius Varro Atacinus)
Scrittore latino, nacque l'82 a. C. ad Atax (Aude) nella provincia narbonese. A trentaquattro anni prese a studiare la letteratura greca. La data approssimativa della sua morte oscilla tra il 40 e il 35 a. C.
Compose una traduzione o, per meglio dire, un libero rifacimento delle Argonautiche di Apollonio Rodio; un Bellum Sequanicum che trattava della campagna di Cesare contro Ariovisto nel 58 a. C.; una Chorographia, ove, ispirandosi forse all'esempio di Alessandro di Efeso, descriveva il mondo allora conosciuto; un carme Epimenis o meglio Ephemeris (calendario) a imitazione dei Fenomeni di Arato. Delle sue Saturae giudica con severità Orazio (Sat., I, 10, 46). Properzio (III, 34, 85) e Ovidio (Trist., II, 439) ricordano le sue Elegie, in cui cantava, con lo pseudonimo di Leucadia, una giovane donna. Gli fu attribuito anche un grazioso epigramma. Varrone Atacino, che venne giudicato favorevolmente da Seneca il Vecchio, Velleio Patercolo e Quintiliano, mentre da un lato si riattaccava alla poesia tradizionale di tipo enniano, dall'altra cedeva alle lusinghe della scuola dei poeti nuovi, avvicinandosi, per questa sua posizione intermedia, a Furio Bibaculo e a Cicerone. I frammenti si leggono in W. Morel, Fragmenta Poetarum Latinorum, Lipsia 1927.
Bibl.: Oltre alle maggiori storie della letteratura latina, cfr. F. Wüllner, De Varronis Atacini vita et scriptis, Münster 1829.