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PRATOLINI, Vasco

di Arnaldo Colasanti - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Pratolini, Vasco

Arnaldo Colasanti

Scrittore e sceneggiatore, nato a Firenze il 19 ottobre 1913 e morto a Roma il 12 gennaio 1991. Considerato uno dei maggiori scrittori italiani del secondo Novecento, alcuni dei suoi racconti e romanzi, come Il quartiere (1944), Cronaca familiare (1947), Cronache di poveri amanti (1947), Le ragazze di Sanfrediano (1949), Metello (1955) e Lo scialo (1960), rappresentano il momento migliore della tradizione realista e, in parte, neorealista. P. fu in modo atipico un grande sceneggiatore il cui vero interesse era la rappresentazione drammatica di un ambiente. Il lavoro di sceneggiatura diventava così un sottile lavoro di 'riduzione' della realtà nella scala di una pièce drammatica e figurativa, senza, però, che quella stessa realtà rischiasse di perdere ciò che allo scrittore appariva essenziale: il dinamismo, la ricchezza linguistica e umana della società. Per P. la sceneggiatura aveva sempre un rapporto diretto con un racconto o con un romanzo; doveva funzionare come una "storia raccontata due volte" e quindi come una vicenda che, anche nel cinema, era votata a mantenere un legame diretto con l'oralità del reale.Il rapporto di P. con il cinema fu sempre continuo e importante.

La predisposizione a una narrazione di grandi scenari (tra i suoi autori preferiti F.M. Dostoevskij, A. Döblin e Th. Dreiser), le prime collaborazioni giornalistiche con racconti e recensioni di film (già dal 1932 nella rivista "Il Bargello" di Alessandro Pavolini), la significativa collaborazione con Roberto Rossellini al soggetto di Paisà (1946) per l'episodio fiorentino (anche se il nome di P. non fu accreditato nei titoli di testa) rappresentano i tratti di un incontro rilevante e non provvisorio fra la letteratura e il cinema. Nel 1948 sfumava il progetto, già avviato, di una trasposizione cinematografica di Il quartiere con la regia di Luigi Comencini. L'anno successivo con Luchino Visconti e Suso Cecchi D'Amico lavorò alla sceneggiatura di Cronache di poveri amanti, anche se Visconti dovette rinunciare alla regia del film che invece realizzò Carlo Lizzani nel 1954. Nel 1953 P. collaborò alla sceneggiatura di Cronaca di un delitto di Mario Sequi e di La domenica della buona gente di Anton Giulio Majano (tratto dall'omonimo radiodramma di P. e di G.D. Giagni); l'anno seguente a Terza liceo di Luciano Emmer e a Tempi nostri (Zibaldone n.2) di Alessandro Blasetti. Furono comunque gli ultimi anni Cinquanta e i primi Sessanta a rappresentare il momento di maggiore impegno di P. per il cinema. Dopo la collaborazione al soggetto e alla sceneggiatura di Il momento più bello (1957) di Emmer, si dedicò nel 1958 al soggetto di Rocco e i suoi fratelli (1960) di Visconti, scritto con il regista e Suso Cecchi D'Amico. Nel 1960 scrisse il soggetto di un film, Il miracolo, mai realizzato (pubblicato su "Cinema nuovo", genn.-febbr. 1963) e collaborò con Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa alla sceneggiatura di La viaccia (1961) di Mauro Bolognini, dal romanzo L'eredità di M. Pratesi, scrittore ottocentesco in qualche misura riscoperto proprio da Pratolini. Sempre nel 1960, da giugno a ottobre, tenne la rubrica di critica cinematografica per il settimanale milanese "ABC". Nel 1962 avvenne però la consacrazione più importante con il film Cronaca familiare di Valerio Zurlini, Leone d'oro alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, tratto dal suo romanzo omonimo che lo stesso P. adattò lavorando al soggetto e alla sceneggiatura. Ciò nonostante, il suo contributo al cinema si ridusse di molto. Nel 1965, in collaborazione con Fabio Carpi, sceneggiò Andremo in città (1966) di Nelo Risi, dal romanzo omonimo della scrittrice E. Bruck. Nel 1972 collaborò ‒ e fu il suo ultimo lavoro per il cinema ‒ alla sceneggiatura di La colonna infame (1973), sempre di Risi, tratto dalla Storia della colonna infame di A. Manzoni. Da ricordare infine il film per la televisione Lo scialo, trasmesso nel 1987 e diretto da Franco Rossi, dal romanzo omonimo: un progetto a cui Zurlini, prima di morire nel 1982, stava già lavorando.

Bibliografia

F. Camon, Il mestiere di scrittore: conversazioni critiche, Milano 1973, p. 33-53; Vasco Pratolini, a cura di Luciano Luisi, Taranto 1988.

Vedi anche
Carlo Lizzani Regista, sceneggiatore e critico cinematografico italiano (Roma 1922 - ivi 2013). Dopo aver contribuito all'affermazione del Neorealismo, soprattutto in veste di critico e sceneggiatore, si è imposto come autore di un cinema politicamente impegnato, affrontando momenti scottanti della storia italiana, ... periodico Pubblicazione (diversa sia dai giornali quotidiani sia dalle pubblicazioni periodiche ufficiali di accademie e società scientifiche) che, a intervalli regolari di tempo, porta a conoscenza di un vasto pubblico scritti di autori vari su argomenti di carattere letterario, artistico, politico, scientifico, ... Giorgio Bassani Scrittore italiano (Bologna 1916 - Roma 2000); visse a Ferrara fino al 1943, e si trasferì poi a Roma, dove fu redattore della rivista di letteratura internazionale Botteghe oscure (1948-60); dal 1958 al 1963 diresse la "Biblioteca di letteratura" dell'editore Feltrinelli, pubblicandovi, fra l'altro, ... Mario Luzi Luzi ‹-zzi›, Mario. - Poeta e saggista italiano (Firenze 1914 - ivi 2005); ha insegnato letteratura francese nell'università di Firenze. Fin dall'esordio (La barca, 1935), recò nella cultura poetica dell'ermetismo una più risoluta opzione per il "passo profondo" del tempo umano. Alle raccolte apparse ...
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Vocabolario
pratolino
pratolino agg. e s. m. [der. di prato]. – Altro nome, non com., del fungo prataiolo.
pratolina
pratolina s. f. [der. di prato]. – Erba comune nei prati (Bellis perennis), detta più comunem. margheritina.
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