• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CALCIDESI, VASI

di Pericle Ducati - Enciclopedia Italiana (1930)
  • Condividi

CALCIDESI, VASI

Pericle Ducati

. A Calcide di Eubea (v.) è stata ascritta da tempo una serie di vasi a figure nere su fondo giallo-rossastro, rinvenuti quasi tutti in suolo italiano e soprattutto in Etruria, con le iscrizioni designanti i personaggi rappresentati condotte nell'alfabeto proprio di Calcide. Dopo le ricerche del Rumpf (v. bibl.) gli esemplari di vasi calcidesi assommano a 279, e forse qualche aggiunta è ancora possibile.

Si tratta di una produzione ceramica che sembra menzionata nei testi antichi con le parole χαλκιδικὰ ποτήρια (Aristofane, Cavalieri, v. 237). Sono, per lo più, anfore, crateri, idrie; si aggiungono brocche, nappi e tazze. La celebre tazza di Fineo da Vulci, ora a Würzburg nel museo dell'università, e i vasi affini debbono forse essere ascritti a Calcide anziché a Nasso.

L'attività dei ceramisti di Calcide si restringe in un ciclo non ampio di anni, all'incirca dalla metà alla fine del sec. VI a. C. La produzione è suddivisa dal Rumpf in quattordici gruppi, riconoscendo in tal modo l'esistenza di almeno quattordici ceramisti. Il Dugas invece, più prudentemente, sarebbe incline a diminuire il numero di questi ceramisti a cinque o a sei, o forse anche a meno. La ceramica di Calcide non si appoggia a una lunga tradizione di scuola e d'industria, ma è dovuta all'iniziativa individuale. Vi sono punti di legame tra questi vasi calcidesi e i prodotti di Corinto, di Atene, delle Cicladi. Vi è in essi la ionica vivacità, vi è l'abilità decorativa propria della ceramica cicladica e di quella corinzia, ma la caratteristica attica si palesa nella tecnica e nella preminenza data alla figura umana. Il disegno sui vasi calcidesi è scorrevole, sebbene talvolta anche sciatto, ma le scene rappresentate sono nel loro assieme gustose, e hanno una fresca vivacità, anche quando le figure non sono nell'agitazione di azioni violente, ma sono in calma composta; specialmente interessanti sono i quadri mitologici. Vi è in essi una spiccata tendenza decorativa, che si esplica principalmente negli ornati di palmette e di fiori di loto, ma anche mancanza di originalità e di varietà inventiva.

Spiccano nella congerie dei vasi calcidesi due personalità. La prima apre la serie con i prodotti iscritti, veramente insigni, come l'anfora di Eracle e di Gerione della Biblioteca Nazionale di Parigi, l'anfora della battaglia intorno al corpo di Achille, già della collezione Hope, l'idria di Monaco con la lotta di Atalanta e Mopso, lo psykter Castellani con scena dionisiaca. La seconda personalità chiude la serie ed è il maestro della citata tazza di Fineo e dei vasi affini, caratterizzati da eleganza e da grazia un po' manierata; si tratta di una produzione ormai contemporanea alla prima fase della ceramica attica a figure rosse di stile severo. È lecito pertanto supporre che il breve, ma interessante ciclo di produzione ceramica calcidese abbia avuto termine nel 507-6 a. C., quando i Calcidesi, alleati dei Tebani, subirono una dura sconfitta da parte di Atene. (V. tavv. LXXI e LXXII).

Bibl.: P. Ducati, Storia della ceramica greca, Firenze 1923, p. 196 segg.; C. Dugas, Les vases chalcidiens, in Revue des études grecques, Parigi 1928, p. 93 segg.; G. Perrot e C. Chipiez, Histoire de l'art dans l'antiquité, X, Parigi 1914, p. 1 segg.; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung der Griechen, Monaco 1923, I, pagina 196 segg.; A. Rumpf, Chalkidische Vasen, Berlino e Lipsia 1927.

Tag
  • ATALANTA
  • WÜRZBURG
  • CERAMICA
  • CORINTO
  • GERIONE
Vocabolario
calcidése
calcidese calcidése agg. e s. m. e f. [dal lat. Chalcid(i)ensis]. – Della città greca di Càlcide, nell’isola d’Eubea: alfabeto c.; vasi c., serie di circa 300 vasi, a figure nere, che si ritengono prodotti a Calcide, provenienti da necropoli...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali