Vedi CAMPANI, Vasi dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CAMPANI, Vasi (v. vol. ii, p. 298 ss.)
Per gli elenchi di tutti i ceramografi campani e le loro opere si veda ora A. D. Trendall, The Red-figured Vases of Lucania, Campania and Sicily, Oxford 1967, ii, pp. 189-572; appendici i-ii; in seguito citato con la sigla LCS.
I vasi si dividono in quattro gruppi principali. Al primo gruppo appartengono i vasi arcaici che si rifanno a modelli attici del tardo V sec. e sono forse originari della Sicilia: tra essi poniamo le opere del Pittore di Chequer e del Pittore di Dirce (v. Sicelioti, vasi), alcuni seguaci dei quali sembra si siano trasferiti in Campania verso il 380-70 a. C.
Il secondo gruppo comprende il Pittore di Cassandra (v. vol. ii, pag. 404) e i suoi principali seguaci, i Pittori di Parrish (v. vol. v, pag. 965) e del Laghetto con i loro molti colleghi: in tutto si tratta di circa mille vasi, il cui centro principale di produzione va situato probabilmente a Capua.
Il terzo gruppo è molto vicino al secondo e comprende i vasi del Gruppo di Capua e del Gruppo A.V. (v. vol. i, pag. 935), sebbene questi ultimi pure fossero fatti probabilmente a Capua e nei suoi dintorni. Il Pittore di Capua ed i suoi seguaci cominciano un poco più tardi del Gruppo di Cassandra e, in quanto allo stile, si differenziano considerevolmente da loro, tanto da far pensare a una fabbrica del tutto separata, con limitati contatti. I numerosi vasi del Gruppo A.V. si dividono in tre sottogruppi. Uno fa perno intorno al Pittore del Viso Rianco (Whiteface) ed al Pittore di B. M. (British Museum) F 196; il secondo, e il più numeroso, è il Gruppo della Libazione i cui vasi sono caratterizzati dalla frequenza con cui vi appaiono le scene di libazione a guerrieri in costume osco partenti per la guerra. L'ultimo sottogruppo è quello del Pittore delle Danaidi (v. vol. iii, pag. 2). Il gruppo termina con i vasi barbarizzati e scadenti del Pittore di Catania 737 e del Fillet Painter.
Il quarto gruppo è quello di Cuma e comprende oltre mille vasi. Esso si può suddividere in tre sottogruppi: A), fabbrica del Pittore C. A. (v. ii, pag. 237) e colleghi, il cui stile è soggetto a influenza àpula molto accentuata verso il 340-330 a. C. che si manifesta nei vasi del Pittore delle Foglie d'Edera, del gruppo del Cavaliere (LCS, pp. 495-500) e del Pittore A.P.Z. (v. vol. i, pag. 509) che adatta soggetti e drappeggi àpuli a forme e modelli campani; B), i gruppi Nicholson (v. vol. v, pag. 453) e Romboide, che mostrano la continuità dello stile C. A. nella generazione successiva ed un ripudio sempre maggiore del tema dei guerrieri come soggetto preferito; C) i vasi più tardi, verso la fine del IV sec., con i gruppi Castelcapuano, FVB, B.M. f 247 e T.T. (LCS, pp. 55o-561) caratterizzati dall'uso sempre crescente dei colori aggiunti e da una sempre maggiore frequenza di figurazioni femminili (cfr. sicelioti, vasi). Molti loro vasi, specie bottiglie, sono decorati con teste femminili, spesso con un tocco di rosa sulle gote. I vasi a figure rosse in Campania terminano, a quanto sembra verso il 300 a. C.; pochi di essi, molto scaduti, possono essere posteriori a questa data.
Bibl.: A. D. Trendall, The Cassandra Painter and his Circle, in Jharb. Berl. Mus., 2, 1960, pp. 7-33; G. Szilagyi, Vases provenants de l'atelier du Peintre C. A., in Bull. Mus. Nat. Hongrois, 16, 1960, pp. 21-40; id., Quelques donnés nouvelles sur l'oeuvre du Peintre A.P.Z., ibid., 19, 1961, pp. 19-31; The Painter of B.M.F. 63 and the new vases from Pontecagnano, in Apollo, I, 1961, pp. 29-52; H. R. W. Smith, A Phylax vase in Rio de Janeiro, in Am. Journ. Arch., 66, 1962, p. 323 ss.; H. Rocha Pereira, Greek Vases in Portugal, Coimbra 1962, pp. 119-129; A. D. Trendall, South Italian Vase-Painting British Museum, 1966, pp. 23-27; id., The Red figured vases of Lucania, Campania and Sicily, Oxford 1967, pp. 189-572.
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