Vedi CAMPANI, Vasi dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CAMPANI, Vasi (v. vol. II, p. 298 e S 1970, p. 178)
Lo studio dei ceramografi campani si è notevolmente arricchito con la pubblicazione da parte di A. D. Trendall di tre nuovi supplementi alla monumentale opera, The Red-Figured Vases of Lucania Campania and Sicily.
Nel primo supplemento (1970) lo studioso anglosassone suggerisce di mutare il titolo del primo capitolo da «Le origini delle figure rosse campane» in «Le origini delle figure rosse campane e siceliote» e ciò anche sulla base di un breve studio su una pisside della Collezione La Rocca del museo di Ragusa, in cui sono analizzati elementi grafici e stilistici che mostrano una notevole vicinanza tra pittori «protocampani» e maestri operanti in Sicilia. Altre connessioni l'autore riconosce tra la ceramica campana e la ceramica pestana, in particolare con opere della prima maniera di Assteas, rinvenute a Lipari, che pongono, a loro volta, ulteriori elementi di collegamento tra la ceramica pestana, campana e siceliota. I vasi provenienti dai recenti scavi di Himera consentono di approfondire la conoscenza della cerchia di uno dei più importanti pittori «protocampani», il Pittore della Scacchiera, e suggeriscono al Trendall una più appropriata definizione di «protosicelioti».
Immutata invece resta la lista, con nuove attribuzioni, dei pittori campani veri e propri, definiti di Capua I (Pittore di Cassandra, Pittore di Parrish e la loro cerchia; la scuola dei Pittori del Laghetto, di Caivano e di Errera, il Gruppo di Issione, i Pittori di Atella e Siamese), di Capua II (predecessori, officina del Pittore di Capua, Gruppo del Viso Bianco, della Libagione, delle Danaidi, del Fillet Painter), di Cuma (officina del Pittore C. A, Gruppo Apulizzante, di Nicholson, del Romboide, di Cuma C). Nel secondo supplemento (1973) sia il gruppo dei «protocampani» (Gruppo di Dirce, dell'Orgia) che quello dei pittori campani veri e propri si arricchiscono di nuove attribuzioni, che non mutano il quadro generale (v. le singole voci in ΕAΑ e in S 1970).
Nel terzo supplemento (1983) A. D. Trendall, riprendendo idealmente le considerazioni fatte nel primo, intitola il capitolo iniziale sui pittori campani «Le origini delle figure rosse campane: il background siceliota».
Bibl.: F. Giudice, Una pisside del museo di Ragusa e il problema dei rapporti tra officine campane e siceliote nel IV secolo a.C., in CronAStorArt, V, 1966, pp. 72-76, tavv. XXIV-XXVI; A. D. Trendall, The Red-Figured Vases of Lucania Campania and Sicily, 1 (BICS, Suppl. 26), Londra 1970; id., The Red-Figured Vases of Lucania, Campania and Sicily, 2 (BICS, Suppl. 31), Londra 1973; id., The Red-Figured Vases of Lucania, Campania and Sicily, 3 (Consolidated) (BICS, Suppl. 41), Londra 1983; id., Three New Campanian Vases, in NumAntCl, XII, 1983, pp. 91-106; D. K. Gorbunova, The Campanian Amphora of the Astarita Painter, in SoobErmit, L, 1985, pp. 40-410; I. McPhee, a. D. Tren- dall, Greek Red-Figured Fish-Plates, Basilea 1987; a. D. Trendall, Red-Figured Vases of South Italy and Sicily, Londra 1989, pp. 29-30, 157-195. - V. pure: FA, XXIV-XXV, 1969-1970, I, nn. 2883, 2884, 2885, 2886, 2887, 2888, 2889 (1293, 367, 115, 2665), 2890 (v. 11951, 2670, 749, 115, 750, 752), XXVI-XXVII, 1971-1972, I, p. 223, 224; 3021 (v. 333), 3022, 3023 (v. 155, 401), 3024, 3025, 3026 (v. 155, 278, 401, 333), 3027, 3028 (v. 1034), 3029, 3030 (v. 155), 3031, 3032, 3033 (v. 8106); 4385 (1333, 155, 3022, 401, 155, 3025, 278, 401, 3027), 4386 (1304, 155, 3029, 8106, 175); XXVIII-XXIX1973-1974, I, 3421 (v. 436); XXX-XXXI, 1975-1976, I, nn. 268, 4264, 4265, 4266 (v. 148), 4267 (v. 148, 221, 368), 4268 (v. 4708, 5766); XXXII-XXXIII, 1977-1978, I, nn. 3954, 3955 (v. 4886); XXXIV-XXXV, 1979-1980, nn. 196, 280, 425, 426, 428, 4164, 4190, 4192, 4193, 4194, 4195, 11794.