CAPILLARI, VASI (dal lat. capillaris da capillus "capello"; fr. vaisseaux capillaires; sp. capilares; ted. Kapillaren, Haargefässe; ingl. capillaries)
Per capillari s'intendono quegli esilissimi vasi che congiungono il tratto terminale delle più piccole arterie con quello iniziale delle più piccole vene. Essi costituiscono una ricchissima arborizzazione della massima importanza per la nutrizione dei tessuti, ai quali vengono ceduti dai capillari i materiali nutritizî anabolici, mentre ne vengono assorbiti quelli di rifiuto catabolici per mezzo di processi osmotici assai complessi. La fisiologia dei capillari è ben lungi dall'essere conosciuta nei suoi particolari, anche perché non è ancora bene accertata la loro costituzione anatomica.
L'osservazione dei capillari è possibile sul vivo per mezzo del microscopio, a debole ingrandimento, sia sulla cute in genere, sia, di preferenza, sull'ultima falange delle dita (specialmente medio e anulare), in corrispondenza del bordo ungueale. Tale osservazione viene facilitata dallo sgrassamento preventivo della cute o del bordo ungueale con etere, spalmando in seguito il punto da esaminare con un poco di olio di cedro, che dà una migliore trasparenza alla cute e ne toglie riflessi luminosi. La cute stessa, o il bordo ungueale, debbono essere fortemente illuminati. Usando una lampada ad arco, si può procedere anche alla fotografia dei capillari, pressoché istantanea (1/5-1/10 di secondo).
Il capillare normale si presenta fatto come una piccola ansa formata da due branche pressoché parallele, quando queste sono all'incirca rettilinee; talora invece le due branche sono fortemente sinuose, curvate a volute, intrecciate tra di loro. Esse sono riunite da una branca trasversale curvilinea. Una delle due branche è un po' più sottile (tratto arterioso del capillare), l'altra è più voluminosa (tratto venoso) e rappresentano rispettivamente la continuazione di un'arteria e l'origine della relativa vena. La corrente sanguigna, direttamente visibile al microscopio, più veloce al centro del capillare, più lenta verso la sua parete, va dal tratto arterioso verso quello venoso. Già in condizioni normali, sia in rapporto alla loro ubicazione nelle diverse sedi del corpo, sia per fattori costituzionali relativi al loro sviluppo, i capillari possono presentare forme e dimensioni svariate: in alcuni individui sono sottili, allungati, a volute multiple, in altri sono brevi e tozzi. La velocità della corrente sanguigna è variabile. Nei capillari si presentano modificazioni importanti: a) alterazioni improvvise di calibro, totali o parziali sotto forma di spasmi localizzati, che interrompono la continuità del capillare stesso segmentandolo; b) apparenze a corona di rosario; c) rallentamenti e arresti della corrente sanguigna; d) aspetto granuloso di questa; e) scomparsa totale della visibilità del capillare isolatamente, o a gruppi, o a territorî. Tutte queste modificazioni sono legate alla funzione stessa di tali vasellini e alla loro complessa regolazione nervosa, che in parte è dipendente dall'innervazione simpatica spinale, in parte è autonoma.
In condizioni patologiche si possono avere dei quadri caratteristici, specie nelle malattie accompagnate da ipertensione arteriosa (nefrite). I capillari si sviluppano fortemente, allungandosi e dilatandosi, sì da riempirsi di sangue e assumere un diametro due o tre volte quello normale. Tale aspetto si può avere anche nella stasi sanguigna periferica d'origine cardiaca (vizî di cuore con stasi cronica). Anche nel diabete si ha un notevole sviluppo della rete capillare. In altre malattie, in cui è colpita l'innervazione vasale per lesione o alterata funzione del simpatico che presiede a tale innervazione, si hanno invece fatti persistenti di spasmo, con svuotamento di ampî territorî capillari, oppure, al contrario, paralisi dei capillari stessi con fenomeni prevalenti di stasi periferica indipendente dagli organi centrali del circolo: tali fenomeni possono alternarsi o coesistere nello stesso territorio, associandosi spesso con analoghe lesioni delle piccole arterie. Si trovano in specie nelle affezioni che prendono il nome di acrocianosi, acroasfissia, eritrodermia, morbo di Raynaud, morbo di Buerger, ecc., di cui costituiscono il fondamento anatomo-patologico o un aspetto sintomatologico. Lo studio della patologia dei capillari è tuttavia ancora al suo inizio.