Vedi CICLADICI, Vasi dell'anno: 1959 - 1994
CICLADICI, Vasi (v. vol. Il, p. 587)
Gli scavi degli ultimi anni a Nasso, Paro e Thera hanno riportato alla luce abbondante materiale ceramico che da un lato permette di seguire lo sviluppo della produzione ceramica a Nasso dall'età sub-micenea fino alla metà del VII sec. a.C. e dall'altro, grazie alle ultime ricerche archeo- metriche, consente di rivedere alcune opinioni diffuse circa la distribuzione delle fabbriche locali.
Protogeometrico. - Lo stile protogeometrico, come mostra il caso di Nasso, senza sottovalutare le influenze attiche, deriva da una tendenza alla semplificazione della ceramica locale sub-micenea. I vasi di piccole dimensioni sono oinochòai, lèkythoi, skýphoi, tazze e kraterìskoi con piede conico, anforette e anfore con anse sul ventre, decorati a triangoli reticolati, cerchi concentrici, semicerchi e larghe strisce ondulate. Una particolarità propria delle Cicladi è costituita dalle strisce a rilievo con punti a pressione oppure a tratti incisi. Alla stessa koinè protogeometrica appartiene anche la ceramica rinvenuta a Paro (Paroikìa, Koukounariès). Nelle Cicladi la decorazione protogeometrica, che riceve influssi dall'Eubea, sopravvive durante il IX secolo. Allo stesso periodo appartengono i vasi protogeometrici di Tino, Rheneia (Parakàstri) e An- dros, mentre gli skýphoi con decorazione a semicerchi continuano anche nell'VIII secolo.
Geometrico. - La ceramica geometrica delle Cicladi è influenzata da quella attica, da cui trae forme e motivi decorativi. A Nasso la produzione inizia con skýphoi profondi, oinochòai con larga base, anfore con anse verticali. La decorazione si limita ad alcuni semicerchi, segmenti consecutivi o linee seghettate. Raramente si adopera vernice biancastra, il cui uso si generalizza nel periodo tardo- geometrico. Gradualmente appaiono nuove forme: la lèkythos, la pisside rotonda, il kàntharos, i crateri con alto piede; nella decorazione si diffonde il meandro e, nelle zone secondarie, linee verticali, chevrons, clessidre.
La categoria più importante di vasi è costituita da grandi anfore ad anse orizzontali e due metope laterali con cerchi e croci. Nel periodo tardo-geometrico con l'espansione della decorazione sulla superficie del vaso e con la divisione di questa in aree decorative, si introducono nuovi motivi ornamentali, quali la scacchiera, le file di rombi riempiti di quadrettatura, la falsa spirale e, tipici di Nasso, il doppio motivo a denti e una fila di baccellature allungate, connesse fra loro da linee curve. Sui grandi vasi appaiono essenzialmente rappresentazioni del mondo animale, uccelli, capridi, cavalli che pascolano, mentre negli spazi metopali cavalli antitetici con un tripode nel mezzo e un'ascia io un uccello sopra la spalla, o anche cavalli affrontati dinanzi all'albero della vita. Un gruppo di vasi con rappresentazioni analoghe al cratere Cesnola a New York è attribuito ora all'Eubea. Relativamente rare, ma non assenti, sono le rappresentazioni umane: battaglie, scene di lamentazioni funebri, danze accompagnate da lira. Esempi tipici della ceramica nassia sono gli skýphoi a tre metope, di cui la mediana presenta il motivo della clessidra con quadrettatura o il quadrifoglio e quelle laterali un uccello ciascuna; inoltre un gruppo di anfore di forma slanciata od oinochòai con beccuccio a trifoglio (Gruppo di Delo Bb) con figurazioni sul collo di uccelli, cavalli, quadrifogli, linee ondulate sulla spalla e linee orizzontali sul resto del corpo.
Analogo è lo sviluppo a Milo, il secondo centro per importanza nelle Cicladi. Si distinguono le grandi anfore con decorazione metopale a cerchi, come quelle di Nasso; qui le metope sono sempre tre. Tra le forme comuni appaiono nel Tardo Geometrico caratteristici vasi tripodati con aperture rettangolari. La decorazione è generalmente più scarsa ed è disegnata con linee sottili, leggere. Le consuete rappresentazioni di animali sono caratterizzate dal movimento libero e dalla vivacità espressiva. La figura umana è assente, con l'eccezione di un esemplare molto stilizzato.
A Paro è stata individuata un'officina di ceramica attiva soltanto dal periodo tardo-geometrico. Tra i ritrovamenti figurano: a) anfore e idrie globulari decorate sul collo da linee verticali ondulate e romboidi con punti, sulla spalla da linee puntinate e sul corpo da sottili strisce orizzontali, quando questo non risulta coperto da grandi superfici in nero, o da strisce ondulate, specie sulle idrie (Gruppo di Delo Aa); b) skýphoi o kàntharoi con grandi meandri o gruppi di punti, chevrons o motivi a forma di S in metope. Con buona probabilità è attribuibile a Paro anche il c.d. Gruppo della ruota (Gruppo di Delo Ab). Esso è costituito da anfore con anse sulle spalle e decorazione metopale a cerchi concentrici, ruote con raggi o gruppi di motivi a forma di «S». Incerta resta l'attribuzione a Paro dei grandi vasi con rappresentazioni di animali. Un rapporto con la ceramica di quest'isola sembra avere un gruppo di vasi databili al periodo di transizione e alla prima fase dello stile orientalizzante (Gruppo di Delo Ad). Questi vasi, anfore e idrie, presentano una fitta decorazione a strisce, che copre l'intera superficie e numerosi motivi complementari (composizioni di rombi, colonne di zig-zag). Al consueto repertorio delle figure di animali, spesso protomi, vengono ad aggiungersi leoni e creature fantastiche (cavalli alati, grifoni).
Gli scavi di un insediamento a Denousa, piccola isola a E di Nasso, hanno restituito ricco materiale ceramico del Medio Geometrico, con sopravvivenze di elementi protogeometrici, che rivela rapporti con il Dodecaneso. Esempi rappresentativi sono costituiti da anfore funerarie che presentano come decorazione principale gruppi di cerchi concentrici. Botteghe locali si trovavano anche a Tino, Kimolos e forse a Sifno; al contrario l'abbondante ceramica tardo-geometrica dell'insediamento di Zagora, ad Andros, dove predominano le importazioni dall'Eubea, non ha contribuito alla individuazione di officine locali.
Gli influssi dall'Eubea sono generalmente sensibili nelle prime fasi della ceramica cicladica, mentre nell'ultimo periodo geometrico i rapporti con l'Attica sono così stretti da rendere intuibile anche la concreta provenienza degli influssi stessi (nel Pittore di Cesnola dal Pittore del Dìpylon; nel Gruppo Ad dal Pittore di Würzburg; nel Gruppo medio del Pittore Rottiers dal Pittore Hirschfeld). Le esportazioni di vasi c. sono limitate. Con il progredire delle conoscenze sulla ceramica dell'Eubea le ipotetiche esportazioni cicladiche nelle colonie di occidente, ma anche in Oriente, vengono riferite a questa regione.
Orientalizzante. - I nuovi ritrovamenti da Thera confermano il perdurare dello stile geometrico nel VII sec., ma anche l'introduzione di motivi decorativi propri dello stile orientalizzante. Alla fine del VII sec., si manifestano i primi tentativi di introduzione della tecnica a figure nere e mentre la produzione ceramica continua anche nel VI sec. con uno stile sub-geometrico semplificato, parallelamente una tendenza verso mode contemporanee è rivelata da imitazioni locali di pìnakes ionico-rodie. Thera continua a essere l'unica isola in cui si trovano anfore della categoria «Linear Island» del Payne, che è stata localizzata a Paro. Nei nuovi esemplari rinvenuti appaiono raffigurazioni di animali (gabbiani in volo o in mare; cavalli al pascolo, leoni), ma anche di esseri fantastici (sfingi, sirene, grifi).
Sporadici frammenti ceramici sono stati trovati a Paro, ma anche a Nasso, cosicché oggi si sostiene la totale o parziale provenienza nassia del gruppo (ceramico) «Linear Island», il cui stile sembra continuare in un gruppo di vasi noti dal Recinto della Purificazione di Rheneia, spesso con rappresentazioni di cavalli o protomi leonine (Gruppo di Delo C). Le proposte per l'attribuzione di questo gruppo portano di nuovo a Nasso.
La ceramica orientalizzante di Nasso, di cui è certa la provenienza, si distingue per la sua omogeneità stilistica (Gruppi di Delo Ba, Bb e Bc) e continua fino al terzo quarto del VII secolo. In un cratere con rappresentazioni di corsa di carri («giochi funebri per Patroclo») appare la firma del vasaio, che testimonia lo sviluppo precoce della personalità artistica nell'area cicladica. Con l'attribuzione a Nasso della categoria ceramica «Linear Island», la produzione vascolare cicladica appare divisa in due gruppi stilistici radicalmente diversi fra loro che devono coesistere ed evolversi l'uno indipendentemente dall'altro.
Gli scavi nell'isola di Thasos, di Tocra, sulla costa di Cirene e a Paro hanno arricchito le conoscenze sulla ceramica «melia» con sorprendenti ritrovamenti.
Grandi anfore su piede da Neapolis (Kavalla), Oisymi e Paro mostrano rappresentazioni di cavalli alati con tripodi, guerrieri, una coppia su un carro, una figura maschile con aratro tirato da due buoi, come anche scene mitologiche: giudizio di Paride, ratto di Tetide a opera di Peleo, Apollo e Artemide che ricevono le kòrai di Delo. Come mostra la serie dei vasi più antichi da Rheneia, gli inizi della ceramica «melia» si collegano con il Gruppo Ad e lo stile si sviluppa come una sintesi delle molteplici tendenze della produzione artistica delle Cicladi, in cui sono stati assimilati elementi decorativi cretesi, protocorinzi e attici. Nell'ultimo quarto del VII sec. si avvertono gli influssi della ceramica rodia, che rimangono tuttavia superficiali, ma soprattutto quelli corinzi, cui si devono alcuni tentativi di introduzione della tecnica a figure nere con incisioni e la diffusione di motivi decorativi e figure di animali (pantere, galli). Gli ultimi vasi «meli» sono assegnati cronologicamente al momento di passaggio al secondo quarto del VI secolo. L'abbondante presenza della ceramica «melia» a Thasos, colonia di Paro, dove esistevano anche fabbriche locali che ne imitavano lo stile, ha fatto ipotizzare (Kontoleon, 1963) una sua provenienza da Paro. Questa opinione sembra confermata dai ritrovamenti degli ultimi scavi nell'isola. Alla ceramica «melia» si devono anche gli influssi «cicladici», che si riscontrano nella ceramica della Sicilia durante il VII sec., come anche la nota anfora da Selinunte.
Archeometria. - L'esame dell'argilla dei vasi di Delo fatto dal Fitch Laboratory porta alle seguenti conclusioni:
a) una parte dei vasi del Gruppo Aa e il Gruppo Ad costituiscono una unità che si può localizzare a Paro; b) una seconda categoria è costituita dal gruppo geometrico Bb e dagli orientalizzanti Ba e C. Questi gruppi provengono da Nasso (nonostante il Gruppo C non sembri avere un rapporto stilistico con il Gruppo B); c) con i vasi di provenienza nassia si trova in rapporto anche l'argilla di una categoria stilisticamente non omogenea che comprende vasi dei gruppi geometrici Aa e Af (considerati parí) e dell'Orientalizzante D; d) l'argilla dei vasi «meli» di Delo e di Thasos ha provenienza comune e questa non è Milo, perché non contiene componenti vulcaniche. Si conferma dunque l'ipotesi che centro di produzione dei vasi «meli» fosse Paro; il Pittore di Cesnola, sebbene il suo stile abbia un'origine nassia, lavora in Eubea. Ricerche parallele, ancora non rese note, sono effettuate anche dall'Institut Géologique Albert de Lapparcut.
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