EFIREI, Vasi
Classe di vasi micenei (v. minoico-micenea, arte) così denominati dall'omerica città di Ephyra, che si è pensato di identificare con la località di Korakou, dove sono venuti in luce gli esemplari di questo tipo i quali furono per la prima volta isolati e studiati da C. Blegen, distinguendoli convenzionalmente con questa etichetta di "efirei". Vasi simili si son poi riconosciuti fra la ceramica proveniente da altri centri micenei come Micene stessa, Tirinto, lo Heraion di Argo, e Filakopi nell'isola di Milo. Questi vasi, in gran parte conservati nel Museo Nazionale di Atene, sono fatti al tornio e sono di argilla fine di colore tendente al cuoio e internamente al rosa, o al giallastro e internamente al grigio.
Tutta la superficie interna ed esterna presenta un'ingubbiatura liscia dello stesso colore dell'argilla, sulla quale sono dipinti i motivi decorativi in vernice lucida, che generalmente nei vasi di argilla color cuoio è rossa, marrone-rossastra o purpurea, nei vasi di argilla color giallastro è bruna o bruno-nerastra o nera. La vernice nera è più soggetta a sfaldarsi delle altre.
La forma tipica ed unica di questa classe di vasi è la coppa di piccole dimensioni, dal corpo profondo semiovoidale su basso piede e con due anse a nastro verticali impostate sul labbro, che è leggermente espanso. È una forma che deriva chiaramente dalla ceramica minia (v. minî vasi), e questi vasi possono farsi rientrare nell'ultima fase della produzione di ceramica minia gialla, ma costituiscono una classe a sé stante per la decorazione che rivela un indubbio influsso del Tardo Minoico I. I motivi ornamentali sono infatti principalmente floreali e quello più frequente è una liliacea con due petali spiraliformi e tre o quattro stami verticali fra essi; talvolta il fiore si avvicina ad un iris. Alla base del fiore sono spesso rappresentate le radici filiformi come due o tre linee leggermente ondulate, divergenti e rialzate. Compare anche un fiore a boccio chiuso inquadrato da quattro o cinque foglie sottili ai due lati, talvolta con l'aggiunta di due foglie larghe sottostanti ripiegate in volute e con brevi radici ondulate alla base, arieggiante un croco. Un altro motivo è rappresentato da rosette con cerchio centrale circondato da petali marginati, da intendere forse come margherite prive di stelo. Frequente è anche il nautilus di tipo miceneo con i tentacoli spiraliformi volti sia a destra sia a sinistra, e sembra che questi ultimi vasi siano più recenti. Nei vasi più tardi della serie appare il motivo decorativo costituito da un gruppo di tre spirali, le cui estremità escono in tre direzioni in linee ondulate come tentacoli di un nautilus.
Tutti questi motivi ornamentali sono disposti liberamente al centro delle facce del vaso senza divisione zonale, senza fasce o riquadrature lineari; i fiori sono in posizione verticale e in alcuni casi, quando il campo è apparso un poco vuoto, si è aggiunta una rosetta fra il fiore e l'ansa, o più raramente si sono preferiti due o tre piccoli bocci o fiori all'unico fiore centrale. Sotto le anse si trova generalmente un motivo di tre angoli lineari curvilinei riuniti, o di tre linee ondulate uscenti da un unico punto. L'orlo non è dipinto.
L'effetto decorativo di questi vasi risulta molto piacevole, elegante, leggero, ed è di chiaro influsso minoico e di tecnica micenea, ma si distingue dalla ceramica coeva del Miceneo II B proprio per la mancanza di partizione tettonica del campo e di decorazione lineare. D'altro canto questi vasi non possono considerarsi, come voleva lo Evans, di origine e di carattere minoici, perché, come ha osservato il Furumark, manca una simile ceramica in Creta e le coppe minoiche su piede con decorazione sulle facce sono più recenti e i motivi, morfologicamente e stilisticamente diversi, occupano una parte più ampia del campo. Bisogna perciò considerare questi vasi e. come una tipica creazione dell'ambiente miceneo, nella tecnica e nello stile micenei e nella tradizione minia, ed è significativo che questo tipo di decorazione e questa sintassi particolare siano limitate unicamente a questi vasi di origine elladica (v. elladica, civiltà).
Bibl.: Ch. Waldstein, The Argive Heraeum, Boston-New York 1905, II, tav. LII, nn. 6, 12, 15, 16; A. J. B. Wace-C. W. Blegen, The Pre-mycenean Pottery of the Mainland, in Annual of the British School at Athens, XXII, 1916-1918, pp. 182-183; C. W. Blegen, Korakou, Boston-New York 1921, pp. 54-57, figg. 75-77, tavv. VI-VII; A. Evans, The Shaft-graves and the Beehive Tombs of Mycenae, Londra 1929, p. 26 ss. e n. 9, p. 49, n. 1; id., The Palace of Minos, IV, Londra 1935, p. 368 ss., n. 4; A. Furumark, The Mycenaean Pottery, Analysis and Classification, Stoccolma 1941, pp. 492, 494-495.