Vedi LACONICI, Vasi dell'anno: 1961 - 1995
LACONICI, Vasi (v. vol. iv, p. 445)
Nel panorama della produzione artigianale di Sparta e della provincia Laconia dominata dagli Spartani, la ceramica occupa un posto di rilievo per la ricchezza del materiale la cui produzione si sviluppa ininterrottamente dal X sec. a.C. fino al dominio romano. Solo pochi periodi di questa lunga storia sono stati studiati in modo approfondito. L'unica visione d'insieme, offerta da un articolo di E. A. Lane (BSA, ΧΧΧΙV, 1933-34, p. 99 ss.), è largamente superata, ma non ancora sostituita.
Negli ultimi decenni lo studio della ceramica si è concentrato sul periodo in cui i prodotti delle officine laconiche erano esportati in quasi tutti i mercati del bacino mediterraneo e del Mar Nero, ossia tutto il VI sec. a.C. con ampi margini nel VII e nel V. L'apice della produzione si ha nel secondo quarto del VI sec. (dopo il quale si ha un rallentamento, ma non l'interruzione: è da scartare dunque l'ipotesi di una fine improvvisa della produzione vascolare intorno al 550). Negli studi più recenti si delinea inoltre un breve «rinascimento» nella produzione soprattutto di coppe a figure nere (trovate a Taranto, Olimpia e Cirene) e di crateri e stàmnoi a vernice nera (rinvenuti in Sicilia, a Lipari e nell'Italia meridionale) intorno al 500 a.C.
Nel periodo arcaico, forse grazie a un certo vuoto di mercato lasciato da Corinto e Atene (la prima aveva perso la sua supremazia mentre l'altra non era ancora padrona della situazione), alcuni maestri vasai e pittori vascolari laconici seppero imporsi sui mercati della Grecia e all'estero. Due maestri in particolare (il Pittore di Naukratis e il Pittore dei Eoreadi) cominciarono a lavorare intorno al 580, e a loro si deve la fondazione di due officine di prestigio: i loro allievi e seguaci si moltiplicarono e continuarono a lavorare per l'esportazione fino alla fine del secolo. Oggi possiamo riconoscere le «mani» di cinque grandi maestri (oltre ai due fondatori suddetti, il Pittore di Arkesilas, il Pittore della Caccia e il Pittore dei Cavalieri) e dieci maestri minori (il Pittore dei Pesci di Taranto, il Pittore della Làkaina 1016 da Sparta, il Pittore Evangelidis, il Pittore del Fregio a spirale, il Pittore di Samo Κ 1044, il Pittore di Aliard Pierson, il Pittore della Chimera e il Pittore di Cirene; ultimamente è stato aggiunto il Pittore degli Opliti). Nella maggior parte dei casi, vasaio e pittore sono una stessa persona. Questi artisti lavoravano nella tecnica a figure nere, ma producevano anche, in misura molto più vasta, vasi a vernice nera, spesso con semplici decorazioni geometriche.
È da sottolineare che la produzione di questi artisti era finalizzata soprattutto all'esportazione sul mercato internazionale: il mercato locale di Sparta, per quel che ne sappiamo oggi, era fornito di prodotti ceramici di minore o diversa qualità. Alcuni maestri erano forse itineranti: così potremmo spiegare p.es. il fatto che le coppe del Pittore dei Boreadi sono state trovate in quantità notevole a Samo, Olimpia e Naukratis, mentre mancano finora a Sparta. Per contro, i prodotti di altri maestri come il Pittore di Naukratis e il Pittore della Caccia sono ben rappresentati nel capoluogo laconico.
Nel difficile campo dell'interpretazione dei soggetti raffigurati nella parte interna delle coppe a figure nere sono stati compiuti progressi (Pipili, Faustoferri). Un grande complesso più o meno anonimo, quello dei vasi a vernice nera o con decorazioni secondarie, deve essere compreso in una valutazione complessiva della ceramica laconica nel periodo di espansione sui mercati internazionali. Lo studio di questo materiale ha ricevuto uno stimolo grazie alla pubblicazione di un deposito votivo di Tocra, l'antica Taucheira sulla costa della Cirenaica (Hayes). Sono seguiti studi specializzati su kàntharoi, stàmnoi e crateri. Studi su altre forme, come crateri a campana, làkainai, aryballoi, anfore e bicchieri, sono in corso di preparazione (Stibbe).
Fra gli aspetti e i problemi legati alla struttura della società spartana, quello del commercio con l'estero (nel cui ambito la ceramica occupa un posto di primo piano) è particolarmente interessante. Gli studi più recenti proseguono sulla via già indicata in precedenza da C. Roebuck e altri, considerando i commercianti di Samo i principali intermediari fra i produttori in Laconia (i perieci) e l'estero. Un'altra ipotesi, formulata di recente (Stibbe) e basata su osservazioni fatte a Lipari, dove stàmnoi l. si affiancano a una vasta produzione locale della stessa fora, presuppone l'esistenza di vasai ambulanti che servivano i loro clienti sul posto.
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