Vedi MINII, Vasi dell'anno: 1963 - 1995
MIΝII, Vasi (v. vol. V, p. 40)
La caratterizzazione della ceramica minia come uno dei principali «fossili guida» del periodo Medio Elladico è stata confermata da studi recenti che hanno anche meglio specificato i problemi relativi alla sua origine, alla suddivisione in fasi e alla continuità di produzione in epoca micenea.
L'ampliamento delle nostre conoscenze è dovuto soprattutto ai risultati degli scavi di Lerna in Argolide e di Lefkandì in Eubea.
Il Biegen, basandosi sulla sequenza del Medio Elladico di Korakou, distingueva due fasi: la prima caratterizzata da ceramiche minie grigie e da ceramiche a pittura opaca (matt-painted) di rozza fattura, la seconda da ceramica minia gialla e da ceramica a pittura opaca di fattura più fine. A Lefkandì sono state riconosciute cinque fasi nello sviluppo della ceramica minia grigia. La prima fase, chiamata Protominio, si trova a Lefkandì 2 e a Lerna IV, fasi che in termini cronologici corrispondono all'Antico Elladico III. Questa varietà è una ceramica che può essere considerata l'antecedente della vera ceramica minia: non è tornita, è di colore variabile dal grigio al bruno e presenta numerose impurità. La transizione al Minio Antico è ben percepibile in Lerna V e Lefkandì 3. In questa fase come in quella seguente (Lefkandì 4) accanto a vasellame tipicamente minio decorato compaiono imitazioni di colore rossiccio o bruno e la cottura dei vasi non ê sempre uniforme. Compare anche la ceramica minia gialla che si differenzia dalla grigia per il colore ma ne condivide le principali caratteristiche tecniche e formali. Essa non soppianta la minia grigia ma può forse essere considerata in qualche misura il precedente della ceramica protomicenea figulina. Il vasellame minio continua a essere molto comune e mantiene le proprie caratteristiche formali fino ai limiti dell'età micenea nel periodo delle tombe a fossa.
Dal punto di vista distributivo la ceramica minia grigia oltre che in Argolide si trova in Grecia settentrionale (specialmente nella valle dello Spercheo), in Grecia centrale (specialmente in Focide e Beozia) e in Eubea; Filakopì a Milo e Haghia Irini a Ceo sono due altri caposaldi. A occidente è stata trovata nelle isole Ionie (Cefalonia e Itaca).
I dati di Lerna e Lefkandì fanno ritenere che la ceramica minia grigia si sia evoluta in Grecia peninsulare con un momento formativo nell'Antico Elladico III. Pertanto la ceramica grigia di Troia VI, equivalente al Medio Elladico II, non può essere stata l'origine di questa classe ceramica in Grecia.
Le analisi archeometriche hanno mostrato una grande uniformità nella ceramica minia grigia classica che viene spiegata come risultato di una tecnologia altamente evoluta e costante, molto selettiva nella scelta delle argille e nei procedimenti di cottura.
La persistenza di una tradizione tecnologica nella fabbricazione di ceramiche grigie nel Tardo Elladico è stata confermata da ritrovamenti recenti di ceramiche con caratteristiche tecnologiche pressoché indistinguibili dalle minie e con forme micenee. Esempi di questo tipo sono stati evidenziati specialmente a Tirinto e qualche importante esempio, ancora in corso di studio e di controversa interpretazione, è emerso a Creta nel Tardo Minoico III. Una ceramica di tradizione tecnologica minia con forme micenee e anche indigene è stata ben individuata in numerosi siti della tarda Età del Bronzo in Italia meridionale con una distribuzione particolarmente significativa lungo la costa ionica.
Bibl.: In generale si veda la bibliografia s.v. Elladica, Civiltà. - V. inoltre: M. R. Popham, L. H. Sackett, Excavations at Lefkandì 1964-66, Preliminary Report, Londra 1968; R. G. Howell, The Origins of the Middle Helladic Culture, in R. A. Crossland, A. Birchall (ed.), Bronze Age Migrations in the Aegean, Londra 1973, pp. 73-106; D. H. French, Migrations and «Minyan» Pottery in Western Anatolia and in the Aegean, ibid., pp. 51-54; O. T. P. K. Dickinson, The Origins of Mycenaean Civilisation, Göteborg 1977; J. B. Rutter, Fine Gray-Burnished Pottery of the Early Helladic III Period: The Ancestor of Gray Minyan, in Hesperia, LII, 1983, pp. 327-355; R. E. Jones, C. Mee, Greek and Cypriot Pottery. A Review of Scientific Studies, Atene 1986, pp. 414-420; C. Zerner, Middle Helladic and Late Helladic I Pottery from Lerna. Part I, in Hydra. Working Papers in Middle Bronze Age Studies, II, 1986, pp. 58-72; K. Kilian, Ausgrabungen in Tiryns 1982/83, in AA, 1988, pp. 145-149; S. Dietz, The Argolid at the Transition to the Mycenaean Age, Copenaghen 1991, pp. 199-206; S. Heuck Allen, Late Bronze Age Grey Wares in Cyprus, in J. A. Barlow e altri (ed.), Cypriot Ceramics: Reading the Prehistoric Record, Filadelfia 1991, pp. 151-167.
Sulla ceramica grigia «pseudominia» in contesti italiani: G. Bergonzi, Α. Cardarelli, in Ricerche sulla Protostoria della Sibaritide (Cahiers du Centre J. Bérard, 7-8), Napoli 1982, I, pp. 94-103 e II, pp. 63-87; R. Peroni (ed.), Ricerche sulla Protostoria della Sibaritide, III, Roma 1984, pp. 101-143; C. Belardelli, in R. Peroni (ed.), Nuove ricerche sulla Protostoria della Sibaritide, Roma 1984, pp. 124-156; L. Vagnetti, Late Minoan III Crete and Italy. Another View, in PP, XL, 1985, pp. 29-33.
(l. Vagnetti)