ŽUKOVSKIJ, Vasilij Andreevič
Poeta russo, nato nel villaggio di Mišensk (governatorato di Tula) il 29 gennaio (v. s.) 1783, morto a Baden-Baden il 7 aprile (v. s.) 1852. Figlio di un ricco proprietario Bunin e di una schiava turca, ebbe il cognome di Ż. dal compare di battesimo. Dal 1797 al 1801 frequentò il collegio dei nobili a Mosca dove ebbe una vasta istruzione. Deciso a dedicarsi alla letteratura, fondò con alcuni amici il Družeskoe literaturnoe obščestvo (Società degli amici della letteratura) i cui membri passarono poi nel gruppo Arzamas. Visse poi alcuni anni in campagna, e nel 1808 rientrò a Mosca per dirigervi il Vestnik Evropy (Il Messaggero d'Europa). Nel 1812 si arruolò e partì per la guerra contro Napoleone. Da questa partecipazione alla guerra nacque Il bardo nel campo russo. Nel 1815 fu nominato lettore dell'imperatrice, nel 1817 insegnante di lingua russa della granduchessa Alessandra Feodorovna. Nel 1821 Ž. si recò all'estero e visitò la Germania e la Svizzera. Salito al trono Nicola I nel 1826, Ž. fu nominato istitutore dello zarevič e tenne questa carica fino al 1841, anno in cui nuovamente ripartì per l'estero. A Stoccarda, all'età di 58 anni, sposò la figlia diciottenne del pittore tedesco von Reutem suo amico. L' amore per la patria divenne per lui un tormento nostalgico, perché non fece più ritorno in Russia fino alla morte.
Ž. è noto soprattutto come il più attivo rappresentante del romanticismo in Russia. Nonostante i mutamenti avvenuti nelle correnti letterarie russe durante la sua vita, egli rimase infatti fedele ai principi romantici dai suoi inizî poetici (Il bardo nel campo russo e le ballate Ljudmila e Svetlana del 1808-12) al racconto in versi Undina del 1837 (attraverso il Vadim del 1817 e le varie favole, richiamantisi a motivi popolari). Fedeltà tuttavia che fu più formale che reale, perché per temperamento Ž fu soprattutto un sentimentale cui lo spirito fondamentale speculativo del romanticismo, specialmente tedesco, rimase quasi del tutto estraneo. La sua attività ebbe importanza da questo punto di vista più per la diffusione della conoscenza di molti poeti romantici stranieri che per la creazione di una vera e propria poesia romantica russa, che si svolse accanto e al di là della sua opera. Di scarsa originalità il poeta fu, del resto, anche nella scelta dei suoi soggetti, e si può dire che i Russi avessero in lui più un modello di quel che sia un'elegante e insieme appassionata ricreazione che non una vera e propria creazione. A restringere il campo della sua popolarità contribuì anche l'indeterminatezza e incertezza del suo pensiero, e la sua incondizionata adesione allo stato di cose esistente nella vita politica e sociale della Russia, in un'epoca in cui gli spiriti migliori, nei limiti del possibile, cercavano di reagirvi. Solo contrappeso a questa tendenza furono l'innata bontà, l'attaccamento agli amici e l'alto concetto che egli ebbe sempre della creazione artistica. Ottimo conoscitore della sua lingua, seppe crearsi anche un proprio stile come traduttore e si può dire che le sue traduzioni non siano mai state superate in bellezza (oltre che dai poeti contemporanei, tradusse anche dai poeti classici: frammenti dell'Eneide, dell'Iliade, della Batrocomiomachia, l'Odissea, servendosi però per gli autori greci di traduzioni letterali). Esemplari rimangono ancor oggi la melodiosità, sonorità e varietà ritmica dei suoi versi, presi a modello, sotto questo riguardo, anche dai poeti delle epoche successive, fino ai simbolisti.
Ediz.: La migliore ediz. delle opere di Z. è quella curata da A. Archangelskij nel 1902. In ital.: Poesie e prose, traduz. di V. Narducci, introd. di E. Lo Gatto (Roma 1926).
Bibl.: Ja. Grot, Očerki žizni i poezii Žukovskogo (Saggi sulla vita e la poesia di Ž.), Pietroburgo 1883; K. Žejdlin, Zizn' i poezija Žukovskogo (Vita e poesia di Ž.); A. N. Veselovskij, V. A. Ž. Poezija čuvstva i serdečnogo voobraženija (La poesia del sentimento e dell'immaginazione del cuore), Pietroburgo 1904; 2ª ed., 1918 (fondamentale).