VASILIKÌ
Villaggio della regione orientale di Creta, ubicato nell'istmo di Hierapetra, a c.a 3 km dalla costa settentrionale. Presso l'abitato moderno, in località Kephali, su una bassa altura che controlla la pianura circostante, sono stati portati alla luce i resti di un insediamento antico, con fasi di occupazione minoica di notevole interesse. Va ricordato come un particolare stile ceramico dell'Antico Minoico II, dalla caratteristica decorazione chiazzata, prenda nome dal sito.
La località, parzialmente esplorata tra il 1903 e il 1906 da R. Seager, a partire dal 1970 è oggetto di indagini sistematiche dirette da A. Zois. La particolare importanza dell'insediamento, collocato in posizione favorevole lungo la via di collegamento più agevole fra la costa settentrionale e quella meridionale dell'isola, è costituita dalla stratificazione del momento prepalaziale, con resti di case dal perimetro quadrangolare e di un vasto spiazzo pavimentato con lastre di pietra. R. Seager aveva identificato in questo insieme, da lui ribattezzato «Casa della Collina», un prototipo dei più tardi palazzi minoici. Tale ipotesi, oltre che dal numero dei vani e dalla vasta estensione del complesso, era rafforzata dalla presenza della corte, facilmente confrontabile con quelle ben note nei palazzi. Le più recenti indagini di A. Zois hanno tuttavia dimostrato come la «Casa» fosse in realtà costituita da due edifici distinti - denominati Casa Rossa e Casa Ovest - appartenenti a fasi differenti pur se all'interno di uno stesso periodo cronologico. Rimane comunque la particolarità rappresentata in specie dall'esistenza della corte lastricata.
L'occupazione della collina risale già all'Antico Minoico; a tale periodo si datano alcuni materiali recuperati al di sotto del vano 30 della successiva Casa Ovest e nel vano ΘI della Casa Nord, oltre ai probabili resti di una tomba nell'area del vano 39 della Casa Rossa. La località fu però più intensamente abitata nei periodi successivi. Durante l'Antico Minoico IIA almeno sei case di dimensioni sostanzialmente equivalenti vennero costruite le une accanto alle altre, estendendosi tanto sui fianchi che sulla sommità dell'altura. Le fondazioni della Casa Nord, con riempimenti artificiali, rivelano una tecnica edilizia già elaborata. La sistemazione degli edifici ha fatto pensare a prototipi anatolici, mentre l'uniformità architettonica fa propendere per l'esistenza di una comunità di tipo egalitario.
Almeno due fasi edilizie sono state distinte nell'Antico Minoico IIB, quando il sito presentava un'occupazione caratterizzata da un minore addensamento delle abitazioni e dalla presenza di strade lastricate. Gli edifici erano ben costruiti, con zoccolo in pietra ed elevato in mattoni crudi; qualche volta i muri erano doppi, probabilmente per sorreggere il peso dei piani superiori. Pali di legno irrobustivano l'apparecchio murario conferendo una certa elasticità alle costruzioni. Agli inizî dell'Antico Minoico IIB si datano la Casa Rossa (dal colore di una sorta di malta molto resistente impiegata nella costruzione dei muri) e la corte lastricata immediatamente a O, sulla quale l'edificio prospettava sulla sommità della collina. Coeva alla Casa Rossa sembra essere anche la Casa A, nel settore NO dell'area scavata. La corte, ampia almeno 250 m2, aveva con ogni probabilità una funzione comunitaria piuttosto che privata. Forse in relazione con il suo accesso è un apprestamento portato alla luce nel settore orientale (vani ⌈2 e ⌈3). Parzialmente sulla corte, in un momento successivo dello stesso Antico Minoico IIB, si impiantò la Casa Ovest, costituita, come la Casa Rossa, da numerosi ambienti. Alla fine del periodo l'insediamento fu distrutto da un violento incendio, forse connesso a un terremoto. Resti di questa rovina sono stati portati alla luce, oltre che nell'area della corte, sotto l'angolo SE della Casa M.
Alcune abitazioni relative probabilmente all'Antico Minoico III sono state rintracciate lungo il pendio sud-orientale della collina, testimoniando una continuità di occupazione del sito. Un periodo di grande espansione dell'insediamento sembra essere in specie il Medio Minoico IA; dei pesi da telaio recuperati in particolare nella Casa X rivelano un'attività di tessitura. Anche questa fase del sito venne distrutta a causa di un incendio, le cui tracce sono ben visibili nella Casa C. Più radi sono gli edifici dei periodi successivi: solo due abitazioni del Medio Minoico II sono state rintracciate.
Durante il Tardo Minoico I il sito conobbe invece una maggiore prosperità testimoniata dalla presenza di diverse case, tra cui in particolare la Casa M, dal perimetro regolare e con i vani parzialmente scavati nella roccia, al limite settentrionale dell'area indagata.
Una tomba del Tardo Minoico III è nota solo dai resoconti relativi alle prime esplorazioni. Il rinvenimento di statuette antropomorfe e di figurine animali permette di ipotizzare la presenza nell'area di un santuario protogeometrico.
A O dell'area scavata, l'edificio ΔΠ era una ricca abitazione di epoca romana con colonne e pavimenti mosaicati. Allo stesso periodo sono da riferire i resti di un acquedotto, alimentato dalle fonti sulle colline a E del sito, e di un vano (56 a) nell'area dell'abitato minoico. A epoca bizantina si datano infine una piccola chiesa e alcune tombe.
Bibl.: Resoconti di scavo: A. A. Zois, in Prakt, 1972, pp. 274-309; 1974, pp. 213-221; 1975, pp. 376-391; 1976, pp. 440-459; 1977, pp. 447-454; 1978, pp. 300-308; 1979, pp. 323-330; 1980, pp. 331-336; 1981, pp. 367-379; 1982, pp. 307-311; 1990, pp. 315-341; 1991, pp. 331-391; 1992, pp- 231-243.
Studî: R. Seager, in H. Boyd Háwes e altri, Goumia, Vasiliki and Other Prehistoric Sites on the Isthmus of Hierapetra (Crete), Filadelfia 1908, pp. 49-50; S. Sinos, Eine Untersuchung der sogenannten 'Palastanlage' von Vasiliki, in AA, 1970, pp. 1-24; A. A. Zois, Vasiliki I, Atene 1976; I. F. Sanders, Roman Crete, Warminster 1982, p. 140; P. P. Betancourt, Minoan Objects Excavated from Vasilike·, Pseira, Sphoungaras, Priniatikos Pyrgos and Other Sites, Filadelfia 1983, pp. 53-75; A. A. Zois, Vasiliki, in The Aerial Atlas of Ancient Crete, Los Angeles 1992, pp. 276-281.
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