VASTO, Alfonso d'Avalos, marchese del
Nato a Ischia il 25 maggio 1502 da una nobile famiglia originaria di Spagna, morto a Milano il 31 marzo 1544. Fu generale delle armate imperiali e capitano generale del ducato di Milano. Servì da prima agli ordini di suo cugino il marchese di Pescara, segnalandosi in Provenza (1524), alla battaglia di Pavia (1525) e poi sotto il viceré di Napoli Ugo di Moncada. Nel 1525, essendo morto il cugino senza figli, ereditò il marchesato di Pescara. Nella sconfitta data da Andrea Doria alla flotta castigliana dinnanzi a Napoli, cadde prigioniero: e durante la prigionia pare abbia avuto gran parte nell'indurre l'ammiraglio genovese ad abbandonare il servizio di Francia per passare sotto le bandiere di Carlo V. Divenuto marchese del Vasto, seguì l'impresa del principe d'Orange contro Firenze (1530). Nel 1535 ebbe il comando delle truppe di terra spagnole nell'impresa di Carlo V contro Tunisi e in quell'occasione si segnalò nella presa della Goletta.
L'anno seguente, alla morte del De Lerpa nella non fortunata campagna di Provenza, gli successe nel comando, dirigendo con grande abilità e personale valore la ritirata; onde, nel 1538, fu nominato governatore del ducato di Milano. Scoppiata di nuovo la guerra fra Francesco I e Carlo V, il marchese del Vasto combatté in Piemonte, costrinse il duca d'Enghien e Barbarossa a levare l'assedio di Nizza e prese Mondovì; ma fu completamente battuto alla battaglia di Ceresole (14 aprile 1455) ove perdette 10.000 uomini e fu egli stesso ferito. Nondimeno, dando prova di grande capacità militare, riuscì a riordinare le sue truppe e a coprire Milano fino alla pace di Crépy che pose fine alla guerra.
Come governatore di Milano, egli fu piuttosto un mediocre amministratore. Certo però fu un eminente capitano del suo tempo, e, come era proprio della sua illustre casata, ebbe non comune cultura letteraria, di cui rimane traccia in alcune poesie. Fu sua moglie la bella e intelligente Maria d'Aragona, amica e protettrice di letterati (così il Giovio) e artisti. Per i figli e successori, v. avalos.