Vaticano 238, Pittore del
Ceramografo etrusco a figure nere. Chiamato Pittore di Kaineus dal Dohrn dalla raffigurazione dello stàmnos di Vienna, è stato indicato dal Beazley come Pittore del V. 238, per non creare equivoci con il pittore attico a figure rosse dello stesso nome.
Ritenuto uno dei migliori pittori di Caere dal Dohrn, viene giustamente considerato dal Beazley inferiore al Pittore di Micali, di cui subisce fortemente l'influsso.
Gli si attribuiscono cinque vasi, tra cui uno stàmnos a Monaco, attribuzione però non accettata dal Beazley, che invece gli assegna una hydrìa (C. A. 2515) del Louvre. Evidenti i rapporti tra i sileni del vaso (inv. 1553) di Villa Giulia e quelli del Pittore di Kyknos in una hydrìa di Napoli. La sua attività si può porre oltre la fine del VI sec. a. C. Le sfingi sedute ed il cavallo del vaso a Villa Giulia mostrano la dipendenza di questo pittore da quello di Euergides (si confrontino le figure simili nella coppa di Londra del Pittore di Euergides).
Bibl.: T. Dohrn, Die etruskischen Schwarzfigurigen Vasen, in Studî Etruschi, XII, 1938, pp. 286-287 J. D. Beazley, Etruscan Vase-Painting, Oxford 1947, p. 16; F. Van, Une gigantomachie étrusque au Musée de Marseille, in Revue Études Anciennes, LI, 1949, p. 26 ss.