Vaticano 265, Pittore del
Ceramografo etrusco a figure nere, che deriva il nome dall'anfora a collo distinto 265 del Vaticano. Della stessa mano deve essere un'altra anfora a collo distinto proveniente da Chiusi, ora a Firenze. Tipica è la decorazione della base dell'anfora con raggi alternati ad amigdaloidi con un grosso punto nella parte più larga.
Nell'interno delle figure non vi sono incisioni, ma solo pennellate di vernice sovrapposta con vernice più o meno diluita che producono un effetto di chiaro e di scuro che dà rilievo alle figure. Alcuni particolari dovevano essere disegnati in bianco, ma ne restano poche tracce perché il colore è caduto. La forma e gli ornati delle anfore ripetono tipi divulgatisi nella ceramica tarda a figure nere e lo stile palesa già la conoscenza di vasi del V sec. a. C.
Il Beazley avvicina a queste altre piccole anfore a collo distinto di forma insolita, non lontane da questo stile.
Bibl.: J. D. Beazley, Etruscan Vase-Painting, pp. 16; 296.