Vaticano 73, Pittore del
Ceramografo corinzio a cui il Payne ha attribuito un gruppo di vasi (òlpai e oinochòai), databili circa il 630-615 a. C., fra cui è un'òlpe del Vaticano (Albizzati, 73), a cui il Pittore deve il nome.
I vasi, decorati con motivi del fregio orientalizzante, a figure di animali sono di esecuzione accurata; la composizione è chiara, piacevole. Hanno ancora molti punti di contatto con lo stile del Protocorinzio Tardo; il Hopper vede in essi i primi lontani accenni allo "stile delicato" del Corinzio Medio e Tardo (v. corinzi, vasi).
Il pittore è vicino ad una tarda òlpe del Pittore di Boston 375, della metà del sec. VII a. C., e ad alcuni pittori del periodo di transizione fra il Protocorinzio e il Corinzio, i Pittori di Berlino 1136 e della Sfinge. Dati gli stretti rapporti con quest'ultimo, il Benson ha supposto che i vasi riuniti sotto il nome del Pittore del V. 73 rappresentino invece la fase giovanile del Pittore della Sfinge.
Bibl.: H. Payne, Necrocorinthia, Oxford 1931, p. 277 s., nn. 118 s.; 144-152; R. J. Hopper, Addenda to Necrocorinthia, in Annual Brit. Sc. Athens, XLIV, 1949, p. 165 T. J. Dunbabin, Humphry Payne's Drawings of Corinthian Vasews, in Journ. Hell. St., LXXI, 1951, p. 69; J. L. Benson, Geschichte d. korinth. Vasen, Basilea 1953, p. 25 s., n. 28, 4-12 (Sphinxmaler).