Vaticano G 111, Pittore del
Ceramografo etrusco che prende il nome dalla oinochòe a figure rosse G 111 del Vaticano, assegnata giustamente dall'Albizzati ad una fabbrica di Vulci.
Il soggetto è un unicum: rappresenta l'incontro tra Apollo su una biga guidata da cavalli e Giacinto su una biga guidata da cigni. Singolare sono pure le vesti e gli ornamenti dei due protagonisti. A questo vaso il Beazley avvicina il cratere a colonne di Lipsia T 952 con Dioniso ed un satiro davanti ad un altare di forma tipicamente etrusco-italica, con della legna sopra.
Il nostro vaso è datato dallo Studniczka all'inizio del IV sec. a. C. Le facce dei satiri ricordano il Pittore di Sommavilla, l'uso delle palmette con fiori e volute a forma di acanto il Pittore di Londra F 484.
Bibl.: J. D. Beazley, Etruscan-Vase-Painting, pp. 39; 43; 48-50.