Mimica, Vatroslav
Regista croato del cinema d'animazione e 'dal vero', nato a Omis (Dalmazia) il 25 giugno 1923. Con le sue opere realizzate nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta ha contribuito all'affermazione internazionale del cinema d'animazione iugoslavo. Tali film, nella loro concisione e intensità drammatica, riescono a creare atmosfere e situazioni che vanno dalla commedia alla tragedia, dall'ironia alla melanconia, mentre lo sguardo gettato dal regista sulla realtà contemporanea, attento e acuto, sa coglierne gli aspetti drammatici e conflittuali, sia pure con mezzi espressivi molto semplici, a volte essenziali. Attivo combattente nella guerra di liberazione nazionale dal 1942, iscritto alla facoltà di Medicina dell'Università di Zagabria, abbandonò gli studi per dedicarsi, nel dopoguerra, alla critica letteraria e fu tra i redattori della rivista di letteratura "Izvor". Dal 1950 si interessò di cinema, prima come organizzatore presso la Jadran Film di Zagabria, poi, a partire del 1952, come regista. Tra i suoi primi film si segnalano il dramma U oluji (1952, Nella tempesta) e la commedia satirica Jubilej Gospodina Ikla (1955, Il giubileo del signor Ikla), che ottennero buon successo. Ma fu nel campo del cinema d'animazione che egli si affermò come uno degli autori più interessanti e originali. Con Dušan Vukotić e altri fondò nel 1956 la Zagreb Film, che divenne ben presto la più importante casa di produzione di film d'animazione della Iugoslavia. Attivo come soggettista di alcuni brevi film di Vukotić, Nikola Kostelac e Ivo Vrbanić, esordì nel disegno animato nel 1957 con Strašilo (Lo spaventapasseri), cui seguirono Samac (1958; Solitario), Happy end (1958) e Inspektor se vraća kući (1959, L'ispettore torna a casa), Kod fotografa (1959, Dal fotografo), Jaje (1959, L'uovo), che lo imposero all'attenzione della critica internazionale e conquistarono numerosi premi grazie anche all'apporto creativo di artisti e disegnatori, quali Aleksandar Marks, Vladimir Jutriša e Zlatko Bourek. Soprattutto Samac e Kod fotografa, nei quali il tema esistenziale della solitudine del singolo in una società di massa è trattato in forme e modi fortemente incisivi, risultarono innovativi e originali nel panorama del cinema d'animazione di quegli anni. Tra le opere seguenti, sempre orientate a un impiego del disegno animato con valore 'materico' e in funzione drammatica, da ricordare Mala hronika (1962, Piccola cronaca): un semplice evento cronistico che diventa, metaforicamente, un dramma contemporaneo, e Tifusari (1963, Malati di tifo), su disegni di Marks, di stampo espressionista: un episodio della lotta dei partigiani iugoslavi contro i nazisti che assume il carattere di una rappresentazione sfaccettata e drammaticamente efficace del tema affrontato. Artista eclettico, M. tornò negli anni Sessanta alla regia di film spettacolari 'dal vero', con risultati espressivi non sempre convincenti, ma spesso ricchi di intuizioni originali o di soluzioni stilistiche raffinate. Non tanto forse nel magniloquente Solimano, il conquistatore (1961), girato in Italia, quanto piuttosto in Prometej sa otoka Viševice (1965, Prometeo nell'isola di Viševice), un dramma sulla Resistenza, e in Ponedjeljak ili utorak (1966, Lunedì o martedì), il ritratto di un giovane in crisi ideologica e politica, incapace di inserirsi in una società che ha perso i suoi valori fondanti. Anche i film seguenti si ispirano a una visione lucida e critica della società contemporanea, o rielaborano soggetti storici e letterari in chiave moderna, nel tentativo, spesso riuscito, di porre in luce le contraddizioni della storia. Così è in Kaja, ubit ću te! (1967, Kaja, io ti ucciderò!) e in Događaj (1969, L'avvenimento), da un racconto di A.P. Čechov; così nel fastoso e formalmente raffinato Seljačka buna 1573 (1975; Anno Domini), che rievoca con una certa forza spettacolare la rivolta contadina del 1573 in Slovenia e Croazia; così nel crudo e violento Posljednji podvig diverzanta Oblaka (1978, Le ultime imprese di Oblak), che si rifà a una leggenda popolare; così infine in Banović Strahinja (1981; Il falcone), da un poema storico ambientato nel 1388 scritto dallo stesso regista, in cui una storia d'amore diventa il pretesto per una rappresentazione a forti tinte della tragedia dell'uomo nel suo vano dibattersi fra leggi e costrizioni disumane. A conferma dell'interesse che M. ha sempre dimostrato per i problemi dell'individuo e per i conflitti storici e sociali, sebbene il suo cinema spesso rimanga al di qua di una profonda analisi critica, incapace di cogliere dall'interno la realtà di quei conflitti.
R. Holloway, Z is for Zagreb, London 1972, pp. 21-22 e passim; B. Dovniković, N. Kostelac, Ž. Matko, et al., Zagrebački krug crtanog filma (Il circolo di Zagabria del film d'animazione), voll. 1°-3° Zagreb 1978, vol. 4° Zagreb 1986, passim.