VAUGHAN, Sarah Lois, detta Sassy
Cantante statunitense di jazz, nata a Newark (New Jersey) il 27 marzo 1924, morta a Hidden Hills (California) il 3 aprile 1990. Compì i primi studi di organo e canto presso la Mount Zion Baptist Church della città natale; quindi si esibì all'Apollo di Harlem (1942), dove conobbe E. Fitzgerald e B. Eckstine, che la fece ingaggiare da E. Hines nella sua orchestra e quindi la scritturò nella propria (1944). Tra la fine del 1944 e il 1946 incise con formazioni di puro stile be-bop, di cui facevano parte Ch. Parker, D. Gillespie, T. Dameron, M. Roach e T. Scott. Si affermò come la voce più significativa del nuovo jazz, anche grazie a una fortunata tournée in Inghilterra e in Francia (1951). Negli anni Cinquanta registrò dischi di gran livello, oltre che con suoi trii, con M. Davis (1950), C. Brown (1954), E. Wilkins (1956) e C. Basie (1958).
Nei decenni successivi, la grande popolarità (veniva chiamata The Divine) la portò a incidere anche dischi di genere commerciale con orchestre d'archi o di canzoni brasiliane. Compì tournées di grande successo in oltre sessanta nazioni, esibendosi in tutti i principali festival del jazz (tra cui Umbria Jazz). La sua produzione migliore è quella del ventennio 1944-64, tra cui sono da citare: Interlude (1944), Mean to me e Lover man (1945), Black coffee (1949), Lullaby of Birdland (1954), I cover the waterfront (1957), No Count blues (1958) e Sassy blues (1963). Le doti più tipiche del suo stile solistico erano un'estensione straordinaria dal soprano al baritono con magistrali salti di registro, un perfetto controllo della voce, un'estrema ricercatezza interpretativa, e straordinarie capacità virtuosistiche.
Bibl.: R. Leydi, Sarah Vaughan, Milano 1961; Id., Sarah Vaughan, in I grandi del jazz, ivi 1979; S.G. Biamonte, in Grande enciclopedia del jazz, Roma 1982; Ph. Carles, in Dizionario Jazz, ivi 1989, s.v.