Vecchia
Personaggio del Fiore, corrispondente alla " Vieille " del Roman de la Rose. Viene adibita da Gelosia, che ha eretto un castello per rinchiudervi Bellaccoglienza, al compito di carceriera: ad una vecchia l'ebbe accomandata / che la tenesse tuttor in distrezza (XXXI 3). Un modo però di rabbonirla e volgerla dalla propria parte viene suggerito ad Amante da Amico: trattarla con ogni cortesia, allettarla con promesse di liberali ricompense e offrirle doni (sia pur di poco valore). Potrà infatti contribuire molto alla realizzazione del suo desiderio e, da parte sua, non è folle né musarda (LII 4). Pertanto, quando le forze della baronia di Amore si disporranno contro i difensori del castello, Larghezza e Cortesia avranno il compito di trattare con lei, ben esperta in faccende d'amore: sa ben la vecchia danza (LXXXIV 5).
Una volta penetrate nel castello, infatti, le fanno allettanti promesse e ne ottengono subito il favore e la collaborazione. Porterà subito a Bellaccoglienza i doni di Amante e parlerà in suo favore. Riterrà quindi di dover istruire Bellaccoglienza, attraverso cui potrà procurarsi una sorta di rivalsa contro il proprio destino, sul modo di condursi in amore, mettendola a parte di una scienza accumulata nei lunghi anni seguiti alla giovinezza inesperta (CXLV-CXCIII). Sarà una precettistica amorosa corrispondente e complementare dal punto di vista femminile a quella, maschile, prima impartita da Amico ad Amante, tutta incentrata sul motivo del profitto da ricavare dalla propria bellezza: Se tu mi credi, e Cristo ti dà vita, / tu ti fodrai d'ermine e di vai, / e la tua borsa fia tuttor guarnita (CLVIII 12-14). Essenziale a una tale scienza è, naturalmente, il saper conquistare e mantenere, ora con calcolata ritrosia ora con ben infinti slanci d'amore e di passione, sempre con lucida e previdente scaltrezza, l'interesse e il desiderio degli uomini, quelli di borsa ben fornita s'intende; e pur essenziale è la disobbedienza a due ‛ comandamenti ' di Amore, la fedeltà a un unico legame e la liberalità (CLVI). Non manca qualche precetto di ordine strettamente sessuale (CLXXXVII).
Bellaccoglienza, ascoltata attentamente la lezione, dirà che possiede abbastanza per non dover esser avida di ricchezze; tuttavia, in grazia dei doni ricevuti e purché non se n'avveda Gelosia, acconsente a vedere Amante. La V. lo raggiunge nella sua abitazione e, assicuratasi che riceverà un compenso, l'esorta a sperare di poter cogliere il fior dell'orto (CXCIX 7) e gli assicura che troverà aperta la porta del giardino del castello, sì che tu avrai il fior in tuo dimino (v. 14). Infatti Amante sarà sul punto di avere il fiore, se non intervenissero a impedirlo Schifo, Vergogna e Paura (CC-CCIV).
A parte le didascalie dei numerosi sonetti che la vedono in primo piano (La Vecchia), meno di frequente il termine ricorre all'interno dei contesti, a volte con l'iniziale minuscola, specie sul principio della vicenda quando non ancora se ne evidenzia il valore antonomastico: XXXI 3, e 13 quella vecchia... / sì era del lignaggio Salvagnone; ma anche CXCIV 1 Così ha quella vecchia sermonato.
Più spesso con la maiuscola, quando si punta l'obiettivo sull' ‛ agens ' (per antonomasia), in prima o in terza persona: Vecchia increspata mi facean chiamare (CL 12); LII 1 La Vecchia che Bellaccoglienz'ha 'n guarda; CXXXVII 3 La Vecchia, che del cassero era sciesa, e 12 La Vecchia che sapea ben la dottrina; CXXXVIII 1 Falsembiante a la Vecchia sì ha detto; CXXXIX 1 e CXL 5 La Vecchia sì rispuose; CXLI 2 a la donna mia / n'andò la Vecchia; CXLIII 9 Allor la Vecchia la ghirlanda prese; CXLIV 5 La Vecchia che l'avea presa en sua guarda; CXCVII 1 La Vecchia sì la va rassicurando; CXCVIII 2 La Vecchia se ne venne al mi' ostello; CXCIX 1 La Vecchia disse allor; CC 1 La Vecchia a tanto da me si diparte. Prevalente la collocazione nell' ‛ incipit ' del sonetto, e comunque ad apertura di verso, quasi con la meccanicità di un ‛ cliché ' narrativo di tono bonariamente popolare; non meno perspicua la funzione (dell'epiteto così sostantivato) intermedia tra il nome proprio e il soprannome farsesco.
I sonetti di educazione erotica sintetizzano i versi corrispondenti della quarta digressione di Jean de Meung (vv. 12555-14546), modellata sull'Ars amandi ovidiana e sul De Amore di Andrea Cappellano. Il poeta del Fiore elimina ogni elemento di ordine intellettuale presente nel modello, essendo soprattutto interessato ai risvolti economici e alla presenza del momento ingegnoso-inventivo nella pratica dell'amore mondano, mentre ignora del tutto i richiami della moralità tradizionale.