vecchiaia
L’età più avanzata della vita dell’uomo, nella quale si ha un progressivo decadimento e indebolimento dell’organismo, con caratteri morfologici e organici propri. Questo processo si svolge con modalità, ritmi, conseguenze estremamente variabili da persona a persona, al determinarsi dei quali possono concorrere fattori di diversa natura: genetici, esperienziali, educativo-culturali, sanitari, traumatici. Nell’anziano si osservano non solo la perdita di certe funzioni ma anche la conservazione di altre: a questo proposito è importante la funzione esercitata dalla plasticità cerebrale, che sottolinea come il cervello non sia l’espressione di un programma genetico rigidamente fissato. Nella persona anziana, oltre alle progressive modificazioni delle funzioni intellettive e di memoria (➔ invecchiamento cerebrale), i principali cambiamenti fisiologici sono a carico delle attività sensoriali e delle attività motorie. L’acuità visiva si riduce progressivamente come pure quella uditiva; l’attività motoria rivela significative modificazioni: l’anziano è meno rapido e possiede minor forza nel compiere i propri movimenti, ma in assenza di fattori patologici (➔ neurodegenerazione) e a condizione che venga svolta quotidianamente una serie di esercizi fisici, le funzioni motorie possono essere conservate anche sino a tarda età.