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Veda

Dizionario di filosofia (2009)
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Veda


Insieme di testi sacri indiani. Il V. si articola in varie parti: le Saṃhitā (R̥gveda, Yajurveda, Sāmaveda, cui si somma più tardi l’Atharvaveda), i Brāhmaṇa, gli Āraṇyaka e le Upaniṣad (dette, per via della loro posizione, vedānta, ossia «fine del V.»). Dal punto di vista storico e linguistico, tali classi di testi sono separate da intervalli di secoli e rappresentano punti di vista anche assai diversi. La filologia odierna colloca il più antico testo vedico, il R̥gveda, tra la seconda metà del 2° millennio a.C. e l’inizio del 1°, ma l’assenza di dati archeologici impedisce di confermare tali datazioni e le scuole filosofiche e religiose indiane non prendono in alcuna considerazione la stratificazione cronologica del V., interpretandola in modo sincronico, e considerando questi testi come un’unità che affronta da vari punti di vista un unico tema, il sacrificio. Ciò fa sì che i testi di Grammatica (Vyākaraṇa) come il Mahābhāṣya di ­Patañjali descrivano il sanscrito come diviso in due livelli, da una parte il linguaggio vedico, dall’altra quello della comunicazione ordinaria (loka). Tale divisione ha un’efficacia sociolinguistica dal momento che la classe sacerdotale utilizza il V. per la celebrazione di sacrifici, pur non parlando normalmente in vedico. L’interpretazione unitaria del V. si basa sul fatto che dalle Saṃhitā sono tratti i mantra, ossia le formule pronunciate durante i sacrifici, i Brāhmaṇa descrivono invece i sacrifici stessi e gli Āraṇyaka e le ­Upaniṣad presentano un’interiorizzazione del sacrificio attraverso, in primis, il controllo del respiro. Secondo la Mīmāṃsā, il V. si compone principalmente di formule rituali (mantra), passaggi narrativi ­(arthavāda) e prescrizioni. Solo queste ultime hanno un valore epistemologico autonomo, mentre gli arthavāda sono ancillari alle prescrizioni e possono essere compresi solo assieme a queste. Per es., passi come «Vāyu è il più rapido fra gli dei» non parlerebbero di un dio effettivamente esistente e andrebbero compresi come complementi della prescrizione di offrire a Vāyu un certo sacrificio, essendo rassicurati che il risultato connesso nel V. al sacrificio verrà ottenuto celermente. Tramite tale principio ermeneutico, la Mīmāṃsā può conciliare, fra l’altro, le proprie posizioni realiste con l’apparente illusionismo di vari passi delle Upaniṣad. Secondo la Mīmāṃsā e il ­Vedānta, il V. trae la propria validità dal non dipendere da un autore personale, sia egli un uomo o Dio stesso, e non poter quindi essere condizionato dai suoi difetti (➔ Kumārila). Il Nyāya, invece, lega il valore epistemologico del V. al suo essere stato pronunciato da un autore affidabile, Dio stesso. Il V. è collettivamente noto come śruti e considerato il fondamento dell’autorità dei testi indicati come smr̥ti («memoria»), ossia Itihāsa (fra cui il Mahābhārata), Purāṇa, ecc. L’elenco delle smr̥ti varia a seconda delle scuole e alcune scuole teiste aggiungono anche i propri testi sacri alla śruti.

Vedi anche
Upàniṣad Upàniṣad Denominazione sanscrita generica («dottrina arcana o segreta») di una serie di testi filosofico-religiosi dell’India, i quali appartengono all’ultima fase del periodo vedico e rappresentano una delle dottrine indiane più antiche concernenti il problema della salvazione dal ciclo delle esistenze ... Yajurveda Fra le quattro raccolte vediche fondamentali (➔ Veda), quella destinata al rituale del sacrificio; si tratta di una specie di libro di preghiere e di formule sacrificali (yajur), in parte ricavate dal Ṛgveda e in parte originali. Il sacerdote officiante, esperto nell’uso dello Yajurveda era l’adhvar... Ārāṇyaka Ārāṇyaka Grande raccolta della letteratura vedica («libri delle selve»), successiva ai quattro Veda. Come i Brāhmaṇa, dei quali possono essere considerati la parte esoterica (il nome si riferisce al fatto che erano destinati alla letteratura anacoretica nelle selve), prendono le mosse dal sacrificio ... Saṃhitā Saṃhitā Parte della letteratura religiosa dell’India antica, detta vedica (➔ Veda). Comprende 4 raccolte, che si ritengono composte tra il 2° e il 1° millennio a.C.: quelle degli inni (ṛc); dei canti (sāman); delle preghiere (yajus); delle formule magiche (atharvan) usate da una speciale classe sacerdotale. ...
Tag
  • SOCIOLINGUISTICA
  • ILLUSIONISMO
  • YAJURVEDA
  • SANSCRITO
  • PATAÑJALI
Altri risultati per Veda
  • Veda
    Dizionario di Storia (2011)
    Testi di carattere religioso, mitologico e liturgico prodotti dalle antiche tribù nel corso della loro migrazione verso il Nord-Ovest indiano. Suddivisi in quattro raccolte (Rgveda, Samaveda, Yajurveda e Atharvaveda), furono probabilmente redatti nell’arco di diversi secoli a cavallo del 1000 a.C. ...
  • vèdico
    Enciclopedia on line
    vèdico Varietà letteraria del sanscrito utilizzata nei testi sacri della religione vedica (→ Veda), le cui più antiche testimonianze sono rappresentate da raccolte di inni sacri (Rigveda, ca. 1500 a.C.).
  • VEDA
    Enciclopedia Italiana (1937)
    Luigi Suali . Il vocabolo significa "scienza", "dottrina"; più precisamente, "sapere sacro o religioso". In senso ristretto, indica, nella letteratura religiosa dell'India, le quattro raccolte (samhitā) del Rigveda (Veda degl'inni), del Sāmaveda (Veda delle melodie), del Yajurveda (Veda delle preghiere ...
Vocabolario
vèda
veda vèda s. m. [adattam. del sanscr. veda-, propr. «scienza (sacra)»], invar. – Nome (scritto per lo più con l’iniziale maiuscola, Veda) dei testi indoarî più antichi (redatti in epoca imprecisata, che secondo le ipotesi più probabili...
vèdico
vedico vèdico agg. [der. di veda] (pl. m. -ci). – Del veda, proprio del veda; che concerne il veda o ne è costituito ed espresso: la letteratura v., i testi v., il «corpus» v.; la lingua v., o, come s. m., il vedico, la lingua in cui è...
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