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veglia

Dizionario di Medicina (2010)
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veglia


Stato di attivazione cerebrale che si accompagna a una condizione di consapevolezza di sé stessi e dell’ambiente circostante. La v. è l’espressione di meccanismi complessi in cui intervengono strutture poste a diversi livelli del sistema nervoso centrale e dotate di proprietà antagonistiche attivanti (risveglianti) e deattivanti (➔ sonno). Il cervello interviene nella regolazione del ritmo sonno/v. attraverso circuiti integrati molto estesi, che comprendono gruppi di neuroni del bulbo, del ponte, della formazione reticolare del mesencefalo, dell’ipotalamo, della porzione limbica del talamo e della corteccia. I neurotrasmettitori coinvolti nell’attivazione dello stato di v. sono la noradrenalina, l’acetilcolina, la serotonina (nuclei del bulbo, del ponte e del mesencefalo), l’istamina (ipotalamo) e il glutammato (corteccia). Dal punto di vista elettroencefalografico, la transizione dalla v. al sonno avviene gradualmente, con diffusione anteriore e successiva frammentazione e scomparsa del ritmo α (a 8÷13 Hz), che viene sostituito da onde più lente (a 4÷7 Hz), dette onde ϑ, di basso voltaggio (fase I del sonno non-REM, o fase di assopimento). Il nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo, formato da un piccolo aggregato di neuroni dotati di autoritmicità, regola l’alternarsi del sonno e della v. nelle 24 ore.

Vocabolario
véglia
veglia véglia (ant. o pop. tosc. végghia) s. f. [der. di vegliare]. – 1. a. Il fatto, la condizione di vegliare, di stare sveglio: mi parve di sentire, stando così tra la v. e il sonno, che qualcuno mi chiamasse. b. In partic., lo stare...
madre di tutte le veglie
madre di tutte le veglie loc. s.le f. La veglia pasquale, la più importante veglia liturgica del cattolicesimo. ◆ Singolare Veglia di una notte singolare. Veglia, madre di tutte le Veglie, durante la quale la Chiesa intera resta in attesa...
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