VEH-ARDAŠĪR (v. vol. ii, p. 964 e s 1970, p. 270, s.v. Ctesifonte)
Scavi condotti nella città circolare ritenuta Ctesifonte hanno permesso di ottenere importanti precisazioni sulla sua stratigrafia e sulla topografia generale dell'area delle capitali partico-sasanidi dette dagli Arabi al-Mada'in. L'area indagata nel corso degli anni 1964-1970 è un'ampia estensione presso il tratto S delle massicce mura in crudo (spesse c.a 10 m, con torri larghe oltre 10 m, ogni 30-35 m), mentre un saggio di limitate dimensioni è stato effettuato nel 1974-75 al centro dell'agglomerato, nel punto di massimo spessore del deposito archeologico (Tell Baruda).
La documentazione di scavo e soprattutto le monete trovate in gran numero nella fitta successione dei livelli di occupazione provano che tutte le strutture, mura comprese, non risalgono oltre l'età sasanide e che la vita del quartiere si svolge tra la metà del III e la seconda metà del V sec. d.C. Restando dunque aperto il problema della localizzazione della Ctesifonte partica, la città circolare non può che essere V. Α., «la bella città di Ardašīr». Fondata dal primo re sasanide, essa raccolse l'eredità artigianale e commerciale di Seleucia tanto da venir più frequentemente denominata nelle fonti Koche o Nuova Seleucia, o semplicemente Seleucia.
I due vasti isolati portati parzialmente alla luce si estendono sui lati di una strada che corre in senso E-O, relativamente ampia e diritta, ma resa irregolare dal diverso aggetto delle fronti degli edifici. Da essa si stacca una serie di viuzze e stretti vicoli che permettono di raggiungere le unità interne. L'area su cui furono impiantate queste costruzioni era occupata in età partica da una necropoli di tombe a cappuccina, appartenente a uno dei nuclei della complessa realtà urbana di al-Madaʽin.
Entrambi gli isolati alternano strutture abitative e artigianali-commerciali. Quello S documenta la continuità della vecchia tradizione mesopotamica della casa a cortile centrale, mentre in quello N si impone la casa a iwān, il caratteristico schema iranico della sala principale, che ha un lato minore completamente aperto sul cortile, qui disposto in senso trasversale. Anche i servizi sembrano diversificarsi, essendo nel primo particolarmente documentate le attività commerciali, nel secondo quelle artigianali. Fra queste la produzione del vetro occupava una posizione di rilievo.
Il quartiere sembra abbandonato con il VI sec., ma la vita continua nell'area centrale (Baruda) fino a età tardo-sasanide. Qui ancora in periodo islamico (VIII-IX sec.) si svolgono alcune delle produzioni artigianali fiorite al tempo dei Sasanidi, mentre il livello finale (XIII-XIV sec.) vede la costruzione di una struttura a carattere residenziale.
Bibl.: G. Gullini, Problems of an Excavation in Northern Babylonia, in Mesopotamia, I, 1966, p. 7 ss.; M. Cavaliere, M. Negro Ponzi, R. Ricciardi Venco, rapporti di scavo in Mesopotamia, I, 1966, p. 63 ss.; II, 1967, p. 41 ss.; III-IV, 1968-69, p. 57 ss.; V-VI, 1970-71, p. 41 ss.; VIII-IX, 1973-74, p. 15 ss.; XII, 1977, p. Il ss. - V. inoltre: J. M. Fiey, Topography of al-Mada'in, in Sumer, XXIII, 1967, p. 3 ss.; Saleh Ahmad El-Ali, Al-Mada'in and Its Surrounding Area in Arabie Literary Sources, in Mesopotamia, III-IV, 1968-69, p. 417 ss.; A. Invernizzi, Figurines de terrecuite de Coche (Ctésiphon), in Akten des VII. Internationalen Kongresses für iranische Kunst und Archäologie, Berlino 1979) n. 241 ss.; M. Negro Ponzi Mancini, Glassware from Choche (Central Mesopotamia), in R. Boucharlat (ed.), Arabie Orientale, Mésopotamie et Iran méridional de l'âge du fer au début de la période islamique, Parigi 1984, p. 33 ss.; R. Venco Ricciardi, Sasanian Pottery from Choche (Artisans' Quarter) and Tell Baruda, ibid., p. 49 ss.; R. Venco Ricciardi, M. Negro Ponzi Mancini, Coche, in La terra tra i due fiumi (cat.), Torino 1985, p. 100 ss.