velare
Il senso proprio di " coprire con un velo " è documentato in Pg XXX 65 donna... / velata; v. anche Fiore XXIV 3, CXXIX 3. In Pd III 99 nel vostro mondo giù si veste e vela, come riflessivo indeterminato, è riferito alle monache.
Più frequente in senso figurato. In Cv III VIII 9 l'anima... quivi [cioè ne li occhi e nel... dolce riso] ... quasi velata... si dimostra, il verbo contiene l'idea della trasparenza, che è del suo uso in senso proprio.
In due luoghi significa " coprire ": Pg XV 122 velando li occhi, " coprendoli " con le palpebre e le ciglia (cfr. XXXII 71 'l velo / del sonno); XXIII 114 'l sol veli, " copri il sole " (Vellutello), " fai ombra " al sole col tuo corpo.
Altrove il verbo ha il senso di " celare ", " nascondere ", " sottrarre alla vista ", per lo più detto del sole, che con la sua luce impedisce di vedere o la sua figura o i pianeti. È usato nella forma transitiva, sia attiva (Pg XVII 53 Ma come al sol che nostra vista grava / e per soverchio [" eccesso di luce " ] sua figura vela...), che in costruzione passiva: Cv II XIII 11 [la stella Mercurio] più va velata de li raggi del sole che null'altra stella, e perciò si può paragonare alla Dialettica che va più velata che nulla scienza, in quanto procede con più sofistici e probabili argomenti più che altra (§ 12); ancora in Pd V 129 Mercurio è detto la spera / che si vela a' mortai con altrui raggi. In Pg I 21 velando i Pesci ch'erano in sua scorta, è il pianeta Venere che " nasconde " la costellazione dei Pesci, per effetto della sua luce. Nella stessa accezione di " sottrarre alla vista ", ma in costrutto riflessivo, il verbo occorre in Pd VII 9 mi si velar di sùbita distanza: " Questo terzo verso [della terzina 7-9] mi riesce di grande e meraviglioso artifizio poetico, per dir molto in pochissimo: ‛ E rapidissimamente volgendosi, tanto si dilungarono, che in un batter d'occhio mi uscirono dalla vista ' " (Cesari).
In If XXV 118 Mentre che 'l fummo l'uno e l'altro vela / di color novo, il verbo, con il complemento che lo segue, è, in genere, così parafrasato: il fumo, che si sprigiona dai dannati trasformantisi in serpenti, nella bolgia dei ladri, " dà il colore del serpe all'uomo, dell'uomo al serpe " (Tommaseo), cioè " copre " (diversamente, il Mattalia vi scorge un'accezione più tecnica: " vela: da ‛ velare ', termine del lessico dei pittori: spargere di una leggera tinta uniforme una tela già colorata ed asciutta, al fine di stabilizzare i colori. Il colore dei due cioè si viene stabilizzando e definendo: bianco da una parte, nero dall'altra ").