velinizzazione
s. f. Progressiva trasformazione in velina, in ragazza di spettacolo.
• in fin dei conti anche le veline berlusconiane in politica sono state utili per evitare la velinizzazione generalizzata dei politici dall’ottima cultura che militano nel centrodestra. (Lodovico Festa, Foglio, 12 maggio 2009, p. 2) • Si tratta di una forma di violenza sottile, nuova per i parametri di riferimento estetici e di presunta affermazione sociale, ma vecchia per il modo di considerare la donna. La «velinizzazione» del ruolo, con la conseguente prospettazione di questo come l’unico modello vincente per la riuscita di genere nella prospettiva del successo e della vittoria, rappresenta un’aggressione all’identità faticosamente costruita durante gli anni di tante importanti battaglie culturali. (Fabio Roia, Unità, 18 ottobre 2009, p. 15) • «Dopo vent’anni di forzaleghismo, di velinizzazione della politica che hanno segnato un costume, uno stile, [Sergio] Mattarella può costituire un riferimento etico-politico per la ricostruzione del costume pubblico italiano» (Paolo Corsini intervistato da Massimo Tedeschi, Corriere della sera, 3 febbraio 2015, Cronaca di Brescia, p. 4).
- Derivato dal s. f. velina con l’aggiunta del suffisso -izzazione.
- Già attestato nella Stampa del 16 settembre 2002, p. 33, Lunedì Sport (Gian Paolo Ormezzano).