VELIO Longo (Velius Longus)
Grammatico latino che fiorì nell'età di Adriano.
Compose varie opere di contenuto grammaticale, e cioè uno scritto De usu antiquae lectionis, ricordato da Gellio (Noct. att., XVIII, 9, 4) ehe si deve distinguere da un altro concernente le irregolarità nella derivazione delle parole. Compose pure un commento all'Eneide, di cui rimangono parecchie citazioni negli scolî virgiliani a noi pervenuti. Si conserva di lui un trattato De orthographia (Keil, Grammatici Latini, VII, p. 46), nel quale cita, come è naturale, i predecessori più autorevoli (Accio, Lucilio, Varrone, Verrio Flacco, Antonio Rufo, Niso). Di Velio Longo usò largamente Cassiodoro nel suo libro De orthographia (Keil, Grammatici Latini, VII, p. 154).
Bibl.: P. G. Goidanich, Note di esegesi e di critica di testi grammaticali latini, in Riv. di filologia, XXXIV (1906), p. 44.