VELLEIA
Città romana della VIII reg. augustea (Aemilia), sorta nel cuore dell'Appennino di Piacenza su un preesistente abitato dei Ligures Velleiates. Tombe protostoriche vennero in luce nel luogo della città stessa, la quale era già fiorente al principio dell'impero. Velleia (Veleia, secondo alcune fonti), attribuita alla tribù Galeria, ebbe propria respublica, con duoviri, quattuorviri aedilicia potestate, pontefici, ecc. Vi era un sodalicium cultorum Herculis. I resti del Foro, cui erano adiacenti la basilica, il tempio, le terme, denotano un notevole grado di ricchezza della piccola città.
Adornavano la basilica numerose grandi statue marmoree d'imperatori, imperatrici e di magistrati, conservate oggi nel museo di Parma. Presso il Foro erano pure originariamente le tavole enee contenenti la lex Rubria de Gallia Cisalpina, delle quali una sola ci pervenne (Corpus Inscr. Lat., XI, 1146) e la grande Tavola Alimentaria (ibid., XI, 1147): documenti storici insigni, oggi anch'essi nel museo parmense. La Tavola Alimentaria (obligatio praediorum per l'ingente somma prestata dall'imperatore Traiano a favore degli alimentarii pueri et puellae) dà notizie sull'economia rurale dell'Appennino a Val Scrivia, Lucca e Piacenza.
I nomi numerosissimi di pagi e vici della regione contribuiscono notevolmente alla stessa conoscenza etnica. Velleia non sopravvisse alla caduta dell'impero. Si ignorano le vicende che ne determinarono l'abbandono definitivo. Non è fondata la tradizione secondo la quale la distruzione sarebbe stata causata da enorme frana della soprastante montagna.
Bibl.: F. G. de Pachtère, La table hypothécaire de Veleia: étude sur la propriété foncière dans l'Épennin de Plaisance (Bibliothèque de l'École des Hautes Études, CCXXVIII); Parigi 1920; U. Formentini, Forma Rei Publicae Veleiatium, Piacenza 1930; G. Mariotti, Gli scavi di Velleia e le tombe dei Liguri Veleati, 2ª ed. ampliata e corredata di nuove tavole, in Crisopoli: Rivista del comune di Parma, XII (1934; la 1ª ediz. apparve nelle Notizie degli scavi di antichità, 1877).