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VENCESLAO II re di Boemia e di Polonia

di Zdenek Kristen - Enciclopedia Italiana (1937)
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VENCESLAO II re di Boemia e di Polonia

Zdenek Kristen

Nacque nel 1271 da Přemysl Ottocaro II. Dopo la prematura morte del padre (1278) fu affidato alla tutela dello zio Ottone di Brandeburgo. Questi però incarcerò il principino, il quale fu trasportato nel Brandeburgo, donde fu rilasciato solo mediante lo sborso di 20 mila libbre d'argento pagate dalla nobiltà boema. Naturalmente nemmeno dopo il ritorno a Praga V. dodicenne poté assumere da solo il potere che era esercitato da un consiglio di reggenza. Fra i membri di esso aveva sposato la madre di V., Cunegonda. Questi dirigeva la politica boema in senso antiasburgico. Ma la potenza di Záviš cominciò a declinare dopo la morte di Cunegonda (1285) e specialmente quando venne a Praga nel 1287 la giovane moglie di V., Guta, figlia di Rodolfo d'Asburgo. Essa riuscì a togliere a Záviš il favore di V., il quale, sospettando il padrigno di alto tradimento, lo fece nel 1289 incarcerare e nel 1290 decapitare. Con tutto ciò Rodolfo non seppe assicurarsi l'appoggio di V., al quale aveva confermato il diritto elettorale dell'impero, per l'elezione del figlio Alberto d'Asburgo a suo successore. Anzi quando Alberto rifiutò di consegnare a V. le terre alpine strappate a Ottocaro II da Rodolfo d'Asburgo, V., dopo la morte di Rodolfo (15 luglio 1291), fece eleggere re dei Romani il conte Aldolfo di Nassau.

In questo periodo l'interesse di V. cominciò a rivolgersi verso l'Oriente, cioè sui ducati di Slesia e sulla Polonia. Avendo unito alla Boemia la contea di Glatz e portato alcuni duchi di Slesia sotto la propria signoria feudale, V. occupò in due spedizioni militari (1291 e 1292) le terre di Cracovia e di Sandomierz e cercò perfino di ornarsi della corona di Polonia. Si rivolse perciò al papa Bonifacio VIII, il quale però favorì il duca della Grande Polonia, Přemysl, che con l'approvazione papale fu nel 1295 coronato a Gniezno re di tutta la Polonia. Lo scontro che si profilò in seguito fra Přemysl e V. fu evitato a causa dell'assassinio di Přemysl nel febbraio 1296. Proprio allora V. si allontanò da Adolfo di Nassau, e si riconciliò con Alberto d'Asburgo che nel 1298 fu col suo appoggio eletto re dei Romani. Alberto in ricompensa favorì la politica polacca di V., il quale poté così raggiungere la meta agognata: avendo sposato in seconde nozze Elisabetta, figlia del suo defunto rivale Přemysl, V. fu nel settembre 1300 solennemente incoronato re di Polonia.

Un anno più tardi, la dinastia dei Přemyslidi riuscì a ottenere la terza corona reale, quando nell'Ungheria nella persona di Andrea III si spense, il 14 gennaio 1301, la famiglia regnante degli Arpád. La fazione nazionale chiamò in Ungheria il figlio del re boemo, anch'egli chiamato Venceslao, il quale fidanzandosi con Elisabetta, figlia dell'ultimo Arpád, fu il 27 agosto 1301 incoronato re d'Ungheria sotto il nome di Ladislao V. Questo accrescimento della potenza dei Přemyslidi incontrò però l'opposizione di Alberto d'Asburgo, appoggiato in questo dal papa Bonifacio VIII non disposto a riconoscere l'elezione di V. in Ungheria, che voleva, come feudo della Sede apostolica, assicurare a Carlo Roberto d'Angiò. Contro questa coalizione, V. cercò l'alleanza del re di Francia Filippo il Bello, anch'egli allora in lotta col papa Bonifacio VIII, ma quest'alleanza poi non si effettuò a causa del sopravvenuto cambiamento nel seggio papale. Quando per le insistenze della Curia l'alto clero ungherese abbandonò il re V., e quando anche la maggior parte dei magnati, scontenti del sistema governativo boemo, passò dalla parte di Carlo Roberto, V. si recò con l'esercito in Ungheria e portò via il figlio e tutti i gioielli della corona (1304). Frattanto Alberto proclamò contro V. il bando imperiale e fece un'incursione in Boemia, assediando la città di Kutná Hora, le cui miniere d'argento l'attiravano, ma senza risultato. Mentre conduceva le trattative per mettere fine al conflitto, V. morì il 21 giugno 1305.

Sotto il regno di V. II la Boemia dei Přemyslidi raggiunse il colmo della fioritura non solo politica, ma anche economica e culturale. La grande ricchezza delle miniere argentifere di Kutná Hora facilitava al re V. l'esecuzione dei suoi grandi progetti politici e gli rese possibile di riformare nel 1300 la moneta boema con la coniazione dei famosi gruppi pragensi. V. affidò l'esecuzione di questa riforma monetaria ai tre fiorentini Rinieri, Appardo (della famiglia Donati) e Cino. V. tentò pure di fondare a Praga un'università sul modello di quelle d'Italia (studium generale), ma ciò gli fu impedito dalla nobiltà boema per paura che in tal modo si aumentasse l'influsso del clero e degli elementi stranieri. Similmente la nobiltà impedì al re d'introdurre nel regno un nuovo codice sulla base del diritto romano, per la cui elaborazione V. chiamò a Praga il giurista italiano Gozzo d'Orvieto, il quale elaborò almeno il celebre Ius regale montanorum, che diventò in seguito fondamento di tutte le leggi minerarie dell'Europa centrale. V. scrisse anche alcune poesie amorose in lingua tedesca. Fu un ottimo statista né appaiono giustificati i giudizî su di lui pronunciati da Dante (Purgatorio, VII, 97-103, e Paradiso, XIX, 124-126).

Bibl.: Oltre alle opere generali di Palacký, Dudík, Tomek, Bachmann, Bretholz, Šimák (v. boemia: Storia), cfr.: Fr. Graebner, Böhmische Politik vom Tode Ottokar II. bis zum Aussterben der Přemysliden, Praga 1903; J. B. Novák, K nové literatuře a nově nalezeným pramenu???m o Václavu II (Sulla nuova letteratura e sulle fonti recentemente scoperte su Venceslao II), in Český Časopis Historický (Rivista storica cèca), XII, Praga 1906; J. Šusta, Dvě knihy českých dějin. I. Poslední Přemyslovci a jejich dědictiví (Due libri della storia boema. I. Gli ultimi Přemyslidi e la loro eredità), Praga 1917, 2ª ed. 1926; id., Soumrak Přemyslovců a jejich dědictiví (Il crepuscolo dei Přemyslidi e la loro eredità), in České dějiny (La storia boema), II, ivi 1935; J. Fiedler, Böhmens Herrschaft in Polen, in Archiv für oesterreichische geschichte, XIV, Vienna 1855; O. Balzer, Królestwo Polskie 1295-1370 (Il regno di Polonia), I-III, Leopoli 1919-20; B. Włodarski, Polska i Czechy w drugiej połowie XIII. i pocza̢tkach XIV. wieku (La Polonia e la Boemia nella 2ª metà del XIII e nei primi del XIV secolo), ivi 1931; W. Fráknoi, Wenzels Wahl zum König von Ungarn, in Ungarische Rundschau, 1914; A. de Regibus, Le contese degli Angioini di Napoli per il trono di Ungheria 1290-1310, in Rivista storica italiana, LI, Torino 1934; G. Skalský, Mincovní reforma, Václava II (La riforma monetaria di V. II), in Český Časopis Historický, XL, Praga 1934.

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