Venceslao II
Re di Boemia e di Polonia (n. 1271-m. 1305). Figlio di Přemysl Ottocaro II, dopo la morte prematura di questi (1278) fu affidato alla tutela dello zio Ottone di Brandeburgo, che lo incarcerò e lo liberò solo in cambio di 20.000 libbre d’oro da parte della nobiltà boema. Solo dopo qualche anno riuscì però a liberarsi del potere del reggente Záviš di Falkenštein, da lui fatto decapitare (1290). Volse i suoi interessi ai ducati di Slesia e alla Polonia, di cui occupò i territori di Cracovia e Sandomierz; sposando (1300) in seconde nozze Elisabetta, figlia del defunto re Přemysl, fu incoronato re di Polonia. Spentasi poi (1301) con Andrea III la dinastia degli Arpadi, col matrimonio di suo figlio Venceslao con Elisabetta, ultima degli Arpadi, ottenne per lui la corona di Ungheria sotto il nome di Ladislao V. Così, attraverso queste unioni dinastiche, un potente complesso di Stati si estendeva dalle pianure russe, dal Baltico e dal Mar Nero sino all’Adriatico. Questa situazione pose contro i Přemyslidi Alberto d’Asburgo, appoggiato da Bonifacio VIII, che voleva assicurare la corona d’Ungheria a Carlo Roberto d’Angiò. Quando, per insistenza della curia, l’alto clero magiaro lo abbandonò mentre anche i nobili, scontenti del suo sistema di governo, passarono a sostenere l’Angiò, V. si recò con un esercito in Ungheria e portò via il figlio e tutti i gioielli della corona (1304). Fu attaccato anche da Alberto d’Asburgo, ma senza risultato. Morì durante le trattative per porre fine al conflitto. Sotto il suo regno la Boemia raggiunse il massimo splendore politico, economico e culturale. Compì una riforma monetaria per consiglio dei fiorentini Ranieri, Appardo Donati e Cino, e fece elaborare dal giurista italiano Gozzo d’Orvieto il codice dello Ius regale montanorum, divenuto la base delle leggi minerarie dell’Europa centrale.