Venere
Vènere [Der. del lat. Venus -eris, nome della dea romana della bellezza e dell'amore, dato al pianeta] [ASF] Il secondo pianeta del Sistema Solare in ordine di distanza dal Sole: v. Sistema Solare: V 277 b e, per i dati orbitali e fisici, 271 Tab. 1.1, Tab. 1.2. V. si muove intorno al Sole con un periodo di 224d 16h 48m (0.615 anni tropici) a una distanza media di 1.08 108 km (0.723 UA) su un'orbita quasi circolare (eccentricità 0.006 8) e poco inclinata sul piano dell'eclittica (inclinazione i=3° 24'). Relativ. alla Terra ha periodo sinodico di 584 giorni; presenta il fenomeno delle fasi. Alla congiunzione inferiore dista dalla Terra 4 107 km e alla congiunzione superiore 1.9 108 km; il diametro apparente passa da 65'' alla minima distanza a 9.5'' alla massima. I periodi più favorevoli per la sua osservazione sono quelli della massima elongazione (47° E o W) che si verificano quando V. è visibile al tramonto e quando brilla in cielo prima dello spuntare del-l'alba. In tali momenti il pianeta è luminosissimo (magnitudine apparente 4.5), sebbene anche con un modesto cannocchiale sia facilmente distinguibile che di esso è visibile solo una sottilissima falce con la convessità rivolta verso il Sole. V. è quindi così luminosa e così facilmente riconoscibile in cielo che certamente doveva essere nota anche ai popoli più antichi. Nelle prime scritture babilonesi e nella cosmologia greca dei tempi di Omero si parla però ancora di V. come di due oggetti distinti: Espero e Lucifero; fu più tardi Pitagora a riconoscere l'identità dell'astro del mattino con quello della sera. L'aspetto di V. non è riconoscibile a occhio nudo; solo dopo la scoperta del cannocchiale, Galilei poté per primo osservarne le fasi. L'intervallo tra le elongazioni E e W dura appena 144 giorni, mentre quello tra le elongazioni W e E dura 440 giorni. I transiti di V. davanti al disco del Sole si presentano a coppia, con un intervallo di 8 anni circa tra il primo e il secondo, mentre ogni coppia è separata dall'altra da circa un secolo. Gli ultimi transiti sono avvenuti nel 1874 e 1882 e il prossimo si verificherà nel 2004. Di V. non si conoscono satelliti ed è ormai confermata l'inesistenza di un ipotetico satellite intravisto nel 18° sec. da G. Cassini e J. Short. V. ha molte caratteristiche assai simili a quelle della Terra: il suo raggio è 6052 km (circa 0.96 volte quello terrestre), la massa è 0.82 volte quella della Terra, la densità è 5.24 g cm-3 (densità della Terra 5.5 g cm-3), la velocità di fuga è 10 km/s (per la Terra 11 km/s); pertanto V., come la Terra, ha potuto trattenere un'atmosfera, circostanza che risulta dall'elevata albedo (0.59), dal fatto che quando V. è in congiunzione inferiore il disco oscuro appare circondato da un sottile anello luminoso, causato dalla diffusione della luce solare da parte dell'atmosfera e, in tempi recenti, da informazioni dirette mediante sonde spaziali. (a) Esplorazione di Venere. Oltre all'osservazione diretta, prima ottica, poi anche in altre bande dello spettro (infrarosso e radio), il pianeta è stato osservato e visitato, a partire dal 1962, da varie sonde spaziali, a cominciare dalle sovietiche Venera e statunitensi Mariner: v. Sistema Solare, esplorazione del. Alla conoscenza di V. hanno contribuito notevolmente anche sondaggi radar, sia da basi terrestri che da veicoli spaziali. (b) Atmosfera. Come accennato, già dai tempi antichi era nota l'esistenza di un'atmosfera di V., denunciata, in partic., dal graduale scomparire e riapparire delle stelle che si trovassero a essere occultate dal pianeta. Si tratta di un'atmosfera molto nebulosa; questa coltre di nubi che ricopre V. è stata ed è un ostacolo notevole per lo studio delle proprietà della sua atmosfera. Solo nel 1967 la sonda Venera 7 forniva i primi dati diretti sulla composizione, che confermavano l'estrema densità del-l'atmosfera di Venere. La temperatura alla base dell'atmosfera è di 600 K (circa 330 °C) e la pressione attorno alle 90 atmosfere; nei primi 50÷60 km la temperatura diminuisce con la quota in modo simile a quanto avviene nella troposfera terrestre, indicando che l'andamento di temperatura in questa regione è determinato da moti convettivi; alla base delle nubi, cioè attorno a 65 km, la temperatura diminuisce più lentamente. Al di sopra delle nuvole la temperatura di V. è di -40 °C, ma aumenta rapidamente in profondità; la sonda spaziale Venera 7 ha misurato a un'altezza di circa 30 km dalla superficie una temperatura di 474±20 °C e una pressione di 93±15 atmosfere. Tali valori sorprendenti sono attribuiti al-l'effetto serra: l'energia solare, penetrando sino alla superficie e riscaldandola, viene nuovamente irradiata, ma su lunghezze d'onda essenzialmente nell'infrarosso e quindi, non potendo traversare verso l'esterno la coltre di nubi, contribuisce a far crescere la temperatura dell'atmosfera più interna del pianeta. Molto spesso, quando V. è in fase, la parte non rivolta verso il Sole non è completamente oscura, ma appare illuminata da una debole luce, forse dovuta a scariche elettriche, simili alle nostre aurore polari, prodotte nell'atmosfera del pianeta dall'intensa radiazione corpuscolare del Sole; in queste scariche sembra che si produca l'emissione radio che, dal 1958, è stata identificata con origine nel pianeta. L'alta temperatura alla superficie di V. rappresenta un interessante problema. Una possibilità è che la densità dell'atmosfera, quasi interamente composta di CO₂ (95 %), comporti l'assorbimento completo della radiazione infrarossa proveniente dalla superficie. Le sonde Venera hanno stabilito che nell'atmosfera di V. esistono tracce di altri gas, come N₂ (3 %). Studi sullo spettro di riflettività di V. nell'infrarosso e la dipendenza della polarizzazione dalla lunghezza d'onda mostrano come le nubi siano essenzialmente composte di H₂SO₄. Dati assai interessanti si sono ottenuti sulla dinamica dell'atmosfera di V. con foto nell'ultravioletto. Queste foto presentano delle ombre che assumono la forma tipica della scia lasciata da una nave. Osservazioni da Terra congiunte a quelle della sonda americana Mariner 10 hanno rivelato che questa forma a V si ripete fino a 3 volte lungo l'equatore. A tutt'oggi non esistono spiegazioni soddisfacenti per questo fenomeno. Un altro problema non completamente risolto riguarda la rotazione del-l'intera atmosfera o almeno della parte superiore di essa in senso retrogrado con un periodo di appena 4 giorni, pari a velocità del vento di circa 100 m/s (360 km/h). (c) Superficie e interno. I rilevamenti radar hanno consentito di tracciare delle carte della superficie di V., che hanno messo in evidenza l'esistenza di rilievi, anche di 3÷4 km (la superficie di V. è assai simile a quella che avrebbe la Terra se non vi fossero gli oceani); ciò è in accordo con quanto risulta dalla diversità del coefficiente di riflessione da regioni diverse; la superficie, comunque, è meno accidentata di quella della Luna. Nell'area in cui scese la sonda Venera 7 la superficie rocciosa è solida, costituita da un suolo sciolto, formato forse da un aggregato di frammenti con una densità media dell'ordine di 1.5 g/cm3. Questa sonda ha permesso di stabilire che il suolo su cui si è posata contiene il 4 % di potassio, lo 0.000 2 % di uranio e lo 0.000 65 % di torio: queste proporzioni non si scostano molto da quelle dei graniti terrestri. La presenza di rilievi continentali suggerisce l'esistenza di meccanismi di orogenesi e di una tettonica a zolle, con conseguente deriva dei continenti e attività sismica, analoghe a quello che si osserva sulla Terra; del resto, nulla vieta di pensare che anche l'interno di V. sia simile a quello della Terra e dell'altro pianeta terrestre, cioè Marte. ◆ [FSP] Esplorazione di V.: v. Sistema Solare, esplorazione del: V 284 d.