VENETO (XXXV, p. 78, App. II, 11, p. 1096)
Il V. ha subìto nel periodo 1951-57 numerose alluvioni, di cui la più disastrosa è stata quella del 14 novembre 1951 causata da 3 squarci arginali in sinistra del Po, di fronte a Pontelagoscuro (a Paviole e ad Occhiobello), là dove il fiume descrive una stretta ansa (v. delta padano e polesine, in questa Appendice).
Il V. continua ad essere una delle regioni italiane nelle quali la produzione agricola risulta più elevata. Esso fornisce infatti il 9,6% del frumento, il 22% del mais, il 2,7% del risone, il 13,5% dei fagioli, il 32% delle barbabietole da zucchero, il 16% del tabacco, il 10% dell'uva, il 53% dei bozzoli. Tenuto conto che la popolazione (3.833.837 ab. al 15 ottobre 1961) è soltanto l'8% della popolazione italiana, il raccolto risulta esuberante in molti settori. Anche per l'allevamento il V. si trova in condizioni favorevoli ed ha raggiunto un grado tecnico assai elevato, specie per i bovini (12% del totale nazionale, con prevalenza della razza alpina). In aumento è anche il numero dei suini e invece in declino l'allevamento equino (in relazione col grande sviluppo dei mezzi meccanici di trazione), degli ovini e ancor più dei caprini. Il V. mantiene il primato per il baco da seta (metà della prod. italiana) e per il pollame (un ottavo del totale, con una produzione di 750 milioni di uova). Tra le industrie sono rappresentate con valori superiori alla media le tessili (specie nel campo della lana, per la quale gli opifici veneti hanno un'ottima attrezzatura), alimentari-agricole, zuccheriere, alberghiere-turistiche. Tra i centri industriali che hanno avuto sviluppo in epoca recente va ricordato nel Vicentino Alte Ceccato (fabbriche di compressori, motociclette e micromotori).
Ma poiché l'incremento naturale della popolazione si mantiene elevato (superiore alla media dell'Italia), gli abitanti non trovano lavoro sufficiente nell'agricoltura e nell'industria e il V. continua ad essere paese di forte emigrazione, sia temporanea (verso l'Europa occidentale e centrale e verso le regioni italiane dove le industrie sono più sviluppate), sia definitiva (verso l'Europa occidentale e verso paesi extraeuropei, in modo particolare Argentina e Brasile).
In progresso è anche l'industria idroelettrica (9,5% della produzione italiana), soprattutto in seguito ai nuovi impianti del bacino del Piave (v.). Invece la produzione del metano (che abbonda nel sottosuolo del Polesine e soprattutto presso Villadose), è rimasta in secondo piano rispetto allo sfruttamento delle regioni centrali della pianura padana. Un metanodotto collega Contarina a Marghera. In progresso è il movimento turistico: Venezia e il suo lido nel 1956 hanno attirato tre quarti di milione di turisti (in grande maggioranza stranieri), con quasi due milioni di giornate di presenza. Nel campo delle comunicazioni ferroviarie, importante l'elettrificazione (25 febbraio 1957) della linea Verona-Padova.
Bibl.: F. Milone, L'Italia nell'economia delle sue regioni, III, Tre Venezie, Torino 1958.