Venezia
Popolazione
La città storica di V. sta assistendo a un progressivo decremento demografico in favore dei centri urbani situati sulla terraferma. La crescita della corona suburbana, comunque, risulta più lenta rispetto a quella delle altre province venete e ha guadagnato annualmente, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta del 20° sec., circa 7 ab. ogni 1000 censiti. Il tasso annuale di popolazione è negativo, pari a 7,7‰ ab., con una consequenziale diminuzione della densità di 18 punti percentuali. Inoltre, la popolazione provinciale, che nel 2005 ha raggiunto la quota di 832.236 ab., tende alla senescenza a un ritmo più veloce rispetto all'intera regione veneta, con un indice di vecchiaia che nella provincia di V. tocca il 163% a dispetto di quello regionale del 136%. La tendenza all'invecchiamento risulta più marcata per la popolazione della provincia capoluogo la quale, di fatto, sta impedendo al naturale ricambio generazionale di colmare i vuoti della mortalità. Questo indebolimento demografico, che colpisce in particolar modo la città insulare, è da considerarsi diretto effetto non tanto della condizione economica del capoluogo, molto appetibile visto il cospicuo flusso di forza lavoro che dalla terraferma muove verso la city, ma di una situazione sociale che colpisce la classe giovane, sempre più concentrata nei comuni limitrofi al nucleo urbano centrale.
L'espansione della corona suburbana situata sulla terraferma, avvenuta nel corso dell'ultimo trentennio del Novecento, ha portato a una crescita d'importanza di centri urbani quali Mestre, aiutato dalla presenza dell'aeroporto Marco Polo e da uno sviluppo economico in crescita, e Marghera, sempre più concorrenziale nel settore dell'industria chimica, metallurgica e petrolchimica. Di sempre crescente rilevanza appare la componente dell'immigrazione straniera che fa di V. una tra le province venete con il più alto incremento di popolazione straniera residente, anche se rimane relativamente basso, rispetto a quello delle altre province venete, il tasso di attività nel mercato del lavoro (67%).
Condizioni economiche
Nel panorama economico regionale, V. ha senz'altro un ruolo di grande importanza. Il Veneto è la seconda regione italiana per il maggiore numero di occupati nel settore primario e, dagli ultimi decenni del 20° sec., forti sono stati i cambiamenti avvenuti nella distribuzione settoriale degli occupati, per lo più a favore dei servizi. V. è tra le tre province, assieme a Padova e Verona, con il maggior numero di occupati nel settore terziario con una percentuale del 64%. Il processo di terziarizzazione ha contribuito a far abbassare notevolmente il tasso di disoccupazione che, nella provincia veneziana, risulta del 4,9%, concorrendo così in maniera attiva alla diminuzione del valore medio dell'indicatore regionale. La crescita dei prezzi e quella dei servizi finali del 2002-03, che portò a un forte aumento del tasso d'inflazione in special modaniera a V., si è andata contenendo nel 2004, provocando, in tutti i capoluoghi veneti, una diminuzione del tasso d'inflazione regionale. Tra le voci che hanno contribuito a fare abbassare i prezzi al consumo quella dell'abbigliamento e calzature, che nel capoluogo della Regione ha registrato una crescita contenuta del 2,3%. Rincari significativi, invece, hanno colpito tanto i trasporti, quanto i prezzi al consumo delle bevande alcoliche e tabacchi, che a V. hanno toccato +8,1%. Buono lo sviluppo del comparto industriale cresciuto nella città lagunare dello 0,8%. Il settore che, comunque, contribuisce in maniera decisiva a sorreggere l'economia provinciale e regionale è senza alcun dibbio il turismo, che nel 2004 ha premiato tutte le città d'arte rispetto ad altri comprensori turistici. In tale anno, la provincia di V. ha accolto, così, più della metà dei turisti in visita nella regione veneta e ha registrato il più elevato incremento regionale degli arrivi che, rispetto al 2003, è cresciuto del 4,3%.