VENIER (Venerii)
Famiglia patrizia veneziana d'incerta origine (la derivazione da Vicenza, affermata dai genealogisti, è assai dubbia), ma di cospicua antichità, ché appare in documenti del sec. XI. Il fatto che varî membri di questa famiglia figurano, nei documenti più antichi, come residenti a Chioggia proverebbe che ivi fosse il nucleo principale del casato, poi trasferitosi a Rialto. Dopo la IV crociata, un ramo di questa famiglia ebbe signoria su Cerigo e Paro; i V. ebbero giurisdizione feudale sul castello dalmata di Zemonico, su quello di Sanguineto (Verona), insieme con i Martinengo e con i Leoni. Un ramo dei V. si trasferì pure a Candia, ed ebbe parte notevole nelle sollevazioni di quell'isola contro la signoria veneziana. Oltre ai dogi Antonio e Sebastiano (v.) la famiglia ebbe anche un altro doge: Francesco (11 giugno 1554-2 giugno 1556), ed ebbe fama per valentia di giuristi, di ambasciatori e di letterati, fra cui vanno ricordati Domenico (nato nel 1517), facile rimatore, lodato ai suoi tempi; il fratello Lorenzo, autore di poesie scurrili ma non prive d'efficacia rappresentativa dei costumi dell'epoca; Maffeo, figlio di Lorenzo, drammaturgo e felice verseggiatore in vernacolo, autore, tra l'altro, della Strazzosa che è tra le più fresche e vive poesie dialettali veneziane del sec. XVI.
Bibl.: Per la famiglia V. in genere v.: P. Molmenti, Sebastiano V. e la battaglia di Lepanto, Firenze 1899, pp. 1-8; su Domenico V., v. P. Serassi, Vita di D. V., Bergamo 1751; su Maffeo V., v. N. Ruggieri, M. V. arcivescovo e letterato veneziano del '500, Udine 1909; A. Pilot, Canzoni inedite di M. V., Capodistria 1906; id., M. V., Roma 1909; su Lorenzo V., v. L. Dalla Man, Un discepolo di Pietro Aretino, L. V. e i suoi poemetti osceni (Contributo alla storia del costume veneziano della iª metà del sec. XVI), Ravenna 1913 (anche le bibliografie veneziane del Cicogna e del Soranzo).