venti
Non molte le occorrenze di questo numerale, adibito a vari usi.
In Pd XXIX 49 è in un contesto che indica un tempo breve, quanto ne occorre per arrivare, numerando, al venti: è il tempo intercorso fra la creazione e la dannazione degli angeli ribelli. In Fiore CCXIV 8 si parla di una tregua di venti dì che Amore procaccia di far stipulare fra le opposte fazioni di Sicurtà e Paura (cfr. CCXIII).
Di venti anni è, ne li più, la durata della seconda età, la giovinezza; e non senza ragione: se 'l colmo del nostro arco è ne li trentacinque, tanto quanto questa etade ha di salita tanto dee avere di scesa (Cv IV XXIV 3: il discorso si chiarisce tenendo presente che la prima età, l'adolescenza, dura in fino al venticinquesimo anno, § 2).
In un altro passo del Convivio il v. è studiato quale componente del numero mille ventidue, quante sono le stelle visibili in meridie: un attento esame di questi tre numeri, cioè due e venti e mille, renderà evidente la grandissima similitudine del cielo Stellato con la Fisica (II XIV 2); la Fisica (v.), infatti, studia il movimento, che è triplice: locale, qualitativo o di alterazione, quantitativo o di accrescimento; il primo e il terzo tipo di movimento sono simboleggiati dal due e dal mille; quanto al venti, esso indica lo movimento de l'alterazione: infatti, poiché i numeri si formano per ‛ alterazione ' del dieci con le altre nove cifre e con sé stesso, e poiché la più bella alterazione che il dieci presenta è la sua di se medesimo, e la prima di tal genere è appunto il venti, si deve concludere che il cielo Stellato per questo numero lo detto movimento significa (§ 3). Cfr. ALTERAZIONE, e, per le fonti del passo, le note di Busnelli-Vandelli.