VENTILAZIONE (fr. ventilation, aérage; sp. ventilación; ted. Lüftung; ingl. ventilation, airing)
Generalità. - È l'insieme dei mezzi atti a fornire ad esseri viventi l'aria necessaria per la respirazione nella quantità richiesta e nelle condizioni più opportune e più gradite all'organismo.
Non occorre nessun artificio per assicurare tali condizioni quando persone (o animali domestici) respirano l'aria atmosferica all'aperto. Difatti l'ossigeno consumato per i bisogni fisiologici è rigenerato dalle piante, e la composizione dell'aria in ossigeno e anidride carbonica resta mediamente inalterata.
Quando invece persone o animali domestici sono costretti a respirare l'aria di ambienti chiusi o semichiusi l'ossigeno viene gradatamente assorbito e assimilato, e vengono emessi invece con la respirazione e con la traspirazione della pelle: vapore acqueo, anidride carbonica (CO2) e varie sostanze organiche nocive, sicché l'aria di questi ambienti tende a diventare inadatta alla respirazione (aria viziata).
Quest'aria viziata si riconosce istintivamente con l'odorato; con criterio più preciso si suole riferire la bontà dell'aria al contenuto di CO2, non perché questa sostanza, in modeste proporzioni, sia dannosa all'organismo, ma perché ad essa sono pressocché proporzionali le altre sostanze organiche nocive, e perché della CO più che delle altre riesce facile la misura, e quindi il giudizio sulla respirabilità dell'aria.
La ventilazione consiste nel rimuovere l'aria viziata e sostituirla con aria fresca. Ciò si può ottenere in varî modi:
1°. Ventilazione naturale, consistente nell'apertura periodica di finestre e porte, o di apposite aperture regolabili, in modo da permettere lo scambio dell'aria tra interno ed esterno, facilitato dall'eventuale differenza di temperatura tra l'ambiente e l'atmosfera o da dispositivi aspiranti azionati dal vento.
2°. Ventilazione meccanica, qualora quella naturale non sia efficace, realizzata mediante apposite condutture o aperture nei locali e adatti apparecchi di propulsione (agitatori d'aria, ventilatori, compressori o aspiratori, eiettori).
3°. Ventilazione termica o per gravità, realizzata mediante riscaldamento dell'aria viziata o dell'aria pura alla base di condutture ascendenti, in modo da creare il necessario movimento. Rientrano in questa categoria i caminetti (v. camino), le cappe attivate da fiammelle, le canne di ventilazione azionate semplicemente dal calore emesso dalle persone e gl'impianti di caloriferi ad aria, i quali ultimi provvedono simultaneamente al riscaldamento e alla ventilazione degli ambienti.
Spesso la ventilazione è accompagnata dal riscaldamento dell'aria (da eseguire nell'inverno) o dal raffreddamento (da eseguire nell'estate) o da una preparazione (detta, con brutto neologismo, condizionamento; fr. conditionnement; ingl. air conditioning) consistente nel lavaggio, filtrazione, umidificazione o disseccamento,, riscaldamento o raffreddamento, per trattenere la polvere, i batterî, l'umidità eccedente e dare all'aria le caratteristiche più gradite all'organismo. Infine si è proposto ancora di sottoporre l'aria viziata a trattamenti chimici che, assorbendo le sostanze organiche, l'anidride carbonica e le impurità, permettano di rimettere in circolazione negli ambienti chiusi l'aria viziata, così purificata o rigenerata; ove non sia conveniente di utilizzare l'aria esterna troppo piena di polvere, di fumo o di nebbia, o troppo differente come temperatura o umidità relativa da quella interna.
Quantità d'aria da rinnovare. - Qualunque sia il sistema di ventilazione, è indispensabile che l'aria venga rinnovata in guisa che la proporzione di CO2 e di sostanze nocive che rendono l'aria insalubre non ecceda un certo limite. Volendo, secondo alcuni autori, limitare il contenuto massimo di CO2 nell'aria a 1,5 litri per mc. e dato che inizialmente l'aria ne contiene circa 0,4 l./mc. e che ogni persona emette in media 30 litri all'ora di CO2, occorrono ad ogni persona in media 32 mc. per ora di aria pura, un po' meno per persone giovani e addette ad occupazioni sedentarie, un po' più per le persone adulte e addette a lavoro muscolare, ancora più per malati.
Si consigliano le seguenti portate d'aria dell'impianto di ventilazione per ogni individuo e per ora:
Contemporaneamente all'incremento del contenuto di CO2 cresce con la respirazione quello di vapore acqueo, ma, con la rinnovazione suddetta di aria, l'aumento di umidità relativa risulta sempre tollerabile dall'organismo. Oggigiorno si tende ad assicurare una buona ventilazione più che con la quantità di aria, con la sua qualità, riducendo le impurità (polvere, gas nocivi, batterî, umidità, ecc.) e riducendo al minimo la quantità d'aria, il che si traduce in una minore spesa d'impianto.
Esigenze dell'organismo. - Oltre alla purezza dell'aria influiscono sull'organismo altri elementi di cui bisogna tener conto nello studio della ventilazione: l'umidità relativa o grado igrometrico, la temperatura e la velocità con cui l'aria si muove a contatto col corpo. Il corpo umano, essendo a una temperatura di 37° circa, cede calore ai corpi circostanti per irradiazione, e all'aria per convezione ed emissione di sostanze gassose, nonché all'acqua emessa allo stato liquido, per farla evaporare. La prima quantità di calore dipende dalla temperatura più o meno bassa delle pareti dell'ambiente rispetto a quella del corpo, la seconda da quella dell'aria circostante e dalla velocità con cui questa si muove, la terza dal grado igrometrico dell'aria nell'ambiente, in quanto che un'elevata umidità dell'aria ostacola l'evaporazione ed elimina la corrispondente erogazione di calore da parte del corpo. Quando la somma di queste tre quantità di calore compensa esattamente la produzione continua di calore (intorno a 100 calorie per ora) che si ha nel corpo umano per la reazione chimica tra l'ossigeno e taluni composti del carbonio, il corpo si trova in uno stato di benessere, altrimenti proverà l'impressione di freddo o di caldo. A evitare ciò occorre che i tre elementi: temperatura, umidità relativa e velocità dell'aria siano opportunamente graduati, e ciò si può appunto ottenere con la ventilazione.
In quanto alla temperatura, il valore più gradito all'organismo è quello che si realizza nei periodi temperati dell'anno, dai 15° ai 25° centigradi, potendo il corpo, con i suoi poteri di adattamento, graduare entro certi limiti l'entità della trasmissione di calore al variare della temperatura esterna.
In quanto al grado igrometrico il valore più gradito al corpo umano varia da 0,30 a 0,85. La velocità dell'aria può raggiungere senza eccessiva molestia valori di m. 0,50 per sec. In questi limiti di variazione delle tre quantità: temperatura, umidità relativa e velocità dell'aria, si può ottenere un'ugual sensazione di benessere in condizioni completamente differenti. L'aria a elevata temperatura ma secca può far provare l'impressione di ambiente più fresco che non l'aria di più bassa temperatura ma umida, e così l'agitazione dell'aria rende piacevoli temperature anche notevolmente elevate dell'ambiente.
Da statistiche eseguite in America (U.S. Bureau of Mines) risulta, ad es., che una medesima sensazione di benessere si prova in estate per le seguenti terne di valori della temperatura (t), del grado igrometrico (ψ) e della velocità (V) dell'aria a contatto col corpo:
Pertanto si è proposto da alcuni autori d'introdurre un nuovo parametro detto temperatura efficace (ingl. effective temperature), intermedia fra la temperatura del termometro asciutto e quella del termometro a bulbo bagnato del psicrometro, il cui valore dipende simultaneamente dalla temperatura, dall'umidità relativa e dalla velocità dell'aria, e che fornisce globalmente una misura della sensazione di caldo o di freddo provata dal corpo umano.
Sulla fig. 1 nella quale le ordinate sono le temperature e le ascisse il contenuto di vapore in un kg. d'aria secca, mentre le curve corrispondenti ai varî valori di ψ sono il luogo dei punti di grado igrometrico costante, sono disegnate alcune linee di temperatura efficace costante: le cosiddette linee di benessere invernale ed estiva in aria calma (a e b) corrispondenti ai valori di 18°,8 e 21°,5 rispettivamente, ricavate dalle suddette statistiche. Attorno alla prima si estende la zona di benessere (tratteggiata) corrispondente alla favorevole impressione provata da una grande percentuale di persone.
Le linee b, c, d, e, f, g corrispondono tutte a una medesima temperatura efficace di 21°,5 (che risulta la preferita in estate) quando l'aria ambiente è calma (linea b) o artificialmente mossa. La velocità di m. 0,1 per secondo, indicata in figura, corrisponde in media alla turbolenza in ambiente tranquillo.
Misure relative alla ventilazione. - Il contenuto d'anidride carbonica nell'aria si può ricavare con l'analisi chimica di campioni prelevati dall'ambiente. La temperatura dell'aria si misura con i termometri. Fra questi, quelli a mercurio o ad altri liquidi sono i più semplici; la loro indicazione può essere però influenzata dal calore raggiante proveniente da corpi più caldi dell'aria (ad es., il sole) o emesso verso corpi più freddi (come sono ad es., nell'inverno, le vetrate esterne). Occorre perciò schermare il bulbo dei termometri con un involucro metallico che assuma una temperatura uniforme in equilibrio con l'ambiente, o meglio provocare un movimento relativo dell'aria rispetto al bulbo con la rotazione del termometro a guisa di fionda; o con l'aspirazione dell'aria mediante un piccolo ventilatore.
La misura della temperatura può essere anche eseguita a distanza, ad es., negl'impianti di condizionamento o nei caloriferi ad aria, con apparecchi posti in altri ambienti, adottando dei termometri a vapore o elettrici del tipo dei pirometri.
La misura del grado igrometrico o umidità relativa si esegue con gli igrometri e con i psicrometri. Infine la velocità dell'aria, se è alquanto elevata, dell'ordine di 50 cm. per sec. o più, può essere misurata con gli anemometri; se invece è molto bassa, con misuratori elettrici basati sul raffreddamento subito da un filo caldo investito dalla corrente, o ancora osservando il moto di nuvolette di fumo prodotte con ammoniaca e acido cloridrico.
Sono stati recentemente proposti, allo scopo di render confrontabili le condizioni di ambienti riscaldati e ventilati con sistemi diversi (ad es., radiatori di termosifone e solai radianti), degli apparecchi atti a dare un'indicazione complessiva della sensazione provata dal corpo umano (e cioè in un certo senso della temperatura efficace) in un dato ambiente, indipendentemente dai singoli valori dell'umidità, della temperatura e dell'agitazione dell'aria.
Uno di essi è il catatermometro Hill, costituito da una specie di grosso termometro ad alcool col quale si rileva la rapidità di raffreddamento da 38° a 35° nell'ambiente in questione, sia col bulbo asciutto, sia col bulbo bagnato, per dedurre la perdita in calorie per secondo e per centimetro quadrato nei due casi. Tale perdita di calore è l'elemento che fornisce il giudizio sulla sensazione provata nell'ambiente dal corpo umano. Un altro apparecchio che giunge direttamente alla determinazione di tale quantità di calore perduta è l'eupateoscopio. Esso misura l'energia elettrica occorrente al riscaldamento di un cilindro metallico di superficie nota per mantenerlo a temperatura costante di 27° circa nell'ambiente. L'uso di questi apparecchi non è ancora diffuso nella tecnica, e i risultati ottenuti non sono sempre soddisfacenti e concordi.
Ventilazione di teatri, miniere, gallerie, ecc. - La ventilazione di sale per spettacoli o luoghi di riunione è molto spesso accoppiata al riscaldamento o raffreddamento dell'aria, e in tal caso l'impianto comprende dei condotti di presa dell'aria pura, lontano dalle cause d'inquinamento, sul tetto dell'edificio o in giardini; dei locali ampî, generalmente negli scantinati, per la filtrazione, il lavaggio, il riscaldamento o raffreddamento, e infine i ventilatori, le canne di distribuzione dell'aria ai vari locali, o alle varie parti della sala, e i condotti di espulsione dell'aria viziata. Nei teatri la ventilazione del palcoscenico è separata da quella della platea e da quella delle gallerie per evitare la propagazione d'incendî. Quando i ventilatori sono posti prima della sala, creano in essa una pressione superiore all'esterna, che favorisce le sfuggite d'aria dalla sala; quando sono nelle canne di estrazione, provocano nell'ambiente una depressione, tanto maggiore quanto più forti sono gli ostacoli incontrati dalla corrente d'aria attraverso le canne di presa e gli apparecchi purificatori. E tale depressione facilita le rientrate d'aria atmosferica che nell'inverno possono riuscire moleste. Talvolta si trovano quindi ventilatori sia nelle canne d'introduzione dell'aria, sia in quelle d'estrazione, in modo da riportare nella sala la medesima pressione che si ha all'esterno.
Speciali cure richiede la ventilazione dei locali ermeticamenle chlusi, come i ricoveri per la difesa antiaerea, gli auditorî per radiodiffusione e i teatri sonori per la cinematografia. In questi ultimi impianti si adotta la ventilazione meccanica con refrigerazione estiva e riscaldamento invernale dell'aria, e i condotti si muniscono di pareti acusticamente assorbenti, perché non giungano nella sala i rumori esterni e quelli dovuti al macchinario in funzione (ventilatori, motori, macchine frigorifere, ecc.).
La ventilazione delle miniere è di capitale importanza per la vita dei minatori; essa si realizza quindi preferibilmente con camini di richiamo dell'aria viziata, alimentati da focolari, e curando che l'aria pura venga da altre gallerie a tutti i luoghi di lavoro. Nei casi in cui tale sistema risultasse troppo costoso converrebbe ricorrere a mezzi meccanici, curando una conveniente distribuzione d'aria pura, e adottando tutti i possibili artifici per garantire la continuità e la sicurezza del funzionamento. A tale scopo si possono, per es., alimentare le condotte d'aria con due ventilatori ciascuna, o anche si può mandare aria ai posti di lavoro per vie differenti da una o da più centrali di produzione dell'aria compressa; si possono prevedere motori termici di riserva quando i ventilatori sono alimentati elettricamente, e impianti di segnalazione di eventuali guasti per provocare il pronto intervento dei mezzi di riserva, e così via.
La ventilazione delle gallerie di montagna è pure un altro problema assai interessante della tecnica, che ammette soluzioni varie caso per caso. Durante la perforazione, la necessità di ventilazione è creata dalla temperatura elevata del sottosuolo, che per es. nel traforo del Sempione ha raggiunto addirittura i 52°. Per rendere meno penoso il lavoro in tali condizioni si ricorre generalmente alla ventilazione meccanica mediante grandi ventilatori e tubazioni che raggiungono l'estremità del cunicolo d'avanzamento, o anche usando per la respirazione l'aria compressa di scarico delle macchine perforatrici, la quale poi trova sfogo dirigendosi verso l'imbocco della galleria. Ultimato il traforo, se non esiste un ricambio naturale d'aria dovuto a differenze di temperatura fra le due estremità, lo si può creare con camini verticali o inclinati che raggiungano in varî punti il traforo asportando il fumo e l'aria che entra dagl'imbocchi della galleria e che si riscalda lungo le pareti di questa. Per utilizzare la pressione del vento per l'estrazione dell'aria viziata si possono impiegare alla sommità dei camini di ventilazione delle mitre girevoli, orientate dal vento in modo tale da esercitare nell'interno un'aspirazione, o anche delle mitre fisse, munite di feritoie, delle quali alcune creano nell'interno una sovrapressione, e altre, in maggior numero, per leggi aerodinamiche, una depressione, cosicché in totale si ha una depressione che facilita l'estrazione dell'aria (v. anche: galleria, XVI, p. 296).
Impianti.
Considereremo la ventilazione naturale dei locali nel caso in cui vi sia una differenza di temperatura fra esterno e interno.
Si abbia un locale (fig. 2) e supponiamo che in corrispondenza di una superficie orizzontale la pressione all'interno sia uguale a quella esterna (si suole chiamare tale superficie zona neutra); poiché la densità esterna dell'aria è diversa da quella interna, al disopra di detta zona la pressione è maggiore dalla parte dell'aria più calda mentre l'opposto avviene al di sotto. La differenza di pressione in un punto A è data da h (δ1 - δ2) essendo δ1 - δ2 le densità dell'aria interna ed esterna. Tale differenza di pressione dà origine a una ventilazione naturale attraverso alle aperture. La posizione della zona neutra è determinata dalla condizione di eguaglianza fra l'aria entrante e quella uscente; essa dipende quindi dalla natura e dalla posizione delle aperture; se si prescinde dall'azione del vento, in locali indipendenti, privi di camini, con finestre o aperture omogenee, essa si stabilisce evidentemente al centro delle aperture stesse. Nei fabbricati i locali non sono però indipendenti, ma comunicano tra loro per mezzo di scale, ascensori, porte, ecc., per cui possono avvenire nei varî piani spostamenti notevoli e assai diversi della zona neutra (così in taluni fabbricati molto alti, riscaldati, si è constatato che tutti i locali feriori vi era una depressione rispetto all'esterno). Le diverse temperature dell'aria esterna lungo le varie pareti, e ancora più l'azione del vento, possono dar luogo a differenze assai notevoli nella pressione esterna in corrispondenza di locali esposti diversamente e quindi possono provocare spostamenti della zona neutra o essere causa di scambî d'aria anche quando non vi siano differenze di temperatura fra interno ed estermo. L'effetto di un'apertura nei riguardi del ricambio dell'aria dipende, quindi, strettamente dalla sua posizione e non soltanto dalle sue dimensioni; si comprende pertanto come lo studio della ventilazione, che ne può derivare, vada fatto caso per caso, tenendo conto dei numerosi elementi che vi influiscono.
I tipi più comuni di aperture usati per la ventilazione naturale sono le finestre, che si muniscono spesso a tale scopo di arieggiatori o vasistas; per diffondere l'aria in modo più omogeneo ed efficace si è ricorso in recenti sistemi a numerose piccole aperture opportunamente disposte (regolabili o no) nelle finestre o meglio nelle pareti (sistema Knapen), quando l'aria esterna è molto fredda si dispongono talora le aperture di entrata dietro ai corpi scaldanti dei locali.
Le canne o i camini possono essere di ausilio alla ventilazione naturale: il loro effetto viene talora intensificato utilizzando l'azione del vento col mezzo di speciali mitre, fra le quali si possono distinguere quelle di tipo fisso (figura 3), di tipo mobile od oscillante (fig. 4), e di tipo rotante (fig. 5); mentre i primi due tipi utilizzano l'azione del vento come in un eiettore, il terzo è costituito da un vero aspiratore meccanico mosso dal vento.
I mezzi di ventilazione naturale dipendono strettamente dalle condizioni meteorologiche esterne essi possono trovare impiego soddisfacente per la loro semplicità nei casi in cui si richiedano ricambî d'aria approssimati (locali di abitazione e anche scuole, ospedali, ecc.); quando invece occorre provvedere a ricambî notevoli e sicuri, è necessario ricorrere a ventilatori meccanici (v. pompa).
Gl'impianti di ventilazione meccanica si possono distinguere in centrali e locali; a essi va unito quasi sempre il riscaldamento o il raffreddamento dei locali.
Negl'impianti di ventilazione centrale l'aria viene spinta da uno o più ventilatori nei varî ambienti attraverso canali; in generale, e cioè quando l'impianto debba servire anche al riscaldamento o al raffreddamento, una parte dell'aria viene riaspirata dagli ambienti attraverso a canali di ritorno; la parte che va ricambiata esce naturalmente dalle aperture oppure vicine aspirata e mandata all'esterno con altro ventilatore.
Negl'impianti centrali per l'immissione dell'aria s'impiegano generalmente ventilatori centrifughi ad alette concave o convesse (v. pompa); più usati sono i primi, perché richiedono, a parità di portata, minori dimensioni e minori velocità periferiche e quindi sono di minore costo; possono dar luogo a inconvenienti quando funzionano in parallelo; inoltre in essi la curva dell'energia assorbita cresce assai rapidamente col diminuire della bocca equivalente del circuito (v. pompa); per cui, essendo questa assai difficile da precisare a priori, è opportuno vi sia la possibilità di poter cambiare il numero di giri, adottando o motori direttamente accoppiati a velocità variabile o motori con trasmissione a cinghia.
Gl'impianti di ventilazione devono quasi sempre soddisfare a particolari esigenze di silenziosità; per questo occorre provvedere all'isolazione dei ventilat0ri e a un'appropriata costruzione degli stessi; inoltre le condizioni di funzionamento non devono essere troppo diverse da quelle previste corrispondenti al massimo rendimento, e la velocità periferica della girante, quella di uscita dell'aria e la prevalenza, per i tipi di ventilatori comuni, è opportuno siano mantenute entro i seguenti limiti approssimativi:
Maggiori velocità possono essere ammesse per ventilatori funzionanti da aspiratori e per ventilatori con diffusori o di speciale costruzione.
Per l'economia di esercizio se l'impianto deve funzionare spesso a carico ridotto è opportuno che la riduzione di portata anziché strozzando il circuito possa avvenire riducendo la velocità del ventilatore, per cui è consigliabile l'impiego di motori a velocità variabile.
Canali. - I canali che portano l'aria ai varî locali possono essere costruiti con varî materiali; quelli più usati sono: muratura, calcestruzzo, eternit, legno, lamiera di ferro. Le sezioni vengono calcolate in base alle portate stabilite o determinate in precedenza, e al carico disponibile per vincere le resistenze di attrito e quelle singolari dipendenti da gomiti, diramazioni, cambî di direzione, di velocità, ecc.
Per evitare rumori la velocità dell'aria nei canali non deve essere eccessiva; per impianti silenziosi comuni si sogliono fissare i seguenti valori: canali principali m. 6 ÷ 8 al 1″; canali secondarî m. 3 ÷ 5 al 1″, ma di importanza forse maggiore agli effetti della silenziosità sono le particolarità costruttive de canali, per le quali si consigliano le seguenti norme. I raccordi e le derivazioni debbono essere fatti in modo da evitare bruschi cambiamenti di direzione dei filetti dell'aria, e quindi essere arrotondati e di diametro ampio; è opportuno in essi l'impiego di alette distributrici, in modo che la velocità dell'aria sia costante in tutta la sezione.
La natura delle pareti interne dei canali ha speciale importanza nei casi d'impianti particolarmente silenziosi, per l'assorbimento dei rumori; in canali diritti si può ritenere che questo sia proporzionale alla superficie del canale e al coefficiente specifico di assorbimento del materiale di rivestimento e inversamente proporzionale alla sezione traversale del canale; la trasmissione dei rumori nei canali si può diminuire anche utilizzando il fenomeno della riflessione mediante passaggi a zig-zag in unione all'impiego di materiali assorbenti. Su questi principî si basano gli smorzatori di rumori di cui le figg. 6 e 7 rappresentano alcuni tipi.
L'aria entra ed esce dai canali attraverso apposite bocchette di presa e di uscita, la velocità attraverso tali bocchette dovendo essere tale da non provocare rumori o correnti moleste; essa può variare entro limiti assai vasti; in generale si prescrivano i seguenti limiti: per bocchette di presa esterna m. 5 al 1″; per bocche di immissione nei locali da m. 1 a 3 al 1″; (si possono però raggiungere anche valori di m. 6 ÷ 8 al 1″, con speciali apparecchi eiettori).
Filtrazione. - Fra gli apparecchi più importanti sono da ricordare quelli destinati a togliere all'aria le materie in sospensione: a tale scopo possono servire gli apparecchi di lavaggio, nei quali l'aria attraversa una nebbia di goccioline d'acqua o lambisce delle superficie bagnate.
Essi hanno in generale anche altri scopi (umidificare o raffreddare l'aria) e la loro efficacia agli effetti della sottrazione delle materie in sospensione è assai minore di quella dei filtri propriamente detti.
Umidificatori. - Servono ad arricchire di umidità l'aria e si usano negl'impianti di riscaldamento.
Deumidificatori. - Servono per sottrarre umidità all'aria; il loro impiego è quasi sempre necessario negl'impianti di raffreddamento dei locali per portare il grado di umidità entro i limiti necessarî per il benessere (v. sopra: Esigenze dell'organismo). Lo stesso apparecchio di raffreddamento può servire a questo scopo se l'aria viene a contatto con superficie a temperatura più bassa del suo punto di rugiada o in modo più sicuro se viene raffreddata dal di sotto del punto stesso. Gli apparecchi raffreddatori-deumidificatori sono di varî tipi: possono essere analoghi agli umidificatori-lavatori, e cioè: a spruzzo, nei quali l'acqua fredda viene finemente spruzzata in una camera attraversata dall'aria, oppure a scorrimento, nei quali l'acqua scorre su superficie lambite dall'aria; e possono essere a superficie, nei quali il fluido raffreddante (che può essere anche diverso dall'acqua) è separato dall'aria da superficie metalliche lisce o alettate: essi sono analoghi ai riscaldatori, ma in generale hanno superficie assai più ampie.
In tutti e tre i tipi, ma specialmente in quelli a spruzzo, l'aria uscendo dal deumidificatore trascina in sospensione delle goccioline, per cui si rende necessario, per trattenerle, l'impiego di separatori. Nella forma più comune tali apparecchi sono costituiti da una successione di lamiere verticali opportunamente piegate (fig. 8) e lungo le quali si fa scorrere dell'acqua per aumentarne l'efficacia e per mantenerle pulite.
L'installazione dei raffreddatori e dei deumidificatori viene fatta, negl'impianti centrali, in modo analogo a quella degli umidificatori e dei riscaldatori; soltanto, mentre in questi ultimi una riduzione di potenzialità o di scarico si può ottenere variando sia la temperatura sia la quantità dell'aria, nei deumidificatori occorre mantenere costante o quasi la temperatura di raffreddamento e variare solo la quantità d'aria raffreddata, per cui i raffreddatori deumidificatori vanno sempre muniti di un passaggio in derivazione.
La deumidificazione si può ottenere anche per mezzo di sostanze igroscopiche o adsorbenti: fra le prime è stato usato il cloruro di calcio, sostituendo all'acqua dei deumidificatori dei primi due tipi una soluzione di detto sale; fra le seconde sono usati il gel di silice e l'ossido di alluminio. Le sostanze deumidificanti, dopo essersi arricchite di umidità, vengono ricostituite facendo evaporare l'acqua assorbita per mezzo del calore. Questi sistemi s'impiegano soprattutto quando non si abbiano a disposizione temperature abbastanza basse per ottenere una sufficiente deumidificazione con la sola condensazione.
Depuratori. - All'aria che viene ripresa dall'interno e fatta ricircolare si è cercato talora di togliere quelle qualità, difficilmente precisabili, che la fanno definire come aria viziata e di darle le qualità vivificanti dell'aria esterna; fra i varî mezzi usati ricorderemo l'ozonizzazione, la quale però per questo scopo è quasi abbandonata perché sembra dimostrato da recenti esperienze che già una concentrazione di ozono di una parte su un milione sia pregiudizievole all'uomo e d'altronde in tali proporzioni l'ozono non sembra avere nessuna efficacia sui batterî, né sulle sostanze organiche contenute nell'aria e nemmento sugli odori che vengono da esso solo mascherati e coperti ma non distrutti.
Più efficaci a questo riguardo sono senza dubbio certe sostanze adsorbenti (carbone attivo di cocco, gel di silice, ecc.) che come è noto hanno la proprietà di fissare i gas e vapori e che vengono impiegati in speciali filtri (fig. 9).
La constatazione che l'aria in ambienti affollati contiene un numero di ioni inferiore all'aria esterna ha indotto taluni ad attribuire a questo fatto le caratteristiche dell'aria viziata, e la ionizzazione dell'aria si è effettuata in alcuni recenti impianti di ventilazione; però l'efficacia di tale mezzo non appare sufficientemente dimostrata, come pure le irradiazioni ultraviolette sembrano inefficaci per quanto si riferisce al miglioramento della qualità dell'aria.
Ventilazione con gruppi locali. - In questi impianti i gruppi sono installati negli stessi ambienti da ventilare. Tali gruppi hanno trovato recentemente una larga diffusione e hanno subito importanti perfezionamenti sia per la silenziosità sia per l'efficacia; essi possono contenere tutti gli organi che entrano a far parte di un impianto centrale. La fig. 10 rappresenta uno dei tipi di tali gruppi con ventilatore centrifugo; altri tipi sono muniti di ventilatori elicoidali. Le forme che a essi si dànno possono essere assai diverse a seconda del modo come vengono installati (sotto alle finestre, al soffitto, nello spessore del muro, ecc.).
Distribuzione dell'aria. - In un impianto di ventilazione l'aria deve essere distribuita in modo da raggiungere condizioni uniformi nei locali, senza dare origine a velocità eccessive a contatto con le persone.
Le cause principali che influiscono su tale distribuzione sono: la posizione delle aperture di entrata e di uscita dell'aria; la velocità d'immissione dell'aria; la temperatura dell'aria immessa in relazione a quella dell'ambiente; la temperatura delle pareti del locale; il numero, l'ampiezza e la posizione di eventuali aperture; la posizione della zona neutra; le cause interne di riscaldamento, raffreddamento o inquinamento (presenza nei locali di corpi scaldanti, di persone, ecc.) e, infine, la loro posizione.
Lo studio della distribuzione che deve tenere conto di tutti questi elementi rappresenta uno dei problemi più difficili e complessi della ventilazione e va risolto caso per caso; si suole distinguere la distribuzione dell'aria dall'alto, dal basso e intermedia.
Nei riguardi dell'efficacia tutti e tre i sistemi possono essere soddisfacenti se bene studiati e applicati.
Nella fig. 11 è rappresentata schematicamente la ventilazione di un teatro con distribuzione dall'alto.
Bibl.: A. Izar, Riscaldamento e ventilazione, Milano 1912; U. Bordoni, Fondamenti di fisica tecnica, Bologna 1932; American Society of Heating and Ventilating Engineers, Guide, 1925; Rietschel-Gröber, Leitfaden der Heiz- und Lüftungstechtnik, Berlino 1930; Rietschel-Brabbée, Traité de chauffage et de ventilation, Parigi 1925; A. Stradelli, Il condizionamento dell'aria, Milano 1935; American Society of Heating and Ventilating Engineers, Transactions, 1930-31-32; Heating piping ad conditioning, in Amer. Soc. Heat. a. Ventil. Engineers Journal, 1932-33-34-35.