VENTOSE
Il metodo più antico per irritare vivamente la pelle e ottenere così una rivulsione cutanea era quello delle ventose o coppette. Le ventose erano costituite da piccole campanelle che si facevano di vetro, di corno, di terra, di legno, di rame e perfino di argento e oro. Il vuoto si produceva in queste piccole campane, dette anche cucurbitule, o per aspirazione con una pompa o bruciandovi della stoppa. Il sangue affluiva nel punto ove la coppetta era applicata e con il sangue gli umori cacochimici o peccanti che venivano così deviati da organi più nobili e più profondi.
Ippocrate insegna il modo di applicare le ventose e di scarificare o incidere la pelle per farne uscire il sangue che vi si era raccolto e insegna le malattie in cui sono indicate: la sciatica, il mal d'orecchi e le nevralgie. Anche i Romani usavano largamente le ventose. Nel 1804 furono eseguite all'Accademia di Francia varie esperienze per vedere se per mezzo delle ventose si potesse impedire l'assorbimento dell'acido cianidrico, dell'upas tieuté, dell'arsenico e quindi la loro funesta azione sull'organismo, e i risultati furono in parte positivi. Le ventose o coppette sono usate come derivativi nella cura della polmonite, della sciatica e di altre infermità.