Ventriloquia
La ventriloquia (da ventriloquo, derivato, per la mediazione del francese ventriloque, del latino tardo ventriloquus, composto di venter, "ventre", e del tema di loqui, "parlare") è l'arte di emettere suoni e parole in modo che sembrino avere una sorgente diversa dall'apparato fonatorio che effettivamente li produce. Anticamente si credeva che in tal modo di parlare lo stomaco o il ventre avessero una speciale importanza: da ciò il nome. Impiegata oggi unicamente nei numeri di intrattenimento, l'abilità del ventriloquo consiste nel parlare senza movimenti apprezzabili delle labbra e senza alcun interessamento dei muscoli mimico-facciali, così da dare l'illusione che le parole siano pronunciate non da lui ma da altre persone, o da pupazzi, oppure che provengano per l'appunto dal ventre.
Le origini della ventriloquia sono remote e molto incerte. Non disponendo di fonti sicure, si può tentare una ricostruzione a partire dalle scarse e frammentarie notizie in nostro possesso. Probabilmente la ventriloquia ha avuto inizio con le ambigue risposte che erano soliti dare gli oracoli, le Sibille, le Sfingi, le Erinni, le Parche, gli aruspici. Dove non arriva la ragione, l'uomo ha bisogno di ricorrere al soprannaturale per darsi una spiegazione dei tanti misteri che l'avvolgono. I popoli primitivi, non possedendo le conoscenze e le certezze in base alle quali moltissimi fenomeni apparentemente straordinari e misteriosi sono ormai spiegabili come eventi perfettamente naturali, dovevano immaginare e invocare forze soprannaturali per attenuare la paura del futuro. Il contatto tra l'umanità e la divinità non poteva essere diretto, ma doveva avvenire attraverso intermediari: la ventriloquia è strettamente congiunta, alle sue origini, a forme di ritualità e superstizioni primitive che vedevano sacerdoti e stregoni utilizzare nella divinazione oracolare e nelle iniziazioni religioso-animistiche questo inganno verbale, fonte di meraviglia e di stupore. In questo senso, il termine ventriloquus trova tra i suoi significati storici parole come 'indovino' e 'ossesso', i quali indicano in maniera inequivocabile quell'alterazione della comunicazione verbale in cui i normali momenti della fonazione vengono soppressi, dando luogo a uno scambio di 'nature' attraverso variazioni sia di tono sia d'inflessione vocalica; questi scambi vengono abilmente realizzati con una mimica non solamente facciale ma anche gestuale, tale da far ritenere la ventriloquia un prodigio nella misteriosa comunicazione dell'umano con il divino operata dallo stregone. Contrariamente a quanto si è creduto per secoli, e ancora oggi da taluni si crede, la ventriloquia, intesa nel significato etimologico della parola, non è mai esistita, perché il ventre non è un organo della fonazione e non ha alcun ruolo nella comunicazione verbale, che richiede invece un apparato fonatorio perfettamente funzionante. Qualsiasi riferimento al ventre come sede e luogo di suoni articolati è quindi errato. L'abilità consiste nell'adattare l'apparato fonatorio a una diversa emissione ed espressione dei suoni, e ciò induce coloro che praticano quest'arte a chiamarla 'laringoloquia', sottolineando l'estrema duttilità e plasticità funzionale del sistema fonatorio e laringeo. L'arte del ventriloquio mostra come l'attività 'normale', svolta nella fonazione articolata dalle parti mobili dell'apparato fonatorio terminale, possa essere quasi del tutto soppressa: le labbra rimangono leggermente socchiuse in posizione immobile, l'articolazione mandibolare è fissa, la lingua, ripiegata posteriormente nella cavità buccale, è lievemente mobile e canalizza la colonna aerea a fuoriuscire fra la gola e la cavità nasale, aiutata in questo dal velopendulo (o palato molle), che abbassandosi propaga il suono nelle cavità nasali e ottiene così un rinforzo del tono laringeo. In questo modo alcune persone dotate di straordinarie attitudini e di spiccato intuito, animate da grande forza di volontà e con un'esercitazione metodica e prolungata, riescono a parlare in modo strano (mai chiaro), dando l'impressione che la voce parta dalle profondità del ventre e non dagli organi periferici dell'apparato fonatorio, quali soprattutto le labbra, i denti e la lingua. I più abili riescono a rendere perfettamente la sensazione che la voce non venga emessa dai comuni canali ma sia qualcosa di misterioso. In realtà si tratta di un'illusione ottico-uditiva: ottica perché l'ascoltatore non vede i regolari movimenti dell'apparato fonatorio terminale; uditiva perché l'udito percepisce la voce come qualcosa di misterioso, o di divino. Già nel 7° secolo a.C. era molto attivo l'oracolo di Delfi, cui si ricorreva nella speranza di conoscere il futuro. Ma l'oracolo non sempre era disposto a dare il responso entro breve tempo, anzi a volte lasciava trascorrere alcuni giorni. Erano i sacerdoti che creavano la sospensione adatta a dare la sensazione dell'indefinito e dell'arcano, per cercare proseliti e ricevere offerte per il culto e per il loro mantenimento. Tuttavia i sacerdoti difficilmente si servivano della loro capacità di parlare sotto voce, nella semioscurità, con una voce fuori del naturale, come se fosse la voce stessa della divinità, per ottenere l'offerta. Furono stregoni, indovini, imbroglioni a sfruttare al massimo queste tecniche per far leva sulla credulità di quanti a loro ricorrevano. I più scaltri e meno scrupolosi affinarono queste tecniche, escogitate dapprima per esercitare fascino e potenza, e le utilizzarono a fini economici. Si spiega così come un certo Euricle di Atene abbia potuto fondare una vera e propria scuola di tale arte. Alcuni individui dotati di grande intelligenza e scaltrezza riuscivano e riescono ancora a 'scompaginare' il deflusso della voce attraverso i naturali canali a fini inizialmente di potere e poi di lucro, come abbiamo visto; solo in seguito la ventriloquia divenne quella forma di gioco e di divertimento che si pratica tuttora. Si possono dunque distinguere tre finalità, successive nel tempo: la prima, di carattere mistico-religioso, perseguita da oracoli e sacerdoti; la seconda, di tipo economico, propria di stregoni, indovini ecc.; la terza, di genere ludico, di intrattenimento, che costituisce attualmente l'unico scopo della ventriloquia. Le prime testimonianze dell'uso di quest'arte per intrattenimento risalgono al 18° secolo. Nel 1777 l'abbé de la Chapelle scrisse il primo libro sulla ventriloquia, in cui si citava il barone von Mengen, che era in grado nel corso di un singolo spettacolo di far parlare, con voci diverse, fino a otto personaggi. Anche Napoleone assistette allo spettacolo del ventriloquo Le Sieur Thienet, che riusciva a imitare perfino l'abbaiare di un cane. All'inizio dell'Ottocento in America si esibirono grandi ventriloqui: tra questi, R. Potter imitava i suoni degli uccelli, H. Goldin usava la 'mano parlante'. Più tardi, con F. Russel, apparve in Inghilterra la prima figura moderna di ventriloquo, seguito poi da innumerevoli discendenti.
Il ventriloquo è una persona dotata di un normale apparato vocale che, pur emettendo suoni con le sue corde vocali, attraverso l'applicazione di varie tecniche genera nello spettatore l'illusione che tali suoni non provengano dai normali canali della comunicazione, ma da un'altra sorgente. Egli, come già accennato, parla infatti senza muovere le labbra e la mascella, con movimenti della lingua sul palato: le labbra vengono tenute quasi immobili e semichiuse, della lingua viene mossa solo l'estremità, la glottide è abbassata, la voce è emessa in tono profondo e nasale, il respiro è trattenuto e l'espressione rallentata. Con un'appropriata mimica l'illusione riesce in molti casi perfetta. Si realizza così quell'inganno sonoro che, accompagnato dall'utilizzo di bambole, fantocci, animali apparentemente 'parlanti' e animati, costituisce un divertente numero di varietà. Mettendo a frutto le ampie possibilità di compenso dell'apparato fonatorio nella produzione della parola, il ventriloquo realizza una 'modulazione' dell'aria e delle vibrazioni laringee attraverso l'adduzione e l'avvicinamento delle corde vocali e il controllo della variazione della prima glottide. Tali vibrazioni, normalmente modulate dall'apparato di risonanza (faringe, cavità orale, cavità nasali e seni mascellari), che rinforza il suono e lo colora, subiscono un'ulteriore modificazione per la volontaria emissione o sostituzione di alcune consonanti. Il passaggio forzato e il superamento dell'area di ostacoli (labbra) e diaframmi (arcata dentaria, lingua) danno origine, a seconda del luogo articolatorio di creazione, alle consonanti esplosive, occlusive-bilabiali, alveo-dentali ecc.; la frizione dell'aria contro le pareti dell'ostacolo produce invece le consonanti vibranti e laterali. Il ventriloquo incontra le maggiori difficoltà nel pronunciare le labiali (p, b, m) e le fricative (f, v), perché per formare tali lettere le labbra devono perlomeno sfiorarsi: poiché, per realizzare l'illusione su cui si basa la ventriloquia, le labbra devono invece rimanere immobili, tutte queste lettere vengono sostituite con la gutturale k. L'ascoltatore, intento a seguire i movimenti del ventriloquo e affascinato dalla voce arcana che sembra venire dal profondo, non si avvede di questa sostituzione e ha l'impressione che le parole siano pronunciate in modo esatto. Un buon ventriloquo, senza che gli ascoltatori se ne accorgano, trasforma e sostituisce con estrema facilità molte consonanti. Così, per es., la frase: "Però, che bello saper parlare bene" diventa: "Kerò, che ghello saker harlare ghene". Oltre a queste tecniche fonatorie, ogni ventriloquo fa poi ricorso a vari accorgimenti, trucchi, finzioni per realizzare uno spettacolo divertente e far apparire reale quanto invece è frutto solo della sua abilità.
bibl.: w. andersen, Mental magic with a ventriloquist figure, Littleton, Maher Ventriloquist Studios, 1983; id., Write your own scripts, Littleton, Maher Ventriloquist Studios, 1990; d. brown, Making it up as you go, Littleton, Maher Ventriloquist Studios, 1987; id., Audience participation, Littleton, Maher Ventriloquist Studios, 1989; k. davie, Ventriloquism, Chicago, Magic, 1978; c. detweiler, Maher home course of ventriloquism, Littleton, Maher Ventriloquist Studios, 1975; p. michelotto, Divertirsi con il ventriloquismo, Vicenza, Troll, 1995; g. schindler, Ventriloquism. Magic with your voice, New York, Show-Biz Services, 1979; p. stadelman, Ventriloquism of today, Chicago, Magic, 1963.