Vergani, Vera
Attrice teatrale e cinematografica, nata a Milano il 6 febbraio 1895 e morta a Procida (Napoli) il 22 settembre 1989. Negli anni Dieci e Venti fu una delle più note interpreti della scena italiana; intraprese anche una breve carriera cinematografica (1916-1921), in cui portò, in drammi passionali spesso sovraccarichi di emotività, le qualità che l'avevano contraddistinta sul palcoscenico: una recitazione senza pose né forzature, una grazia semplice e spontanea, un'eleganza misurata e priva di ostentazione.
Di famiglia veneta in cui erano numerosi gli artisti, debuttò in teatro nel 1912, divenendone nel giro di pochi anni uno dei personaggi più in vista (riscosse calde lodi anche da parte di A. Gramsci, all'epoca critico teatrale). Il suo esordio nel cinema avvenne nel 1916, con due film minori di Augusto Genina (Il presagio e La menzogna); nei tre anni seguenti collaborò, in opere di modesto rilievo, con i registi Roberto Roberti (padre di Sergio Leone), Camillo De Riso, Guglielmo Zorzi e il francese Gaston Ravel, avendo al fianco comprimari celebri come Tullio Carminati, Franz Sala, Gustavo Serena e Guido Trento. Diede tuttavia il meglio di sé, nel corso del 1920, come protagonista, insieme a Nerio Berardi, di una folta serie di coloriti 'cinedrammi', tutti diretti dall'inventore del genere, Mario Caserini. Il fecondo sodalizio artistico con il regista fu bruscamente interrotto dall'improvvisa morte di lui, in piena attività, alla fine di quello stesso anno. Dopo un'opera di maniera del francese Jacques Creusy, La vittima (1921), la V. abbandonò il cinema, e da quel momento si dedicò esclusivamente al teatro; si ritirò però precocemente, nel 1930, per sposarsi. Ritornò brevemente sullo schermo nel 1965, in un film prodotto dal figlio Leo Pescarolo, Il morbidone, diretto da Massimo Franciosa.
D. Buffoni, Vera Vergani, Milano 1923; L. Jacob, C. Gaberscek, Il Friuli e il cinema, Gemona 1996, pp. 337-44.