Vercelli
Città del Piemonte, capol. della prov. omonima, principale centro urbano della bassa Pianura Padana, dominata dal paesaggio agrario della risaia. Oppidum sorto nel 2° sec. a.C., Vercellae fu base d’operazione dei romani contro i salassi della Val d’Aosta. Presso V., ai Campi Raudi, Mario distrusse nel 101 i cimbri; l’oppidum, diventato municipio (tribù Aniense), era importante nodo stradale. Nel tardo impero era sede di un praefectus Sarmatarum gentilium; s. Girolamo la ricorda semispopolata e diruta. Sede vescovile sin dal 345 con s. Eusebio, dopo la caduta dell’impero il municipio di V. entrò a far parte del regno longobardo, quindi divenne capoluogo di una contea carolingia. Alla fine del sec. 10°, i vescovi Pietro e Leone furono in lotta contro Arduino d’Ivrea. La potenza dei vescovi trovò a poco a poco un limite con l’affermarsi del comune, già costituitosi con i suoi consoli nella seconda metà del sec. 11°. Nel 1050 vi fu tenuto un concilio, sotto Leone IX, nel quale furono condannate le dottrine di Berengario di Tours. A fianco della Lega lombarda nella lotta contro Barbarossa, V. fu poi teatro di contese fra guelfi e ghibellini, finché con Azzone Visconti ebbe termine nel 1335 il comune indipendente. Passata ai Savoia nel 1427, nel sec. 16° fu una delle poche città sabaude non occupate dai francesi. Nel 1495 si concluse un trattato che ristabiliva pace e alleanza fra Ludovico il Moro, duca di Milano, e Carlo VIII di Francia, che così riuscì a staccare il primo dalla lega degli Stati italiani. Subì il dominio spagnolo dal 1638 al 1659. Occupata per un breve tempo dai francesi nel 1704 durante la guerra di Successione di Spagna, tornò ai Savoia con la Restaurazione.