VERCINGETORIGE (Vercingetorix, -ĭgis)
Figlio di Celtillo, uno dei più potenti capi Galli, era nativo dell'Arvernia. Seppe suscitare, benché giovane, un movimento di ribellione antiromana nella sua regione, malgrado l'opposizione dell'oligarchia ivi dominante. Procuratosi un largo seguito, malgrado insuccessi iniziali, riuscì nel 52 a farsi riconoscere come re dell'Arvernia in Gergovia; tosto le tribù fra la Loira e la Garonna lo riconobbero come capo, e si procurò molte adesioni di masse, organizzando un esercito bene armato con leve regolari. Cesare impedì il suo congiungimento con Lucterio e lo attaccò in Arvernia, costringendolo a ritirarsi. Più tardi V. cinse d'assedio Gorgobina, e Cesare fu costretto ad accorrere in aiuto della città assediata: appena avvicinatosi Cesare, V. rifiutò battaglia e rinunziò all'assedio. Contro il parere di V. i Biturigi vollero inutilmente difendere Avarico contro Cesare; ma, naturalmente, questa sconfitta prevista non diminuì, anzi accrebbe, il prestigio di V. che aumentò i suoi effettivi e poté misurarsi con Cesare nel lungo assedio di Gergovia, che finì con la prima grave sconfitta patita personalmente da Cesare nella guerra gallica. Dopo Gergovia gli Edui tentarono di togliere a V. il comando supremo, che però gli fu confermato a Bibratte. La vicenda di V. si concluse con inutile valore nell'assedio di Alesia. Vista perduta la partita, V. riunì attorno a sé i capi delle tribù, e offrì loro di placare il vincitore lasciandosi uccidere o consegnandosi prigioniero: la seconda offerta fu accettata e V. fu consegnato a Cesare, che dopo avere solennemente accettato la sottomissione in modo umiliante per il vinto, lo tenne per sei anni prigioniero a Roma, per averlo vivente per il suo trionfo e farlo uccidere subito dopo.
Bibl.: Oltre alle opere indicate alle voci alesia; cesare; gergovia, v. anche C. Jullian, V., Parigi 1911; L. A. Constans, in Revue Belge, 1923, p. 201 segg.; Colomb, L'énigme d'Alésia, Parigi 1922; Cambridge Ancient History, IX, p. 566 segg.; M. M. Gorce, V., Parigi 1935.