VERECONDO di Junca
Possediamo pochissimi dati intorno a questo scrittore di teologia: secondo alcuni scrittori, nel 546 egli era vescovo di Junca, nel 549 si trovava a Costantinopoli, e si sarebbe rifugiato a Calcedonia nel 552.
Isidoro di Siviglia gli attribuisce due trattati: un De resurrectione et judicio e un De poenitentia, ed è forse suo un Breviarium chalcedonensis concilii, che si trova ascritto a un Verecondo in una lettera di Adriano I diretta a Carlomagno. Il card. I. B. Pitra nello Spicilegium solesmense, vol. IV, pubblicò tutte le opere rimaste di V., tra cui, la più importante, i Commentariorum super Cantica canticorum libri IX.
Bibl.: M. Manitius, Gesbichte der latein. Liter. des Mittelalters, I, Monaco 1911, pp. 153-156.