verecundia
Una delle passioni comprese con lo stupore e il pudore sotto la categoria della vergogna, passioni necessarie al fondamento de la nostra vita buona (Cv IV XXV 4) e titolo di nobiltà per l'adolescenza (la tripartizione della vergogna in admiratio, pudor, verecundia è già in Aristotele Rhetor. II 6 [cfr. anche Tomm. Sum. theol. I II 41 4]).
La v. si specifica come una paura di disonoranza per fallo commesso; dalla quale nasce un pentimento del fallo, lo quale ha in sé una amaritudine che è gastigamento a più non fallire (Cv IV XXV 10), ancora secondo l'insegnamento di s. Tommaso che, ricordando la formula di Gregorio Nisseno " verecundia est de turpi actu iam commisso " (Sum. theol. I II 41 4), conferma l'opportuna appartenenza della v. stessa alla " species timoris " (I II 41 4 ad 3).
Ma anche in questo campo più ristretto la fonte sembra essere Aristotele (Eth. Nic. IV 15 1128b 9 ss.), così commentato da s. Tommaso: " Dicitur enim verecundia esse timor ingloriationis, idest confusionis quae opponitur gloriae. Sed timor est passio quaedam. Ergo verecundia est in genere passionis... Primo proponit... quod non convenit omni aetati, sed iuvenili... Quia scilicet iuvenes propter fervorem aetatis vivunt secundum passiones. Et ideo proni sunt ad multipliciter peccandum. Et ab hoc prohibentur per verecundiam, per quam turpitudinem timent " (In Eth. IV XV 868, 871, 872).