Vedi VERIA dell'anno: 1966 - 1973 - 1997
VERIA (v. vol. VII, p. 1135 e S 1970, p. 899)
Alle numerose iscrizioni già note dalla città e dal territorio di V., si sono aggiunti di recente nuovi documenti di eccezionale importanza, per la maggior parte conservati nel locale museo archeologico.
Il materiale epigrafico comprende diverse iscrizioni ellenistiche di singolare portata per lo studio dell'organizzazione delle città macedoni, dei santuari e della società della Macedonia antica. La maggior parte di esse sono state rinvenute reimpiegate, frequentemente come copertura di tombe, dal momento che la città, abitata ininterrottamente dal V sec. a.C. fino a oggi, conobbe una notevole attività edilizia in epoca romana. Tra le iscrizioni ellenistiche sono comprese missive reali del 249/8 a.C. e un atto di emancipazione del 235 a.C. (regno di Demetrio II); un grande catalogo agonistico, datato fra il III e il II sec. a.C., rappresenta la più antica testimonianza del genere in Macedonia e dimostra che V. era, già in epoca ellenistica, un centro di importanti agoni atletici e musicali con partecipazioni «internazionali». La legge ginnasiarchica di V., la cui cronologia si rifa allo stratega eponimo, fornisce informazioni circa il funzionamento del ginnasio e un quadro preciso dell'organizzazione degli Hèrmaia, contribuendo, inoltre, a un approfondimento della conoscenza dell'articolazione sociale di questo periodo. Dell'iscrizione, che copre entrambe le facce di una stele, sono state distinte centosessanta linee. Molteplici sono anche le testimonianze epigrafiche relative al santuario e al culto di Asclepio, ma non mancano dati circa i culti di Apollo, Atena, Eracle Kynagìs, Dioniso, Hermes, Igea, Enodia, Atargatis e di altre divinità.
Numerosi scavi si sono susseguiti negli ultimi trent'anni, ma solo in parte è possibile fornire un quadro complessivo dello sviluppo urbanistico della città, nella quale alla fine del IV e per tutto il III sec. a.C. si verificò una notevole attività edilizia. Un edificio monumentale del IV sec. a.C. è stato scoperto al centro della città antica e interpretato come avente funzione pubblica per la sua ampiezza. Il ginnasio, come si suppone dal luogo di rinvenimento delle iscrizioni a esso relative, doveva trovarsi fuori delle mura, a SE della città. Nella stessa area sono venuti alla luce i contrafforti dello stadio.
Numerose le tombe di epoca classica ed ellenistica delle quali, quelle meglio studiate (se ne conoscono ottanta) sono le tombe a camera scavate nella roccia, di cui un buon numero a talamo doppio; una caratteristica frequente è costituita dalla facciata monumentale scolpita nella roccia, con un frontone a coronamento della porta. Tra i corredi funerarî , rinvenuti anche in tombe a cista, ricorrono pissidi in ceramica, di svariate forme, alcune delle quali tripodate, con pieducci plastici e coperchio decorato a rilievo; tra queste, anche taluni esemplari di grandi dimensioni (alt. 60 cm).
Tra i numerosi edifici pubblici di epoca romana individuati recentemente, si segnalano le terme, comprendenti gruppi di ambienti con pavimenti a mosaico, un odèion o teatro e molti pavimenti decorati in opus sectile. La città conobbe una fase di vivace attività edilizia nel II e nel III sec. d.C. Lo stabilirsi di Romani a V., testimoniato epigraficamente, apportò innovazioni, tra le quali l'introduzione di ludi gladiatorii (duelli e lotta con animali feroci) che si affiancarono ad agoni panellenici, evidentemente analoghi a quelli del periodo precedente che ora si chiamano Olympia di V., e nel III sec. d.C. Alexàndreia Olympia.
Un importante rinvenimento epigrafico effettuato (1965) nel territorio di V. e consistente in circa centocinquanta iscrizioni, si è aggiunto come ricco complemento all'abbondantissimo materiale di età romana. Si tratta delle iscrizioni poste nelle colonne e negli stipiti del Santuario della Madre degli Dei Autochthon, presso il villaggio di Lefkopetra. Il tempio di marmo (m 14,70x9,25) aveva in facciata quattro colonne non scanalate. Le iscrizioni sono quasi esclusivamente relative a emancipazioni; lo stesso vale per quelle incise su lastre e altari del medesimo complesso di trovamenti. La maggior parte delle epigrafi di Lefkopetra sono precisamente datate secondo la cronologia aziaca e quella locale. Nel loro insieme si collocano tra la metà del II e gli inizî del IV sec. d.C. e contengono informazioni di notevole importanza per lo studio del diritto, della storia economica e della società dell'epoca. Il riferimento al luogo di origine degli schiavi ha conservato i nomi di kòmai e villaggi del territorio di Veria. Tutte le iscrizioni di Lefkopetra, come quasi normalmente avviene dopo la conquista romana, sono in lingua greca; in latino sono iscritti soltanto i miliari e pochi monumenti sepolcrali.
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