VERMINOSI
Si chiamano così in patologia veterinaria malattie parassitarie dovute alla presenza di vermi nell'interno del corpo e molto spesso nell'apparecchio gastro-intestinale. Le verminosi sono diffuse in tutti i paesi del mondo; hanno diffusione enzootica o epizootica specie dove gli animali vivono al pascolo e tanto più se su terreni umidi e paludosi di regioni a clima non rigido, in quanto gli embrioni e le larve vi trovano le condizioni più favorevoli di vita. Esse colpiscono tutte le specie domestiche e selvatiche, arrecando negli animali giovani in via di accrescimento danni talora notevoli. L'infestazione si realizza generalmente per via digerente per opera di uova, embrioni o larve libere, diffuse nelle acque di abbeverata e sugli alimenti, specie se costituiti da erbe o da foraggi fangosi. L'azione patogena svolta dai vermi è meccanica, depauperatrice e tossica. I vermi possono ancora favorire l'impianto di germi patogeni. Le manifestazioni cliniche delle verminosi non hanno nulla di caratteristico. Il più delle volte esse possono far sorgere soltanto il sospetto della malattia, sospetto che può essere fondato su turbe respiratorie o gastro-intestinali invadenti nello stesso tempo parecchi soggetti dello stesso allevamento e specie i più giovani e i più deboli, e, in prosieguo, su dimagramento, diminuzione dell'appetito, anemia, cachessia, ecc. Soltanto di fronte all'emissione del parassita adulto con gli escrementi, le ricerche cliniche possono dare sufficienti elementi di certezza. In generale però questi elementi sono forniti con maggior sollecitudine dalle indagini anatomo-patologiche o più semplicemente da quelle microscopiche, dirette alla dimostrazione delle uova o degli embrioni dell'elemento parassitario negli escrementi, nell'espettorato bronchiale, nel sangue. Quando le ricerche microscopiche sono inutilizzabili, si può ricorrere anche a quelle sperimentali (siero e citodiagnosi, intradermo-reazione, ecc.). Dal punto di vista terapeutico si deve arrestare l'infestazione, togliendo gli animali dal luogo parassitato e ponendoli in pascoli sopraelevati, con terreni permeabili, abbeverandoli con acque non inquinate, o meglio ancora portandoli in stalle igienicamente costruite e alimentandoli con foraggi secchi. È ancora richiesta l'eliminazione dei vermi dall'organismo. Per quelli localizzati nell'apparecchio gastro-intestinale, si ricorre alla dieta opportuna (di 24 ore, idrica negli erbivori e volatili, lattea nei carnivori), al vermifugo e generalmente al purgante. Come vermifughi si può ricorrere (facendo cadere la scelta anche in rapporto alla forma parassitaria e alla sua localizzazione) alla kamala, kusso, noce d'areca, seme santo, emetico, acido arsenioso, felce maschio, acido filmaronico, timolo, essenza trementina, solfato e tetracloruro di carbonio, olio di chenopodio, tetracloroetilene, liquido di Lugol, ecc. Gli ammalati denutriti e anemizzati vanno seguiti con cure tonico-ricostituenti e con adatta alimentazione. Per la profilassi si mira alla distruzione delle uova emesse con gli escrementi (raccolta delle feci, pulizia e disinfezione dei ricoveri, ecc.), si evita l'ingestione di uova, embrioni, larve, s'isolano i soggetti sani, si ripopolano i pascoli non infestati solo con animali non parassitati o refrattarî alle forme parassitarie infestanti un determinato pascolo.