VERNA (A. T., 24-25-26 bis)
Monte dell'Appennino Toscano, che erge la sua caratteristica cima alta 1283 m. s. m., a 5 chilometri dalla displuviale appenninica lungo la diramazione dell'Alpe di Catenaia, che divide il Casentino (valle dell'Arno) dalla Val Tiberina. Il nome di monte della Verna (da alcuni malamente corrotto in Alverna) è di antica sebbene incerta origine, e figura già in documenti del sec. X. La Verna, oltreché essere oggetto di pio pellegrinaggio per le memorie di S. Francesco d'Assisi, richiama numerosi visitatori per la secolare foresta di abeti che ne ammanta le più elevate pendici; e per la vastità del panorama che si offre dalla sua sommità detta "la Penna" (nome sulle moderne carte erroneamente esteso a tutto il monte). Di recente la Verna è divenuta anche una frequentata stazione estiva onde sono sorti nelle adiacenze del convento alberghi e ville. Con decr. 22 marzo 1928 il comune di Chiusi in Casentino ha preso il nome di Chiusi della Verna.
Le memorie francescane della Verna. - Nel 1213 il conte Orlando dei Cattani (o Gaetani), proprietario di questa montagna, allora deserta e selvaggia, ne fece dono a S. Francesco d'Assisi, che vi andò con alcuni suoi compagni e vi costruì alcune capanne di argilla e rami intrecciati. In una delle grotte ivi esistenti il santo ricevette le stimmate dal mistico serafino il 17 settembre 1214, e nel decennio seguente altre sei volte visitò questo eremo o vi rimase per qualche tempo. Così la Verna divenne come il centro dell'ordine francescano. Nel 1216 il conte Orlando vi fece fabbricare una cappella, che Francesco dedicò alla Madonna degli Angeli in ricordo della sua cara Porziuncola. La costruzione della chiesa grande fu incominciata nel 1348 a spese di Tarlato conte di Pietramala e di Giovanna di Santafiora sua moglie. Eugenio IV nel 1431 affidò la difesa di quei luoghi alla Repubblica Fiorentina, la quale l'anno seguente li lasciò alla cura dei Custodi dell'arte della lana; poi ne venne in possesso il municipio di Firenze, e a ciò si deve se il convento non fu soppresso nel 1866; ora la località appartiene all'ordine dei Frati Minori. Ben presto la Verna divenne meta di numerosissimi pellegrini vi si recavano, e vi si recano tuttora, per visitarne i diversi santuarî. Dentro il convento si conserva la seconda cella dove dimorò S. Francesco con il suo "fratello falcone", trasformata in cappella in onore di S. Sebastiano nel 1263. Francesco soggiornò pure sotto l'enorme roccia sporgente, detta "Sasso Spicco" perché sembra distaccata dal resto del monte. Viene anche mostrata la caverna oscura e umida in cui dormiva il santo sopra un letto di pietra, e la grotta, chiamata di Fra Leone, nella quale S. Francesco andava spesso ad ascoltare la messa celebrata da quel suo amico diletto. Si visita altresì la cappella di S. Antonio, costruita nel 1764 sul modello del S. Sepolcro. Dalla piccola terrazza sul "Precipizio" si può ammirare un panorama suggestivo di tutte quelle giogaie. Nel grande convento i religiosi, fedeli custodi delle antiche tradizioni francescane, continuano ad accordare ai pellegrini e ai visitatori la più cordiale ospitalità.
La Chiesa maggiore, di semplicissima architettura (secolo XIV), contiene, come le altre cappelle e il convento, numerose e belle opere d'arte, soprattutto una serie di terracotte invetriate di Andrea della Robbia e della sua bottega, tra le quali famose l'Annunciazione e l'Adorazione del Bambino nella Chiesa Maggiore e la Crocifissione nella cappella delle Stimmate. La Chiesa Maggiore, quella degli Angeli e delle Stimmate hanno anche bei cori in legno intagliato, del Rinascimento, del sec. XVI e del XX.
Il lungo corridoio che unisce la Chiesa Maggiore alla cappella delle Stimmate ha una serie di affreschi rappresentanti episodî della vita di San Francesco dipinti nel 1670 da frate Emanuele da Como, completati con alcune scene dipinte da B. M. Bacci (1933), il quale, all'ingresso, vi ha anche dipinto una Natività. Nel campanile della Chiesa Maggiore è una bella campana del 1257.