VERONA (XXXV, p. 180; App. I, p. 1123)
Durante la seconda Guerra mondiale, Verona (180.869 ab. nel comune al 31 dicembre 1947) ha subìto numerosi bombardamenti aerei, particolarmente gravi quelli del 28 gennaio e 6 luglio 1944, dell'11 gennaio, del febbraio e del 6 aprile 1945. Vennero specialmente colpite le zone ferroviarie e industriali, ma anche i quartieri centrali soffersero danni. Inoltre i Tedeschi, tra il 23 e il 26 aprile 1945, fecero saltare la polveriera e le caserme, e tra il 24 e il 25 aprile, distrussero i 10 ponti sull'Adige. In totale vennero distrutti o danneggiati circa 7000 fabbricati, pari al 44% di quelli esistenti.
L'offesa maggiore subìta a causa della guerra è stata la distruzione, per il brillamento di mine tedesche, dei due ponti famosi della Pietra e Scaligero. Numerosi altri edifici hanno subìto danni. Così, presso il duomo, il complesso monumentale costituito dalla Biblioteca Capitolare e dal chiostro dei Canonici è stato colpito in pieno, ma se ne è già attuata la totale ricostruzione. Sono stati inoltre già compiuti i restauri nella chiesa e nel convento di S. Bernardino, in quella dei Santi Apostoli che aveva subìto gravissimi danni sul fianco settentrionale, in quella di S. Fermo gravemente danneggiata dalla caduta di bombe che ne hanno distrutto il chiostro. Anche la chiesa di S. Giovanni in valle, colpita in pieno, è stata debitamente ricomposta e reintegrata nelle parti abbattute. Altri lavori sono stati eseguiti in S. Giovanni in Ponte e S. Giovanni in Foro, nella chiesa di S. Maria in Organo e nelle chiese dei Ss. Nazaro e Celso e degli Scalzi. Importanti lavori di restauro si sono resi necessarî anche nelle chiese di S. Lorenzo e dei Filippini; quest'ultima era stata quasi completamente demolita dalle esplosioni ma se ne sono potuti recuperare gli elementi architettonici essenziali che sono stati rimessi in opera nella ricostruzione. Gravissimi danni ha subìto anche la Biblioteca Civica in parte contenuta nella ex-chiesa di S. Sebastiano, e il Castelvecchio, quasi intieramente abbattuto nell'ala che comprendeva la Sala della Musica; anche a Castelvecchio è stato possibile compiere notevolissimi lavori di reintegrazione e ricostruzione che sono valsi a restituire al caratteristico edificio l'antico aspetto.
Nel campo dell'architettura civile sono stati di particolare gravità i danni subìti dal palazzo da Lisca in Stradone Scipione Maffei, ove è stato scoperchiato il salone d'onore decorato con un affresco del Brusasorci. A palazzo Canossa è crollata la vòlta del salone centrale con un grande affresco del Tiepolo, che tuttavia si spera di poter ricomporre in unità. Danni notevoli hanno anche riportato i palazzi Giusti del Giardino, quello dell'Accademia delle scienze, quelli Orti-Manara in via Orti-Manara e in Stradone Porta Palio, quello dell'Accademia virgiliana. Per il Lazzaretto e la Dogana saranno necessarî notevoli lavori al fine di reintegrare le strutture sammicheliane.