VERONAL
Acido dietil-barbiturico, Sedival. Fra i numerosi derivati dell'acido barbiturico esso è il più noto e importante per le sue applicazioni terapeutiche e deve essere considerato come ureide dietil-malonica. Possiede un debole carattere elettronegativo: in soluzione acquosa manifesta reazione acida al tornasole, e per neutralizzazione con alcali il suo idrogeno imminico viene sostituito dal metallo alcalino
Si può preparare condensando l'estere dietil-malonico con l'urea
L'operazione si effettua in presenza di etilato sodico alla temperatura di circa 108° in autoclave. Si ottiene così il veronal sodico, dalla cui soluzione si separa, per acidificazione con acido cloridrico, il veronal. Nell'industria si preferisce oggi di ricorrere a un altro metodo che parte dall'estere dietil-cianacetico. Questo composto o con sostanze che per idrolisi generino facilmente urea. Si forma in tal modo un derivato immidico del veronal sodico
che per successivo passaggio in ambiente acido si idrolizza con formazione di veronal.
Proprietà. - Il composto ha l'aspetto di una polvere bianca microcristallina, inodora, di sapore amarognolo, fusibile a 191°, sublimabile. Si scioglie in acqua nella proporzione del 0,6% a 15° e del 6% a 100°. È facilmente solubile in alcool, in etere, in alcali acquosi. Per evaporazione delle soluzioni alcaline si ottengono, naturalmente, i derivati metallici, fra i quali è di uso comune il veronal sodico o medinal (v. barbiturico, acido).
Oltre che dai suddetti caratteri si può riconoscere il veronal perché per fusione con alcali svolge ammoniaca e si trasforma in acido dietilacetico. Così, acidificando con acido solforico la massa fusa ed estraendo con etere, questo per evaporazione lascia delle gocce oleose di odore rancido, le quali sciolte in acqua e trattate con cloruro ferrico dànno luogo a colorazione rosso-vinosa. Sempre dal punto di vista analitico è anche da ricordare che la soluzione acquosa di veronal trattata con poche gocce di acido nitrico e con reattivo di Millon dà un precipitato bianco fioccoso solubile in eccesso di reattivo. Si controlla la purezza del prodotto saggiando la sublimabilità che deve essere completa, il punto di fusione che deve essere netto. Inoltre il veronal non deve dare soluzioni brune in acido nitrico e in acido solforico, il che dimostrerebbe la presenza di sostanze organiche estranee; la soluzione acquosa non deve intorbidare per aggiunta di nitrato d'argento (cloruri), né di cloruro di bario (solfati) nemmeno dopo trattamento con acqua di bromo (solfiti).
Farmacologia. - Con dosi relativamente piccole (da gr. 0,50 a 1 gr.) s'ottiene nell'uomo l'azione ipnotica dovuta alla diminuita eccitabilità dei centri mesodiencefalici e a dosi maggiori anche dei centri corticali. Al sonno non seguono disturbi molesti, però non raramente s'instaura abitudine per cui necessita aumentare la dose per ottenere l'effetto terapeutico. La massima parte del veronal assorbito si ritrova inalterato nelle urine, ma l'eliminazione è lenta, così che, per ripetute somministrazioni, si possono avere fenomeni cumulativi.
Frequentissimi sono oggi gli avvelenamenti da veronal a scopo suicida. L'esito più comune è la morte che, di solito per una dose di 10 gr., avviene entro le 24 ore preceduta da confusione mentale, diplopia, disartria, allucinazioni e coma. La prognosi in questi casi è riservatissima per il sopravvenire spesso di gravissime broncopolmoniti. La terapia dell'avvelenamento acuto consiste nella lavatura dello stomaco, nel cateterismo se vi sia anuria, nella somministrazione di caffeina o canfora e di diuretici, nell'ipodermoclisi e nella respirazione di ossigeno. Per la sua solubilità si adopera spesso il veronal sodico o medinal. Un'associazione del veronal col piramidone è il veramon.