Vedi VERULAMIUM dell'anno: 1966 - 1997
VERULAMIUM (v. vol. VII, p. 1145)
Delle venticinque principali città della Britannia romana, V. resta quella scavata più estesamente e con i metodi di indagine più aggiornati, benché siano stati esplorati solo otto ettari degli ottantuno compresi entro l'ultima cinta muraria, quella in pietra del 265-270 d.C. (v. infra). Il nome V. compare per la prima volta sulle monete di Tasciovano, capo della tribù dei Catuvellauni dal 20 a.C. al 10 d.C. Un recinto, che delimitava un'area di c.a 2,2 ha nel sito che fu successivamente occupato dal foro (nelle sue varie fasi), potrebbe indicare l'ubicazione del villaggio reale. Sembrerebbe comunque che il figlio di Tasciovano, Cunobelino, avesse scelto come sede del suo regno soprattutto Camulodunum: ma senza dubbio V. rimase un centro di grande importanza, come attesta lo scavo della necropoli del King Harry Lane, la più importante della tarda Età del Ferro, che ospitava 472 sepolture, alcune delle quali con un corredo di oggetti importati dal mondo romano.
Dalla metà alla fine degli anni 40 d.C. sul sito sorgeva un forte: è probabile che l'insediamento abbia ricevuto lo status municipale subito dopo il trasferimento della guarnigione, come sembra suggerire Tacito (Ann., XIV, 33), anche se è possibile che egli usasse il termine municipium anacronisticamente. Il più antico sistema di difesa della città, un terrapieno con fossato che racchiudeva un'area di 47,6 ha, risale più o meno al 60 d.C.: non è stato ancora chiarito se esso si dati prima o dopo il saccheggio della città da parte della regina Boudicca nel 61. Gli edifici di età Claudia, la maggior parte dei quali aveva fondazioni di legno, mostrano chiare tracce di tecniche di costruzione romana, il che fa pensare a una presenza di carattere ufficiale nello sviluppo della città. Sotto al foro del 79 d.C. vi sono strutture in muratura che possono indicare l'esistenza, in questa zona, di edifici pubblici pre-flavi, forse di un foro più antico.
A questo stesso periodo, c.a 50 d.C., appartiene la tomba scoperta nel 1991-92, posta entro un'area rituale di c.a 2 ha di estensione a Folly Lane, fuori della città romana: è stata interpretata come sepoltura di un membro dell'aristocrazia dei Catuvellauni, forse un «re cliente» insediatosi poco dopo la conquista romana.
La città si sviluppò rapidamente alla fine del I e nel II secolo. Si conoscono ora quattro templi (sebbene due non siano ancora stati scavati), il teatro e altri edifici pubblici, tra cui un macellum. Le terme principali sono ancora da scoprire, mentre un complesso extraurbano di ambienti termali, costruito verso la metà del II sec., è stato scavato a Branch Road, 275 m oltre la porta NE. Un'occupazione estensiva è attestata a S, oltre la porta di Silchester. Le grandi case in muratura hanno maggiore diffusione nella seconda metà del II sec., periodo in cui si era formata una classe dirigente benestante e altamente romanizzata. In effetti V. sembra essersi risollevata rapidamente dal terribile incendio del 155 c.a, che distrusse più di 20 ha della città. Analogamente la ricchezza dei corredi delle 380 sepolture scavate nella necropoli di S. Stefano, 550 m oltre la Porta di Londra, denota un notevole livello di opulenza.
Un bastione in terra iniziato nel tardo II sec., che racchiudeva un'area di 93,6 ha, non fu mai terminato; il muro di cinta in pietra, invece, che comprende un'area di 81,3 ha, appartiene al periodo che va dal 265 al 270 d.C. V. mantenne quindi la sua prosperità nel corso del III sec., anche se non tutta l'area interna alle mura era edificata.
L'aspetto della città nel IV e nel V sec. non è ben ricostruibile. Molte delle case situate nella parte meridionale furono probabilmente abbandonate nel corso del IV sec., mentre nell'area centrale ebbe inizio, non più tardi del 380 c.a d.C., la costruzione di un nuovo edificio: le strutture comprendono una casa particolarmente grande ed elegante che, come sembra, rimase in uso almeno fino alla metà del V secolo. Gli scavi dietro l'Abbazia, a NE della città romana, non hanno portato alla luce il martyrium di S. Albano (visitato da S. Germano nel 429), anche se sono state scoperte tombe del IV sec.; il passaggio dalla V. romana alla medievale St. Albans rimane pertanto non ben definito.
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